Invincible recensione serie animata di Robert Kirkman basata sugli omonimi fumetti di Skybound / Image in uscita streaming su Amazon Prime Video
Invincible è una serie Amazon Prime Video disponibile dal 26 marzo
Quale può essere un motivo valido per scrivere, o ancora meglio per leggere o guardare, una storia di supereroi, oggi?
Dopo cento anni di pubblicazioni, la figura del superuomo nobilitata dalla filosofia nietzschiana è stata vista e declinata in diverse modalità: accedendo oggi ad una qualunque piattaforma streaming, abbiamo l’opportunità di vedere il supereroe classico “con superproblemi” della Marvel, quello problematico e rappresentativo di un esistenzialismo oscuro come gli antieroi revisionisti di Wathcmen di Alan Moore, o ancora quello violento e sboccato dei The Boys di Garth Ennis.
E uno spettatore distratto potrebbe pensare che tutto sia già stato raccontato: ma ogni storia è già stata raccontata fin da dopo l’Odissea omerica, cambia solo il modo.
La tradizione nell’innovazione
Il mondo del fumetto è in perenne rinnovamento e innovazione: in questo senso, emerge cristallino il talento di Robert Kirkman, autore di The Walking Dead (ciclo a fumetti e serial tv), nonché autore di Invincible, serie di culto pubblicata dalla Image Comics e adesso serie tv in streaming su Amazon Prime Video.
Kirkman aveva già dimostrato di possedere una vena genialoide con la quale rileggere un canone rodato e darne una versione personalissima quanto affascinante: è successo con il racconto zombie e con The Walking Dead, che se nel serial televisivo è stato abbandonato a se stesso nella controparte originale cartacea ha invece portato fino alla fine un racconto originale e spiazzante; con Outcast per la possessione demoniaca; e adesso con Invincible, guardando da vicino alla parabola dei metaumani con superpoteri.
Con Invincible ci troviamo difronte ad un’operazione raffinata ed intelligente: dopo la visione dei primi tre episodi, sembra che (a differenza di quanto successo con TWD) la storia cammini di pari passo sulle tavole a fumetti e nella prima stagione tv.
Kirkman ha colto e valorizzato gli aspetti migliori, scelti con parsimonia e attenzione, per una narrazione sì innovativa ma che sapesse accogliere e affascinare nuovi lettori con sensazioni familiari.
In sintesi, e senza spoilerare nulla di un racconto che pur essendo perfettamente lineare vive di colpi di scena, i vari archi narrativi di Invincible sono un’analisi sottile ma perfetta del classico racconto superomistico, che si nutre delle interrelazioni classiche tra personaggi in stile soap opera ma è portato avanti sempre con un’ironia allegra e spensierata, anche se non mancano le svolte drammatiche.
Anzi, a guardare bene, la serie Amazon Prime Video sembra privilegiare il tono tragico, sempre tenendo però bene a mente quella sorta di “terreno comune”, di patto non scritto, tra storia e lettore, sulla condivisione di un canone, di alcuni topoi narrativi che giocano a carte scoperte per accarezzare lo spettatore.
Famiglia e poteri
Invincible ruota intorno al personaggio di Mark Grayson, figlio di uno dei più potenti supereroi dell’intero pianeta.
Mark e sua madre conoscono bene la doppia identità del padre, e considerano la sua come una seconda attività in tutto e per tutto: ma è l’età di Mark (il tipico adolescente con cui familiarizzare) ad essere la chiave per lo spettatore per entrare nel mondo di Invincible, uno specchio in cui vedere se stessi e contemporaneamente empatizzare con le sue avventure, tragedie e accadimenti quotidiani.
Tramite Mark, e il suo rapporto con il padre, la madre, gli amici e gli altri eroi, Robert Kirkman riesce a raccontare il meglio e il peggio del racconto supereroistico, nello stesso tempo immergendolo nella contemporaneità, prendendo ritmo e velocità pian piano, svelando il volto sotto la maschera così che lo spettatore si sorprenda vedendo che quel volto è proprio (anche) il suo.
Caratteristica poi di ogni storia di Kirkman è la loro finitezza: sono storie che hanno archi narrativi ben precisi e delineati fin dall’inizio, con una partenza, uno svolgimento e una conclusione.
Questo permette di non cadere mai nella ripetitività rischiosa per la narrativa seriale, avvicinando ancora di più la parabola umana ed esistenziale del protagonista e mostrandola in tutta la sua profonda, dolorosa umanità.
Nessuno è al sicuro
Così come nel fumetto, nel serial parte fondamentale della storia sono poi tutti i coprotagonisti: intorno a Mark e alla sua famiglia c’è un vero e proprio universo che nella produzione Amazon risalta fin dal primo episodio. Un universo pieno di volti e personaggi (in)credibili resi vividi da una interazione fresca e sempre credibile: volti e personaggi a cui lo spettatore si affeziona subito, anche grazie ad un impianto grafico perfettamente in linea con i disegni di Cory Walker e Ryan Ottley: un segno pulito e riconoscibile, ma nello stesso tempo personale e riconoscibile, in un’animazione particolarmente classica che rinuncia, giustamente, alla ridondanza del 3D.
Certo è che familiarizzare e appassionarsi ai personaggi ha per Kirkman, e per la serie, un duplice compito: quello di entrare emotivamente nel nucleo della storia, ma anche quello di rimanere a bocca aperta nel vedere quanto facilmente, nell’universo kirkmaniano di Invincibile, questi stessi personaggi possono morire anche in maniera brutale.
In questo senso, non si può non sottolineare la chiusura del primo episodio: i titoli di coda partono ma si interrompono subito, come a dire che la storia è finita ma c’è ancora qualcosa da vedere.
È a quel punto, a dieci minuti dalla fine della puntata iniziale, che viene sferrato il primo pugno nello stomaco di chi guarda, con una scena talmente cruenta ed impietosa da avvicinarsi e superare di colpo le granguignolesche gesta dei Boys di Ennis.
Se la serie tv, la cui prima stagione è composta da dieci episodi, è disponibile su Amazon Prime Video (i primi tre episodi resi disponibili dal 26 marzo 2021, i successivi con cadenza settimanale), la saga a fumetti è stata pubblicata interamente in spillati mensili da Saldapress, che li ha poi raccolti in trade paperback che coprono l’intera produzione.