La donna alla finestra recensione film di Joe Wright con Amy Adams, Gary Oldman, Wyatt Russell, Julianne Moore, Anthony Mackie e Fred Hechinger
La curiosità è indice di un modello depressivo ridimensionato.
(Tracy Letts in La donna alla finestra)
Quando un giallo si rivela suo malgrado prevedibile nell’individuazione dopo soltanto pochi minuti del famigerato colpevole e la conclusione è il suo atto peggiore ci troviamo di fronte ad un’opera poco riuscita, e dinanzi a tali criticità neppure un grande cast come quello chiamato a raccolta da Netflix – seppur alcuni interpreti in veste di cameo -, da Amy Adams a Gary Oldman, da Julianne Moore a Jennifer Jason Leigh, i due Captain America Anthony Mackie e Wyatt Russell e Brian Tyree Henry, temiamo possa essere sufficiente a rimettere la narrazione sui corretti binari del genere di riferimento. Tratto dal romanzo omonimo di A.J. Finn ma inevitabilmente legato all’immaginario collettivo di Alfred Hitchcock, La donna alla finestra paga un grande omaggio al maestro della suspense con riferimenti per immagini a La finestra sul cortile e Io ti salverò, passando inoltre per Vertigine di Otto Preminger e La fuga di Delmer Daves.
Amy Adams (Elegia americana) interpreta la psicologa Anna Fox, donna fortemente turbata da un gravissimo trauma – che scopriremo in corso d’opera – che non esce da casa da dieci mesi, vittima di attacchi di panico e agorafobia. Cinefila praticante ammirevole e amante di film gialli, osservatrice indiscreta, impicciona del quartiere ossessionata dal vicinato, Anna è mossa da una indicibile curiosità nell’indagare sulle vite dei suoi bersagli, non limitandosi allo scrutarle o allo scattare loro fotografie ma spingendosi fino a ricerche online e chiamate telefoniche sotto mentite spoglie da provetta investigatrice privata.
– Le persone che spiano i propri vicini si suicidano meno?
– Chi tenta il suicidio perde il diritto di scherzarci su.
(Amy Adams e Tracy Letts in La donna alla finestra)
Dai grandi drammi storici e di ispirazione letteraria al thriller il passo non è certamente breve, e alla sua prima opera di suspense Joe Wright non ne rende al meglio i meccanismi, sin dall’incontro-scontro tra la protagonista e la famiglia Russell con l’intrusione reciproca nella sfera privata altrui che non funziona come dovrebbe fino alle scene, ricche di rimandi cinematografici, che vedono la protagonista vittima di insonnia tra confusione mentale ed episodi allucinogeni, più disturbanti che emotivamente coinvolgenti.
Un grande cast, utilizzato per lo più in brevi cameo che ruotano attorno alla sempre brillante Amy Adams, compensa in buona parte i limiti narrativi ed il ritmo discontinuo dell’opera scritta dall’autore teatrale Tracy Letts (I segreti di Osage County), presente anch’egli nelle vesti del Dr. Landy, lo psicologo di Anna, mentre assistiamo alla discesa verso il baratro della protagonista che sprofonda in uno stato mentale davvero oscuro, tra allucinazioni e manie, senso di colpa e ricerca di approvazione, bisogno del perdono e desiderio irrealizzabile di tornare indietro per non commettere gli errori del passato.
Sai, quando hai un figlio dici “il mio bambino”, “mio figlio”, no? Come se fosse tuo, come se ti appartenesse, ma non è così. Tu appartieni a loro, e forse non eri mai appartenuta a nessuno prima.
(Julianne Moore in Una donna alla finestra)
La buona sequenza che vede protagoniste Amy Adams e Julianne Moore con il suo sostanzioso cameo ed il conseguente, sospirato assassinio di quest’ultima sbirciato dalla finestra di fronte rappresentano la scintilla che accende seppur brevemente la narrazione, salvo poi disinnescarsi di nuovo in una serie di atti sconnessi che cercano affannosamente e con poca fortuna di innestare tensione nello svolgimento della storia.
Un unico vero brivido accende sul finale il film all’apice di un climax fugace, malamente distribuito per durata ed intensità, prima del disastroso epilogo sotto il quale l’opera di Joe Wright cede rovinosamente rivelando la scarsa propensione dell’eppure acclamato regista de L’ora più buia, Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione ad un genere che deve fare della tensione crescente il suo vessillo.
La donna alla finestra: le frasi del film
Ha seri problemi con la privacy.
(Wyatt Russell in La donna alla finestra)
Oh cavolo, che incubo essere chiusa in questa casa così schifosa.
(Julianne Moore in La donna alla finestra)
Spero solo di poter essere perdonata.
(Amy Adams in La donna alla finestra)
Chiunque altro può voltare pagina, io no.
(Amy Adams in La donna alla finestra)