Invelle recensione film di Simone Massi con le voci di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio e Neri Marcorè.
Invelle, il primo lungometraggio di Simone Massi, rappresenta un’opera singolare nel panorama cinematografico italiano contemporaneo, sia per la sua tecnica di animazione che per la profondità tematica.
Ambientato nelle Marche rurali del XX secolo, il suo “esordio” è un viaggio attraverso la memoria collettiva e personale, narrato con una serie di episodi che esplorano la vita di persone comuni, spesso emarginate dalla grande storia.
Interamente realizzata a mano con matita e carboncino, l’animazione del film conferisce alle immagini un senso di artigianalità e intimità, accentuato dall’uso parsimonioso del colore. Questa scelta stilistica non solo riflette l’attenzione di Massi per i dettagli, ma anche la sua volontà di creare un’opera che sembri quasi scolpita nel tempo, con immagini che vibrano di una tensione emotiva e di un realismo poetico che ha come nume tutelare, visto il tema e il contesto toccato, Schindler’s List.
La decisione di utilizzare una tecnica di disegno a mano estremamente dettagliata, caratterizzata da un predominante bianco e nero interrotto solo da sporadici sprazzi di colore, conferisce al film un’estetica unica e innegabilmente suggestiva. Tuttavia l’elevata densità visiva e la mancanza di variazione cromatica possono risultare visivamente opprimenti.
L’animazione, caratterizzata da movimenti volutamente irregolari e un ritmo meditativo, può risultare pesante e meno accessibile, soprattutto per chi è abituato a stili di animazione più fluidi e moderni. Il film è fortemente influenzato da Andrej Tarkovskij, in particolare nell’uso contemplativo del tempo e della natura. Come nei film di Tarkovskij, in Invelle il paesaggio non è solo uno sfondo ma un elemento vivo che riflette lo stato d’animo dei personaggi e la profondità della narrazione.
Il lungometraggio di Massi, attraverso la lente del realismo poetico e della memoria, esplora le connessioni tra l’individuo e il tempo, creando un’esperienza cinematografica sia intima che universale soltanto per chi accetta di condividerla nei modi e nei ritmi proposti.
Oltre alle influenze cinematografiche, il film incorpora citazioni letterarie, tra cui le opere di Cesare Pavese e García Lorca e tradizioni orali, come quelle rappresentate dalla voce di Mimmo Cuticchio, famoso cantastorie siciliano. Questi riferimenti arricchiscono il film, integrando la narrazione visiva con un tessuto culturale più ampio, che abbraccia la poesia, la letteratura e la cultura popolare.
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 nella sezione Orizzonti Invelle sfida le convenzioni del cinema d’animazione e sconfina spesso e volentieri nell’arte visiva, mantenendo un approccio stilistico estremamente personale e innovativo e scegliendo di sacrificare la linearità con l’andamento poetico del ricordo nella sua forma più pura e grezza.
