Il 12 maggio 1907 nasceva Katharine Hepburn, simbolo del cinema americano e mondiale. Ricordiamo la sua vita e i suoi film, da La gloria del mattino a Sul lago dorato
Tra le stelle più splendenti del cinema americano, spicca quella di Katharine Hepburn, attrice statunitense dalla carriera lunghissima (durata più di settant’anni) e variegata. Nel corso della sua vita, Hepburn recitò in pellicole di diverso genere e vinse ben quattro Oscar come miglior attrice protagonista, risultando ancora l’interprete con più vittorie nella storia.
Katharine Hepburn nacque il 12 maggio 1907 ad Hartford, capitale del Connecticut. Visse in una famiglia con nessun tabù sociale, poiché la madre era una suffragetta e trattava liberamenti temi legati alla sessualità, ma anche alla politica: come disse la stessa attrice, l’educazione ricevuta la fece crescere libera di pregiudizi e fortemente indipendente.
Nonostante la libertà, Katharine Hepburn fu segnata da un episodio tragico, durante la sua infanzia, quando trovò suo fratello Tom impiccato ad una trave. La sua morte la fece cadere in depressione e, per molti anni, usò come propria la data di nascita del fratello.
Katharine Hepburn si approcciò al mondo della recitazione attraverso il teatro e, nel 1928, esordì a Broadway nella commedia teatrale Night Hostess, dopo diversi anni di apprendistato nei teatri di Baltimora.
Dopo un’interpretazione molto valida nel dramma The Warrior’s Husband – La disfatta delle amazzoni, s’iniziò a parlare di lei anche ad Hollywood.
Il primo ruolo cinematografico lo ottenne proprio per il suo talento teatrale ed esordì, nel luglio 1932, in Febbre di vivere, diretto da George Cukor. Fu solo l’inizio del lungo sodalizio tra Hepburn e Cukor, che insieme lavorarono in ben nove film.
Il vero boom della sua carriera arrivò nel 1933, quando partecipò al film La gloria nel mattino, diretto da Lowell Sherman, per il quale Katharine Hepburn vinse il primo Oscar come miglior attrice protagonista.
Partecipò anche ad un adattamento cinematografico di Piccole donne, nel 1933, nei panni di Jo, sempre diretto da George Cukor. Diventò un film di enorme successo e rimase uno dei preferiti dell’attrice; per il ruolo, vinse anche la Coppa Volpi a Venezia.
Dopo alcuni flop al botteghino, tornò al successo col film Primo amore, diretto da George Stevens, nel quale interpretava una ragazza alla ricerca di affermazione sociale. Anche questo fu uno dei film preferiti dell’attrice e le valse la seconda nomination agli Oscar.
Sulla fine degli anni Trenta, ebbe qualche inciampo in alcune pellicole che non ebbero molto successo, come Il diavolo è femmina, Maria di Scozia, Una donna si ribella e Dolce inganno.
Ebbe una risalita con Susanna! di Howard Hawks: nel film recitava al fianco di Cary Grant. Hepburn interpretava Susan Vance, una ragazza eccentrica dell’alta borghesia che s’innamora di David, il quale porta scompiglio nella sua vita. A colpire è proprio la vena comica dell’attrice.
Nonostante la performance brillante, il film non ebbe molto successo al botteghino. I produttori, allora, la incolparono per lo scarso successo, includendola nell’elenco degli attori che venivano considerati “veleno per il botteghino”. In molti erano convinti che il suo carattere non facile e il suo anticonformismo fossero il motivo degli scarsi incassi dei film nei quali era presente.
Toccata dai recenti insuccessi, Hepburn si ributtò nel teatro, per recitare in Scandalo a Filadelfia, nel quale interpretava una capricciosa ereditiera. Howard Hughes, fiutando un successo, acquistò i diritti della commedia teatrale, per portarla al cinema.
Scandalo a Filadelfia arrivò nei cinema nel 1940 e vedeva come protagonisti Katharine Hepburn, Cary Grant e James Stewart, con la regia di George Cukor. Il film fu un successo strepitoso e rappresentò la rivincita di Hepburn, in uno dei ruoli migliori della sua carriera. Katharine Hepburn riconquistò il suo pubblico e tornò ad essere una delle stelle più luminose di Hollywood.
Gli anni Cinquanta furono una decade importante per la carriera dell’attrice. Nel 1951, interpretò Rose Sayer in La regina d’Africa di John Huston, il suo primo film a colori. Nonostante una produzione difficoltosa, la pellicola ebbe un enorme successo, tale da far guadagnare all’attrice la sua quinta nomination all’Oscar.
In quegli anni alternò film ad opere teatrali: proprio in questo periodo, annoveriamo la pellicola Tempo d’estate, diretta da David Lean. Si tratta di uno dei ruoli più noti di Katharine Hepburn che qui interpreta Jane Hudson, una segretaria di mezz’età che riesce finalmente a fare la sua agognata vacanza a Venezia, ma che si scontra con un forte senso di solitudine. Il film le fece guadagnare un’altra nomination e rimane come uno dei suoi migliori lavori, sia per la critica che per il pubblico.
Negli anni Sessanta continuò la sua dicotomia tra teatro e cinema. In questi annoveriamo pellicole di valore come Il lungo viaggio verso la notte (1962) di Sidney Lumet.
Si prese una pausa fino al 1967, anno nel quale iniziarono le riprese di Indovina chi viene a cena?, diretto da Stanley Kramer e nono film al fianco di Spencer Tracy. Si tratta sicuramente di una delle pellicole più audaci e conosciute degli anni Sessanta: il film tratta, in modo brillante, il tema dell’integrazione razziale e dei matrimoni misti, un tema piuttosto controverso all’epoca.
Il film ebbe un successo mondiale e le fece guadagnare il suo secondo premio Oscar come Miglior attrice.
All’edizione successiva accadde l’impensabile: alla notte degli Oscar ci fu un ex aequo nel premio per la miglior attrice tra Barbra Streisand per Funny Girl e Katharine Hepburn per Il leone d’inverno, diretto da Anthony Harvey. Hepburn interpreta la Regina Eleonora d’Aquitania, moglie rinnegata di Enrico II, donando una performance affascinante e feroce, che è rimasta nella storia del cinema.
Negli anni Settanta prese parte a diverse pellicole di spessore, come Torna “El Grinta” (1975), Un equilibrio delicato (1973) e Amore tra le rovine.
Nel 1981 partecipò al film Sul lago dorato, diretto da Mark Rydell, che fu un enorme successo commerciale e che le fece vincere il suo quarto Oscar come Miglior attrice, diventando l’attrice più premiata dall’Academy.
La sua ultima apparizione al cinema fu in Love Affair – Un grande amore di Glenn Gordon Caron, nel 1994.
Katharine Hepburn morì il 29 giugno 2003, all’età di 96 anni. In accordo con le sue volontà, non ricevette funerali religiosi, ma, in suo onore, furono oscurate tutte le luci di Broadway per un’ora.
Katharine Hepburn fu un’attrice brillante, che divise la sua carriera tra il palco e il grande schermo. Il suo talento cristallino era arricchito da una personalità forte e determinata, ma anche piuttosto difficile e anticonformista. Rifuggiva le luci della ribalta e i cliché di Hollywood. Una personalità complessa, un talento straordinario e un esempio di femminismo, ieri e oggi.