Ken Il Guerriero – Il Film recensione film anime di Toyoo Ashida
Dopo Lupin (con La pietra della saggezza) la Nexo Digital riporta un’altra icona nipponica nelle sale italiane in versione restaurata (e in questo caso ridoppiata) con un evento di tre giorni, dal 14 al 16 ottobre.
Ovviamente si parla di Ken il Guerriero, massimo esponente di manga e anime postapocalittici e diventato iconico, anche presso chi non l’ha mai visto/letto, per la sua abilità di far esplodere le teste e i corpi dei nemici grazie a pugni supersonici. Il film, uscito in Giappone nel 1986, si presenta come un retelling della prima parte del manga, sintetizzando in poco meno di due ore i primi 75 capitoli del fumetto di Buronson e Hara.
Un’operazione su carta completamente folle, che lasciava presagire un’opera estremamente compressa e impossibilitata a creare un racconto convincente. Il pensiero non può che andare al film di Akira (arrivato in sala due anni dopo) tanto meraviglioso e seminale a livello visivo, quanto narrativamente pasticciato nella seconda metà.
In Ken il Guerriero – il Film ciò non avviene. Sebbene si avverta che si tratta della compressione di un’opera pensata per un respiro più ampio, il lavoro di sintesi è svolto in maniera encomiabile, permettono di comprendere tutti risvolti della trama (ricordiamo, incentrata sul guerriero Kenshiro alla disperata ricerca dell’amata Julia, rapita dal rivale di lui Shin) e creando personaggi che abbiano un proprio arco narrativo compiuto.
L’unica vera problematica della narrazione si concentra nei cinque minuti finali, raffazzonati e divisi palesemente tra le due opposte necessità di concludere la storia ma lasciando i presupposti per continuare; dato che il materiale originale si estende ben oltre i fatti narrati. Nonostante non rovinino il godimento finale del film, rimane comunque un flebile dispiacere al pensiero che non si sia riusciti a mantenere fino in fondo l’efficace storytelling visto per tutto il resto della durata.
A livello visivo il film può contare per la maggior parte su un ottimo restauro, basato sui negativi originali. Purtroppo, come indicato da un disclaimer all’inizio, non tutto il materiale è rimasto integro, pertanto alcune sequenze subiscono un palese downgrade visivo, degno di una videocassetta registrata a metà anni Novanta. Un vero peccato, dato che il lavoro della Toei Animation mantiene gli alti standard della compagnia.
A rimanere impresso è soprattutto l’alto tasso di violenza, già presente nella serie animata ma comunque soggetto a un’operazione di censura rispetto al fumetto di partenza. Libero da questi vincoli, il film dà libero sfogo a tutta la carica sanguinolenta possibile, rappresentando un mondo ormai allo sbaraglio, dove conta la legge del più forte e solo l’innocenza di una bambina (la piccola Lynn) rappresenta un barlume di speranza per il futuro.
Per chi conosce già il materiale non sarà nulla di nuovo, dato che si tratta appunto della sintesi della prima parte della storia di Ken il guerriero. Ma per chi non la conosce sarà un’occasione per entrare in questo ormai iconico mondo.