Jungle Cruise recensione film di Jaume Collet-Serra con Dwayne Johnson, Emily Blunt, Edgar Ramírez, Jack Whitehall, Jesse Plemons e Paul Giamatti
Avete mai desiderato da bambini qualcosa con tanta intensità da costringere i vostri genitori a darvela in un modo o nell’altro? Personalmente è successo con l’annuncio a reti unificate di un’attrazione a tema, Atlantide, in un celebre parco divertimenti italiano: immagini in bilico tra il terrore e l’adrenalina, colori che spaziano tra il nero e il verde petrolio, una corsa in mezzo alle rapide con un nome estremamente accattivante.
Sarebbe stato meglio fermarsi qui. Qualcuno avrebbe potuto trovare un’escamotage per lasciarci sospesi in un’eterna suspense piuttosto che salire su un’attrazione e pensare soltanto: “Tutto qui?”. Una sensazione di amaro in bocca difficile da dimenticare e una delle più preziose lezioni sulla differenza tra realtà e marketing.
Cosa c’entra tutto questo con Jungle Cruise? Cosa c’entra con Dwayne Johnson capitano di una bagnarola su un fiume della foresta amazzonica e con Emily Blunt esploratrice con le braghe in possesso di un antico manufatto? Sicuramente tutto e niente, ma basta sostituire al prologo di questa recensione un’esperienza personale di brusco richiamo alla realtà per capire l’essenza del nuovo film Disney diretto da Jaume Collet-Serra.
La ricerca di una magico fiore capace di curare ogni malattia si intreccia con un’antica maledizione per dar vita ad una serie di peripezie con progressiva difficoltà inevitabilmente destinate ad essere superate dai protagonisti.
Trattandosi di un film pensato per portare al cinema bambini e relative famiglie, sembrerebbe tutto nella norma se non fosse che i pericoli rappresentino più esche che minacce. Il nume tutelare Johnson sorveglia e rassicura il pubblico sul fatto che nulla può andare storto, che si tratti di rapide furiose o sottomarini tedeschi, l’intelligenza e l’acume della Blunt non lasciano spazio a ulteriori dubbi.
È tutta una gigantesca attrazione: pericoli, cattivi, tesori e immagini interessanti ma controllati e disinnescati. Non solo in senso metaforico: Jungle Cruise è l’adattamento cinematografico di una delle esperienze che si possono provare in prima persona a Disneyland. I brividi non possono mai condurre alla vera paura, lasciando che la crociera amazzonica scorra senza lasciare nessuna traccia significativa. Un’occasione sprecata o una tappa necessaria per una coscienza cinematografica? Ogni risposta è altrettanto valida, ma il bambino che è in ognuno di noi potrebbe semplicemente rimanere deluso da una produzione tanto imponente quanto innocua.