Uno dei “padrini” del Lucca Comics 2018 è stato Miltos Yerolemou, diventato famoso nel mondo per aver interpretato Syrio Forel nella prima stagione di Game of Thrones; qui a Lucca ha dedicato alcune ore a foto ed autografi con i suoi fan, e a condividere la propria esperienza su due set così cari all’universo nerd e geek: GoT – per l’appunto – e Star Wars: Il Risveglio della Forza, in cui ha interpretato un ruolo minore.
Ma molte altre sono le esperienze che corredano il curriculum di questo interessante artista, a partire dal teatro, dove ha interpretato spesso ruoli shakespeariani con la Royal Shakespeare Company. Poi, nel 1997 è entrato nel cast regolare della serie televisiva di intrattenimento per bambini Hububb, rimanendovi fino al 2001. Finalmente, nel 1995 ha esordito al cinema, approdando poi nel 2015 al personaggio di dottor Mai nel film The Danish Girl di Tom Hooper.
Abbiamo avuto l’onore, a Lucca, di rivolgere a Miltos Yerolemou qualche domanda:
Miltos, che cosa ne pensi dell’esperienza del Lucca Comics? La trovi diversa rispetto ad altri eventi di cui sei stato ospite sino ad ora?
Il Lucca Comics è stata la più originale ed in qualche modo unica “fan convention” alla quale abbia mai preso parte. La location, il numero di persone, gli stand. Ed un quid in più da notare è che va avanti da almeno 50 anni! Sono letteralmente impressionato e direi a tutti coloro che non ci sono mai stati: dovete assolutamente andarci.
Raccontaci della tua esperienza da attore e del tuo più noto ruolo in Game of Thrones.
È stata un’esperienza eccitante lavorare in un simile show. Sì, perché più che uno show televisivo si tratta di un vero e proprio fenomeno culturale. Lavorando con William Hobbs sul vocabolario “WaterDance” (ndt: un particolare stile di combattimento con la spada) è stata un’esperienza indimenticabile. E, naturalmente, lo è stato anche lavorare con Maisie Williams (alias Arya Stark in GoT): imparavamo ogni giorno.
Qual è a tuo parere la differenza tra interpretare un ruolo in un film “tradizionale” rispetto ad una serie tv, oppure ad un film come Star Wars?
Meno eccitante di quanto possiate pensare. Le grandi produzioni sono più tecniche che “biologiche” (ndt “organic” in originale, il senso è che ci sono più apparecchiature che persone!). Più è piccola la produzione e più la si sente in modo viscerale. Io amo guardare i risultati dei grandi lavori, ma il processo lavorativo dei lavori piccoli è per me enormemente più gratificante.
Ti piacerebbe lavorare in un film qui in Italia?
Amo l’Italia e mi piacerebbe molto.
Raccontaci della tua esperienza nella Royal Shakespeare Company e di quale siano le differenze fra il recitare per il teatro ed il recitare per il cinema.
Personalmente, se ho la possibilità di cimentarmi in uno Shakespeare, lo sceglierò sempre sopra ogni altra cosa. Il teatro per me è un puzzle, un enigma che non si risolve mai. È piuttosto come un caleidoscopio, dove più fai e più scopri. Mi affascina, ed amo l’immaginazione e la poesia. Non lo trovo facile, ed è per questo che lo adoro. I cambiamenti sono sicuramente stressanti, ma senza di essi non cresceremmo mai. Il teatro è più organico del girare un film. Amo il processo e il mondo che si crea attorno al set di un film, ma quando recito a teatro, beh, lì è immediato ed esilarante.
Ringraziamo dunque Miltos Yerolemou, e speriamo di rivederlo presto calcare un palcoscenico e non di meno, prestissimo, tornare su suolo italiano.