“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.”
Con le parole di Ulisse nel canto 26 dell’Inferno di Dante si aprono le danze di John Wick 3 – Parabellum e inizia la battaglia di John Wick (Keanu Reeves) per la sopravvivenza, dopo la scomunica subita nel secondo episodio per aver violato la sacralità dell’Hotel Continental, avendo scherzato troppo con i fanti e non avendo lasciato stare Santino d’Antonio: una discesa agli Inferi che dura ormai da tre film e che ora trova John Wick solo contro tutti, privo del supporto del suo Virgilio Winston (Ian McShane).
Sapendo di avere i minuti contati in una New York popolata solo da sicari ansiosi di mettere le mani su una taglia multimilionaria, Wick ha un’ultima carta da giocare: un passaggio da un suo personale Caronte (che non è Charon, il portiere del Continental interpretato da Lance Reddick) per andare davvero a cercare conoscenza/Sofia (Halle Berry), Beatrice che gli indicherà la via per arrivare colà dove si puote ciò che si vuole.
Il regista Chad Stahelski, ex controfigura di Reeves nei tre Matrix, ha imparato l’arte dalle sorelle Wachowski e, con la complicità dagli sceneggiatori (in primis il responsabile dei precedenti episodi Derek Kolstad), sovrappone simbologie religiose e mitologiche. Lontano dalle ambizioni filosofiche che accompagnavano le avventure di Keanu-Neo, l’intento è quasi puramente estetico, un tatuaggio che il film si incide addosso per conferire un’aura mistica al viaggio dell’antieroe Keanu-John.
Al di là dell’iconografia di crocefissi e dobloni, alla fine, l’obiettivo è ancora una volta realizzare un film di pura azione che diverta e sorprenda per la varietà dei combattimenti e degli strumenti di offesa personale, che spaziano dal book-fu alla propulsione equina.
John Wick 3 riesce a mantenersi in equilibrio sulla sottile linea che corre tra l’essere costantemente sopra le righe e il prendersi troppo sul serio, tra il continuare a strizzare l’occhio ai fan di Matrix (non solo con il ritorno di Laurence Fishburne nel ruolo di Bowery King, ma anche riprendendo battute classiche di quel film), e la stellare fotografia di Dan Laustsen, che tra il secondo e terzo capitolo della serie si è aggiudicato una nomination agli Oscar per La forma dell’acqua.
Sulla scena, oltre ai co-protagonisti già citati, troviamo questa volta Anjelica Huston, Jerome Flynn (Bronn di Game of Thrones), Asia Kate Dillon (che eredita da Ruby Rose il testimone di rappresentante di Orange is the new black) e Jason Mantzoukas.
Divertimento superficiale, quindi, ma alle volte non c’è niente di meglio che concedersi due ore di stilosissimo relax adrenalinico: se nelle vostre vite frenetiche volete un po’ di pace, preparatevi a guardare John Wick 3 – Parabellum.