Jackass Forever recensione film di Jeff Tremaine con Johnny Knoxville, Steve-O, Chris Pontius, Dave England, Wee Man, Danger Ehren e Rachel Wolfson
Crediamo che a tutti sia capitato, in compagnia dei propri amici, di “fare caxxate”.
Magari siete ubriachi, un po’ molesti e sovraeccitati, annebbiati dai fumi dell’alcool e in cerca di emozioni forti e quattro risate. Poi all’improvviso qualcuno fa qualcosa, un’idiozia quasi sempre, e tutti ridono come degli ossessi.
Pensiamo possa essere un’immagine dignitosa di quello che rappresenta Jackass come idea, come format nato nei primi anni 2000 sull’emittente MTV per mano di Johnny Knoxville, Jeff Tremaine e Spike Jonze, per poi diventare una fortunata serie di film rendendo gli stuntman dello show famosi in tutto il mondo.
Jackass Forever, ultimo film dedicato a questa banda di pazzi scatenati e autolesionisti, raccoglie al suo interno tutto lo spirito del format originale, strizzando continuamente l’occhio alle produzioni precedenti ma senza per questo rinunciare al pericolo (e al dolore) delle loro sconsiderate azioni. Si apre con un’introduzione di stampo cinematografico e che omaggia palesemente Godzilla, tra gente che urla ed esplosioni a destra e sinistra, in cui ovviamente i nostri stuntman rimangono coinvolti.
E se questa prima parte è solo di presentazione e tutto avviene su un set in maniera professionale e controllata, quando Jackass Forever comincia a fare sul serio non mancano le risate, i commenti di disgusto e le smorfie di dolore.
Per più di un’ora assistiamo alle disavventure di Knoxville, Steve-O e compagnia bella, in un tuffo nel passato che per quelli della generazione MTV di vent’anni fa non può lasciare indifferente: le moviole, le telecamere nascoste, i backstage. La macchina da presa inquadra tutto, inarrestabile ci rende partecipi delle loro risate e anche del loro dolore fisico, una formula ormai consolidata con i vecchi film ma che dimostra ancora di funzionare. Certo, dopo un po’ si avverte la ripetitività di certe scene e “performance”, ma nel complesso può essere considerato a tutti gli effetti un degno “canto del cigno” per la vecchia guardia di Jackass, la volontà in particolare di Knoxville e Steve-O di lasciare il posto ai giovani, più tenaci e con sicuramente meno lividi e cicatrici di loro.
Sono diverse le scene memorabili, alcune veramente fuori di testa e ai limiti dell’idiozia umana, al punto tale che come in un richiamo all’umorismo pirandelliano si ride tanto, per poi fermarsi a pensare “ma perché arrivare a tanto?”. È proprio questo però che ha portato i Jackass verso la fama e il successo, creando qualcosa di completamente nuovo, originale e svitato che ancora dopo vent’anni riesce a regalare grandi emozioni.