In occasione dell’uscita di Joker, ripercorriamo la carriera e la vita del suo interprete: l’immenso Joaquin Phoenix
Dopo la vittoria del Leone d’oro per il Miglior film al festival del cinema di Venezia, Joker promette di sorprenderci e si prepara ad essere il capolavoro del 2019. Ma il vero cuore del film è sicuramente il suo protagonista: Joaquin Phoenix.
Phoenix nasce a Rio Piedras, a Porto Rico, il 28 ottobre del 1974 da genitori statunitensi. È il terzo di cinque figli e fratello di River Phoenix, famoso tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, per la partecipazione a film di successo come Stand by me.
Nei primi anni di vita si trasferisce a Los Angeles con la famiglia ed insieme ai fratelli viene notato dalla regista Penny Marshall della Paramount, durante alcune esibizioni in strada.
Nel 1982 esordisce nella serie televisiva Sette spose per sette fratelli, nella quale recitava il fratello River e nel 1986 debutta al cinema col film Space Camp – Gravità zero. Nel 1989 decide di abbandonare le scene, seguendo il padre in Messico, dopo la separazione dalla madre.
Durante i primi anni degli anni Novanta assiste alla terribile morte del fratello River, avvenuta per un’overdose di droga al The Viper Room, un club alla moda di proprietà dell’attore Johnny Depp, il 31 ottobre 1993.
River era stato visto parlare con alcuni spacciatori, per poi uscire in condizioni pietose dal locale, raggiunto da Joaquin che chiamò subito i soccorsi.
I soccorsi, però, non arrivarono in tempo e quando arrivò l’ambulanza, River era già morto: l’autopsia rivelò che era morto per un’overdose di eroina e cocaina, ma sono state trovate anche tracce di cannabis, valium ed un altro anti-influenzale.
La morte del fratello fu un duro colpo per Joaquin, anche per colpa dell’invasivo comportamento dei media: la telefonata di Joaquin al 911 di quella notte era stata registrata e trasmessa su radio e tv.
Dopo la morte del fratello, Joaquin si allontana nuovamente da Hollywood.
Phoenix torna nel mondo del cinema nel 1995, col film Da morire di Gus Van Sant.
Da lì inizia l’ascesa verso il successo: partecipa a numerosi film offrendo interpretazioni complesse e significative, come in U Turn – Inversione di marcia o The Yards.
Ma il grande successo arriva nel 2000 col ruolo di Commodo, lo spietato imperatore romano, nel film Il Gladiatore di Ridley Scott; per il ruolo riceve la sua prima nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista.
Tra il 2002 ed il 2004 partecipa a diversi thriller di successo come Signs e The Village, entrambi del regista M. Night Shyamalan e a diversi film drammatici, come Hotel Rwanda di Terry George.
Nel 2005 è il protagonista del film Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line di James Mangold, biopic sul musicista Johnny Cash; il film gli vale la vittoria di un Golden Globe e la seconda nomination agli Oscar (battuto da Philip Seymour Hoffman in Capote).
La seconda metà degli anni Duemila è un periodo piuttosto florido per l’attore, che partecipa a diversi film come Reservation Road e Two Lovers e presta anche la voce per lungometraggi animati (Koda, fratello orso) e documentari sulla natura (Earthlings).
L’11 febbraio del 2009 è ospite al David Letterman Show, per la promozione del film Two Lovers. Phoenix si mostra con una folta barba, grossi occhiali da sole e stupisce rispondendo durante l’intervista in modo confuso e svogliato, mostrandosi infastidito dal pubblico e dalle domande.
Si scoprirà solo successivamente che Phoenix stava recitando per il falso documentario Joaquin Phoenix – Io sono qui!, di Casey Affleck. Il documentario viene poi presentato alla 67esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia: Phoenix, per ben due anni, non è mai uscito dal personaggio del documentario, in nessuna delle sue apparizioni pubbliche.
Nel 2012 è il protagonista del complesso film di Paul Thomas Anderson, The Master, che s’ispira alla fondazione del movimento di Scientology. La sua performance gli è valsa la Coppa Volpi a Venezia e la terza nomination agli Oscar (questa volta battuto da Daniel-Day Lewis in Lincoln).
Nel 2013 è il protagonista del film Her di Spike Jonze, ormai diventato un vero e proprio cult, nel quale s’innamora di un software informatico; il film ha vinto l’Oscar come migliore sceneggiatura originale.
Altri film di successo di questi anni sono Vizio di forma, A beautiful day e Irrational Man di Woody Allen, nel quale recita al fianco di Emma Stone.
Il 2018 è stato un anno molto prolifico per Phoenix, che ha partecipato al biopic Don’t worry di Gus Van Sant, nei panni di un fumettista paraplegico, in Maria Maddalena, nei panni di Gesù di Nazareth e nella commedia western I Fratelli Sisters.
Phoenix ha vissuto una vita difficile: ha subìto una grave perdita con la morte del fratello, che la stampa non ha mai mancato di ricordargli anche negli anni successivi. Dopo aver affrontato problemi di alcol ed il ricovero in un centro di riabilitazione, Phoenix si è ripreso, ma ha affermato di provare sempre molta ansia riguardo al suo lavoro e a come verranno considerati i suoi film.
Nonostante Phoenix sia uno degli attori più versatili della storia recente e, senza dubbio, uno dei più talentuosi, la grandezza del suo lavoro non è ancora stata riconosciuta del tutto. Da oggi è nelle sale Joker, l’ultima fatica cinematografica che l’ha visto lavorare molto su sé stesso per entrare nella parte del supercattivo DC Comics: potete leggere qui la nostra recensione in anteprima italiana del Joker.
Che sia la volta buona per la conquista dell’ambita statuetta?