Impetigore recensione film di Joko Anwar con Tara Basro, Ario Bayu, Marissa Anita, Christine Hakim, Asmara Abigail e Faradina Mufti
Una nuova anteprima italiana presentata durante la 22a edizione del Far East Film Festival, la pellicola indonesiana Impetigore, diretta da Joko Anwar, lo stesso regista che porta sugli schermi virtuali del FEFF anche il film Gundala, di cui abbiamo pubblicato la recensione pochi giorni fa.
Impetigore racconta la storia di Maya (Tara Basro), una donna sfortunata che, nella speranza di riuscire a guadagnarsi una generosa eredità, dopo aver deciso di fare ritorno nel suo villaggio dell’infanzia assieme alla sua migliore amica Dini (Marissa Anita), ignara del pericolo, scopre che gli abitanti del luogo la attendevano da molti anni per riuscire a spezzare una terribile maledizione che avvolgeva da lungo tempo l’intera comunità.
Joko Anwar realizza un film curato esteticamente, avvincente e mai prevedibile alternando a scene dal forte impatto visivo una sceneggiatura ricca di suspense e colpi di scena. Sebbene alcuni risvolti narrativi non convincano del tutto risultando troppo azzardati o accelerati al fine di dare un ritmo più dinamico alla storia, nel complesso Impetigore rimane un film ben costruito, originale pur sviluppando del materiale non del tutto inedito, coinvolgente e visivamente apprezzabile.
Anche il lavoro svolto sulla caratterizzazione dei personaggi principali è notevole: la figura di Maya, interpretata da Tara Basro, acquista spessore nel corso dell’intera vicenda, così come quella del giovane capo del villaggio Ki Saptadi (Ario Bayu) che, seppure venga confinato a tratti ai margini dello schermo, rivela un’identità forte e complessa. Lo stesso discorso purtroppo non si può fare per Dini, la migliore amica della protagonista che, all’opposto di Maya, risulta poco sfaccettata e non desta particolare interesse.
Joko Anwar, giunto al suo ottavo lungometraggio di finzione, dopo Gundala e Impetigore ha sicuramente in futuro ulteriori assi da giocare.