L’arte della truffa recensione film di Matt Aselton con Theo James, Emily Ratajkowski, Fred Melamed, Ebon Moss-Bachrach e Isiah Whitlock Jr.
Theo James (Divergent) in L’arte della truffa interpreta Ivan Warding, un giovane con un talento straordinario, un ladro esperto di opere d’arte. La sua specialità sono i furti ai milionari di Los Angeles, le cui case abbondano di dipinti e oggetti preziosi.
Ivan ha sempre cercato di vivere libero, senza obbedire o dipendere da nessuno, facendo quello che sa fare meglio.
I misfatti passati lo hanno reso debitore nei confronti di Dimitri Maropakis (Fred Melamed), un boss del crimine organizzato. Nonostante gli affari vadano bene Ivan ha deciso che è giunto il momento di ritirarsi dall’attività criminale, ma facendolo rischia di essere “tolto di mezzo”. Dimitri non è noto per perdonare o dare una seconda possibilità, infatti nessuno è mai sopravvissuto per affermare il contrario.
Elyse (Emily Ratajkowski) è un’aspirante attrice in cerca di successo ma in debito con loschi figuri. Quando i destini di Elyse e Ivan si incrociano trovano un modo per aiutarsi a vicenda. Insieme decidono di compiere un’ultima rapina per porre fine alle loro attività criminali, stringendo un accordo con un agente dell’FBI.
L’arte della truffa è un film di genere con poco nerbo, la sceneggiatura risulta semplice, lineare e priva di originalità. Il regista e co-sceneggiatore Matt Aselton dirige la storia senza preoccuparsi troppo della verosimiglianza e, di conseguenza, i momenti che presumibilmente dovrebbero generare tensione finiscono per essere fiacchi, quasi buffi.
Una storia già utilizzata e senza una direzione precisa. Assemblata con personaggi minimi e un paio di truffe ben progettate che alla fine non si incastrano del tutto. La sceneggiatura dà risalto ai due protagonisti e il cast non demerita, ma forse sono capaci di fare molto di più. Tutto si basa sul fascino e l’avvenenza dei due attori principali. Troppo poco.
Ingannare e rubare sono il prevedibile leit-motiv dall’inizio alla fine. Non si ricordano scene memorabili, ma non delude sul piano del ritmo. Il film è un cliché ambulante del genere cinematografico che risulta comunque piacevole e scorrevole.
L’arte della truffa ricorda che ci sono molti film di questo genere, già troppo saturo. Un’altra storia che coinvolge ladri, furti e agenti segreti. Riesce comunque ad essere una piacevole e leggera visione in stile retrò.