Imprevisti digitali recensione film di Benoît Delépine e Gustave Kervern con Blanche Gardin, Denis Podalydès, Corinne Masiero e Benoît Poelvoorde
Presentato al Festival di Berlino 2020, dove ha vinto l’Orso d’Argento 70th Berlinale (che ha sostituito il Premio Alfred Bauer), Imprevisti digitali racconta le disavventure informatiche di tre vicini di casa di un sobborgo francese.
Marie, intepretata da Blanche Gardin, è una casalinga abbastanza disperata, da poco divorziata e senza un lavoro, che ha paura di perdere il rispetto del suo amato figlio per colpa di un sex tape finito in rete. Bertrand, interpretato da Denis Podalydès, si innamora di una centralinista che chiama dalle Isole Mauritius e per proteggere la figlia dal cyber bullismo è disposto a tutto. Christine, interpretata da Corinne Masiero, ha perso la famiglia a causa della sua dipendenza dalle serie TV ed è determinata ad aumentare la sua valutazione sull’app di car sharing per cui lavora.
I tre si ritrovano insieme ad escogitare un piano su come aggirare il sistema, cercando una soluzione ai loro imprevisti digitali, appunto. Avranno a che fare con “Dio”, un hacker che vive all’interno di una pala eolica interpretato da Bouli Lanners. Piccolo inciso: il cinema quest’anno ha la fissazione delle pale eoliche; dopo Christoper Nolan che piazza il Protagonista in una pala eolica all’inizio di Tenet, anche in Francia ci si nasconde nelle pale eoliche. Una volta parlato con “Dio” nella pala eolica, il gruppo partirà così per una spedizione che li porterà ad affrontare le loro disavventure online, portando Marie addirittura da Google “in persona”.
Imprevisti digitali è una commedia estremamente godibile e simpatica, che farà molto sorridere specialmente gli appassionati di televisione. Quando Christine racconta a Bertrand le motivazioni per cui ha dovuto cambiare lavoro, sarà impossibile non ritrovarsi nel suo racconto. Per lo meno quando anche noi abbiamo quei momenti in cui guardiamo una serie TV dall’inizio alla fine senza staccare gli occhi dal dispositivo.
L’opera di Benoît Delépine e Gustave Kervern rispecchia quelle che sono le paure, e forse l’incapacità, del pubblico nel gestire e affrontare la tecnologia. Vedere sul grande schermo gli errori che vengono fatti specialmente dai nostri genitori, oppure dai ragazzini più piccoli, spinge a riflettere sull’uso di Internet. I dispositivi elettronici, i social media e Internet vengono quasi demonizzati, ma in chiave molto ironica e con leggerezza; sono quegli strumenti che ci fanno fare le scelte sbagliate o che ci mettono in difficoltà.
Vale la pena riflettere sulla chiave di lettura del mondo digitale: cosa vogliamo portarne a casa? È meglio staccare la spina a tutto o imparare piuttosto ad usare il digitale al meglio, evitando se possibile di cadere in trappole come offerte telefoniche o e-mail spam?
Sta allo spettatore la scelta finale, facendosi nel frattempo due risate dolceamare, seguendo il viaggio dei tre francesi alla riscossa di Internet.