Jumanji 2: The Next Level recensione del film di Jake Kasdan con Dwayne Johnson, Kevin Hart, Karen Gillan, Jack Black, Danny DeVito, Danny Glover, Awkwafina e Nick Jonas
I remake portano sulle spalle un peso incredibile. Devono, per forza di cose, confrontarsi con l’originale, ovvero film che hanno rappresentato una generazione a tal punto da fare in modo che, svariati anni dopo, qualcuno senta la necessità di riproporli a una nuova tipologia di pubblico. Questa è stata la storia dietro la realizzazione del primo remake di Jumanji, un film con molti difetti, ma che almeno metteva la parola “fine” agli eventi del magico gioco (divenuto videogioco). Ora, dopo poco meno di due anni, arriva nelle sale Jumanji 2: The Next Level, un film del quale si poteva fare a meno, ma che almeno mostra fieramente i suoi difetti e li esalta con delle performance gradevoli, sopra le righe, il più delle volte divertenti.
Jumanji: The Next Level inizia circa un anno dopo le vicende del primo capitolo. In seguito ad eventi che non vi sveleremo (ma che, comunque, sono poco più di un pretesto per far in modo di sostenere un film dalla durata di due ore), i protagonisti della scorsa pellicola, più due aggiunte d’eccezione, il nonno di Spencer, Eddie (Danny DeVito), e il socio di quest’ultimo, Milo (Danny Glover), entrano nuovamente nel videogioco. In questo caso, però, gli avatar vengono assegnati in modo casuale, con il risultato di esilaranti performance da parte di Dwayne Johnson e Kevin Hart (che, nonostante l’impegno dei doppiatori, perdono parecchia della loro efficacia in lingua italiana).
La storia procede con escamotage narrativi sempre più banali verso un finale abbastanza sotto le righe. La sensazione, guardando questo secondo capitolo, è quella che i personaggi abbiano scordato tutto ciò che avevano imparato nel primo film, ovvero la sicurezza in loro stessi, l’importanza del lavoro di squadra, anche la maturità acquisita durante l’avventura. Si vede che è stato riproposto solo per il successo commerciale che ha riscosso il film precedente, mettendo, così, in crisi i poveri sceneggiatori, che hanno dovuto continuare una storia già bella che conclusa. Il film, per la sua durata, per la sua comicità a volte veramente di basso livello, per le sue scene d’azione caotiche e poco avvincenti, verso la metà del film, quando ci si è ormai abituati alle performance di Johnson e Hart, inizia indubbiamente ad annoiare. E questa è forse la cosa che più di tutte un film di questo genere dovrebbe assolutamente evitare di fare. Se un blockbuster concepito per divertire, inevitabilmente annoia, allora, in qualche modo, ha fallito.