La dea Fortuna recensione del film di Ferzan Özpetek con Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Serra Yilmaz, Barbara Alberti e Filippo Nigro
Ferzan Özpetek torna nei cinema in pompa magna con la sua ultima fatica: La dea Fortuna, film che ruota intorno ad una coppia, Arturo e Alessandro (interpretati da Stefano Accorsi ed Edoardo Leo) e una donna, Annamaria (Jasmine Trinca), migliore amica di Alessandro. Arturo ed Alessandro stanno insieme da 15 anni e, nonostante l’amore e l’affetto che provano l’uno per l’altro, la loro relazione è in crisi e mostra le crepe dovute al passare del tempo e alle incomprensioni vissute.
A sconvolgere la loro quotidianità è proprio l’arrivo di Annamaria e dei suoi due figli, Martina e Alessandro (Sara Ciocca ed Edoardo Brandi). La donna è obbligata a lasciare i due bambini alla coppia per fare alcune analisi di controllo. L’improvviso cambiamento nella routine dei due, porterà Alessandro ed Arturo a cambiare prospettiva sulla loro vita, ma soprattutto sulla loro relazione e su quello che provano l’uno per l’altro.
Özpetek torna ai vecchi fasti dei suoi capolavori come Le fate ignoranti e Mine vaganti raccontando storie di straordinaria ordinarietà, uniche nel loro genere, ma nelle quali riusciamo a rispecchiarci. Perché l’amore è un sentimento complicato e sappiamo quanto possa essere difficile continuare una relazione impregnata di cose non dette, gesti non fatti e sentimenti mai espressi.
La relazione tra Arturo e Alessandro nasconde le braci di una passione e di un amore passati, ma che sono state calpestate dalla vita che ci scorre intorno e da quel malessere che possiamo provare anche per le persone che amiamo. Recentemente abbiamo visto in Storia di un matrimonio, come sia facile iniziare ad odiare la persona che un tempo amavamo e ne La dea Fortuna succede proprio questo: l’amore non è facile e può morire se non viene coltivato.
L’intero cast del film merita un plauso, talentuoso nel portare sul grande schermo una storia di amore, passione e di vita, con quella particolare naturalezza che contraddistingue le opere di Özpetek.
Stefano Accorsi, veterano nel cinema del regista turco naturalizzato italiano, è un traduttore, che vive con estrema gelosia la relazione aperta col suo partner. Sa che la sua relazione potrebbe finire da un momento all’altro, ma apparentemente non fa nulla per evitarlo. Edoardo Leo è la sorpresa di questo film: l’attore romano, che si è dichiarato felice di essere stato chiamato finalmente da Özpetek, interpreta un uomo complicato, che ama alla follia il suo partner, ma che non riesce a mettere da parte scappatelle con altri uomini. È estremamente legato alla sua migliore amica Annamaria e ai suoi due figli.
Annamaria, dal canto suo, interpretata da un’incantevole Jasmine Trinca, è una donna che ha avuto una vita complicata e che si trova di fronte all’ennesima difficoltà. Ma è proprio questa difficoltà ad essere il meccanismo innescante della storia e del cambiamento dei due uomini. È lei la dea Fortuna del titolo del film, ma non nel significato canonico che noi diamo al termine “fortuna”, bensì più un concetto vicino al caso, al destino.
In opposizione alle complicazioni nella relazione tra Alessandro ed Arturo troviamo la coppia di amici Ginevra e Filippo (Pia Lanciotti e Filippo Nigro). L’uomo soffre di una grave forma di Alzheimer che, da una parte dà qualche spunto di ironia al film, ma dall’altra mostra come una coppia possa innamorarsi ogni giorno, per sempre. È proprio la positività di questo amore difficile a mettersi in opposizione all’amore logorante tra i due uomini.
Completano il cast Barbara Alberti (per la prima volta sul grande schermo come attrice, nel ruolo di Elena), Serra Yilmaz (Esra), Cristina Bugatty (Mina) e Dora Romano (Lea).
La dea Fortuna è un film corale, con tante piccole storie che si uniscono in un mosaico emozionante. La storia raccontata da Özpetek è ricca di particolari derivanti dalla sua vita e dalle sue esperienze, anche molto dolorose. Come ha affermato lo stesso regista, il film è stato scritto per esplorare tutti i dubbi e le emozioni che ha provato in quel momento della sua vita, cercando di dare delle risposte ad alcune domande molto intime e personali.
Il fatto che si racconti di una coppia formata da due uomini non vuole essere determinante, infatti, il sesso dei due protagonisti non influisce sulla storia raccontata; al loro posto potevano esserci un uomo e una donna o due donne, nulla sarebbe cambiato nel raccontare un amore in crisi che ha passato il momento della passione.
Come in tutti i film di Özpetek, la musica ha un ruolo importantissimo, a cominciare dal bellissimo brano Luna diamante di Mina, usato in un momento chiave della pellicola e dal brano inedito Che vita meravigliosa di Diodato, ricco di suggestione ed atmosfera. La colonna sonora è curata al solito da Pasquale Catalano, che ci incanta tra musiche originali e brani di repertorio.