Il Trono di Spade 8: recensione del sesto e ultimo episodio della stagione 8, Il Trono di Spade. La follia Targaryen viene spezzata da un destino già scritto mentre Jon si fa carico del peso del mondo libero
– Il mondo che ci serve è un mondo di compassione, è così deve essere.
– E lo sarà. Non è facile riuscire a immaginare ciò che non è mai esistito. Un mondo buono.
– Come lo sai? Come sai che sarà buono?
– Perchè io so cosa è buono. E anche tu.
– Io non lo so.
– Lo sai. Lo sai, Lo hai sempre saputo.
– E che mi dici degli altri? Di tutte le altre persone che pensano di sapere cosa sia buono?
– Non sta a loro decidere. Rimani con me. Costruisci il nuovo mondo con me. È il nostro scopo.
Lo è dal principio, da quando tu eri un bambino col nome di un bastardo e io una bambina che non riusciva a contare fino a 20. Dobbiamo farlo insieme. Distruggiamo la ruota insieme.
– Tu sei la mia regina. Ora… e sempre.
(Jon Snow e Daenerys Targaryen)
È finita. Purtroppo.
Ci ha scandalizzato, eccitato, sconvolto, emozionato, tenuto compagnia per così tanti anni da diventare un approdo e rifugio sicuro, un argomento di discussione in grado di accomunare tutti, cinefili, binge watchers, pirati dello streaming, amanti del fantasy e delle soap opera, guardoni, uomini del Nord e Lannister devoti, Dothraki e Immacolati, nobili Targaryen e umili Bruti.
Distruggerete la ruota con me? (Daenerys Targaryen)
Ho liberato mio fratello… e tu hai distrutto una città! (Tyrion Lannister)
So riconoscere un’assassina… quando ne vedo una. (Arya Stark)
La natura della nostra regina è fuoco e sangue. (Tyrion Lannister)
Abbiamo tutti seguito Il Trono di Spade, non perchè fosse il serial più disruptive o profondo, accattivante o futuristico, semmai l’opposto, così vicino ad intrighi di corte e cospirazioni, sussurri maligni e visi buoni a cattivi giochi, bassi desideri e alte aspirazioni, sesso, bevute, streghe ammalianti e barbari scultorei, cavalieri sexy e belle donne, forti, pazze e spregevoli.
– L’amore è più potente della ragione. Lo sappiamo tutti. Guarda mio fratello.
– L’amore è la morte del dovere.
– Talvolta, il dovere è la morte dell’amore. Voi siete lo scudo che veglia sui domini degli uomini. Hai sempre cercato di fare la cosa giusta, a qualunque costo. Hai provato a proteggere le persone.
Chi è la più grande minaccia per loro, adesso?
(Tyrion Lannister e Jon Snow)
È finita.
Le sorti di Daenerys (Emilia Clarke), la nostra Dany persa nella follia Targaryen erano già scritte ed il copione non ci ha smentito. Nota anche la mano del carnefice, che si sveglia finalmente dalla sua personalissima Lunga Notte per fare ciò che va fatto, mentre altri innocenti continuano ad essere sgozzati per le strade di Approdo del Re senza che il buon Jon (Kit Harington) abbia il coraggio di imporsi.
Da lì in poi l’ultimo episodio dell’ottava stagione riprende i tratti distintivi della narrazione più classica de Il Trono di Spade, con un ritorno al passato che omaggia personaggi, situazioni, scambi comici e scene amarcord.
Cosa unisce le persone?
Armate? Oro? Vessilli?
Storie. Non c’è nulla al mondo più forte di una buona storia.
Niente può fermarla.
Nessun nemico può sconfiggerla.
E chi ha una storia migliore… di Bran lo Spezzato?
Il bambino che è caduto da una torre ed è sopravvissuto.
Sapeva che non avrebbe più camminato, perciò ha imparato a volare.
Si è spinto oltre la Barriera. Un bambino storpio.
Ed è diventato il Corvo con Tre Occhi.
È la nostra memoria, il custode di tutte le nostre storie.
Di guerre, matrimoni, nascite, massacri, carestie.
Dei nostri trionfi. Delle nostre sconfitte.
Del nostro passato.
Chi megli di lui per guidarci verso il futuro?
(Tyrion Lannister)
Drogon che distrugge il Trono di Spade è una delle scene più forti e toccanti dell’intero serial: il re dei draghi si accanisce contro il simbolo dell’avidità e del malsano potere che ha condotto l’amata madre alla fine dei suoi giorni.
Quattro re Stark siedono sui rispettivi troni: Bran (Isaac Hempstead-Wright) il re dei Sei Regni, Sansa (Sophie Turner) la regina del Nord, Arya (Maisie Williams) la regina degli Assassini che salpa verso terre ignote issando vessillo Stark e Jon, il re dei Bruti e dei Guardiani della notte, in cerca di un nuovo paradiso per il suo popolo libero martoriato dalla Grande Guerra.
Ma soprattutto in cerca di pace interiore.
E noi ci lasciamo con l’eterno abbraccio di Jaime (Nikolaj Coster-Waldau) e Cersei (Lena Headey), simbolo del nostro grande amore verso la serie con la quale D. B. Weiss e David Benioff hanno cambiato la storia della narrativa televisiva.