La fantastica signora Maisel 4 recensione Episodi 1-2 serie TV Amazon Prime Video di Amy Sherman-Palladino con Rachel Brosnahan, Tony Shalhoub, Alex Borstein, Marin Hinkle, Michael Zegen e Kevin Pollak
È tornata e vuole vendetta: “Revenge” urla Midge (Rachel Brosnahan) di nuovo sul palco del Comedy Club nel Village dove tutto è cominciato. La sua manager Susie (Alex Borstein) l’osserva dal fondo della sala, come durante quella prima notte in cui si esibì ubriaca dopo che Joel (Michael Zegen) se ne era andato, lasciandola per la famigerata segretaria Penny Pen. Questa volta ad andarsene e a lasciarla sola, è stato Shy Baldwin (LeRoy McClain), licenziandola alla fine della terza stagione dopo uno show all’Apollo poco prima del tour europeo. La ricordiamo così, bellissima (come sempre) che guarda piangendo l’aereo partire senza di lei e così ricomincia la quarta stagione di La fantastica signora Maisel scritta da Amy Sherman-Palladino e diretta dalla sceneggiatrice insieme al marito Daniel Palladino.
La creatrice, scrittrice e regista Amy Sherman-Palladino dopo aver portando il pubblico su nuovi palcoscenici, grazie al tour di Midge come comica d’apertura degli spettacoli di Shy, ci riporta nelle prime due puntate di questa stagione sulle scene che la stand-up comedian ha già calcato nella prima e nella seconda stagione, ma c’è qualcosa di diverso, una nuova consapevolezza. La scorsa stagione, composta da otto episodi, si è dimostrata un’opera di intrattenimento, ma allo stesso tempo gli eventi raccontati iniziarono a risultare eccessivamente ripetitivi.
Per tutto il corso della terza stagione abbiamo aspettato un cambiamento, un nuovo evento che potesse creare un evoluzione nella storia e, soprattutto, nella sua protagonista la quale dopo l’iniziale mutamento operato nella prima stagione si è cristallizzata in una figura plastica, senza crescita né in positivo né in negativo. Che questa stagione possa portare finalmente novità nella vita di Midge?
Nella quarta stagione, distribuita su Prime Video a partire dal 18 febbraio, i ritmi della commedia di Palladino sono sempre gli stessi, le immagini sono ancora sfavillanti e tutti i personaggi amati portano ancora avanti quel chiacchiericcio frenetico per cui l’autrice è famosa e che è un marchio distinto di tutte le sue sceneggiature a partire da Gilmore Girls. Tuttavia le prime due puntate non sembrano promettere ciò che siamo aspettando, ovvero che La fantastica signora Maisel cambi. Comica o drammatica, è tempo che Midge viva un’evoluzione.
“Il mio nome è Mrs. Maisel, grazie e buona notte!“
Miriam Maisel (Midge) non è mai stata una ragazza particolarmente corretta: vive secondo i suoi ritmi, non pensa mai alle conseguenze delle sue azioni, vuole tutto e lo vuole come e quando dice lei. Questo è sicuramente fastidioso, ma allo stesso tempo la amiamo proprio per tale motivo. Midge è una donna privilegiata, cresciuta in uno dei quartieri più ricchi di New York in una famiglia che non le ha mai fatto mancare nulla. Come donna sposata ha avuto tutte le tranquillità economiche dovute a un marito con un lavoro ben remunerato: due figli, un bellissimo appartamento, una vita agiata. Quando tutto va in frantumi e lei inizia a esibirsi come comica raccontando la sua vita il suo comportamento non cambia, le sue pretese non cambiano. Midge è sicura di quanto le spetta, del suo valore e del suo potenziale. Nessuno la può far sentire inferiore, nessuno può toglierle quanto lei è convinta di meritare, ma è pur sempre il 1960 e lei è una donna, non ha più un marito, vive con i suoi genitori e basta una parola sbagliata per perdere tutto, perché alla fine lei è solo una donna e nel finale della terza stagione comprende a tutti gli effetti cosa davvero significhi.
Midge non è Lenny Bruce (Luke Kirby), non può dire tutto quello che vuole, anche se vorrebbe, anche quando tutta la sala ride, lei deve imparare ad adeguarsi a ciò che gli altri vogliono. Oppure, decidere di diventare la nuova Lenny Bruce, non essere più uno spettacolo d’apertura, ma la protagonista dello spettacolo. È quanto chiede alla sua manager Susie: non vuole più limiti, margini, vuole avere una voce sua per quanto possa a volte rivelarsi scorretta.
Se è giusto che Midge voglia imporre la propria voce, al contempo, è triste vedere come ella non realizzi quanto le sue parole siano state pericolose per Shy, come donna ebrea che assiste a uno show antisemita nei primi episodi di questa quarta stagione, è difficile accettare che non capisca quanto le sue parole nei confronti di un uomo nero sospettato di essere gay all’inizio degli anni Sessanta abbiano messo in pericolo il cantante e causato il suo licenziamento. È un mondo difficile ed è vero quello che Midge dice alla figlia “è un mondo di uomini“, ma Shy è un uomo nero a New York, prima di Rosa Parks, Martin Luther King o i Kennedy, un uomo nero di cui viene messa in discussione la sessualità rendendolo un bersaglio per moltissime persone.
Midge non è una persona necessariamente corretta, anzi è spesso viziata, egoista, superficiale, vanesia, impulsiva, per tutti questi motivi ella non ci piace e l’amiamo al contempo. Apprezziamo i difetti di Midge perché la rendono una personaggia onesta, il cui umorismo senza filtri non vuole mai essere malizioso, anche quando nasce da un senso di rabbia o tristezza. Amiamo Midge perché anche quando sbaglia si rialza sempre, a ogni errore cerca di trovare una soluzione. Palladino crea una personaggia affascinante grazie alle sue imperfezioni e sono queste che ci colpiscono, che ricordiamo. La sua immagine perfetta costruita con cura a partire dai vestiti fino ai morbidi boccoli non riescono a tradire il motivo per cui ella è meravigliosa: non è la maschera che sfoggia davanti alla famiglia e al rabbino, e che ogni tanto fa cadere, come in occasione del suo matrimonio, no, la sua meravigliosità è il suo coraggio, la sua impavida persona, la sua mente veloce e analitica che unita al suo brutale umorismo è un’accoppiata vincente e allo stesso tempo mostra le sue mille imperfezioni.
La fantastica signora Maisel ha ancora molto da dire…
…Speriamo solo che trovi il coraggio di dirlo così come la sua protagonista. Mrs. Maisel ha conquistato tutti e tutte per il coraggio delle sue parole e l’onestà con cui racconta ciò che che la circonda, ma è giunto il momento di dire di più e siamo certi che Palladino così come la personaggia nata dalle sue parole abbia molto da raccontare. Le prime due puntate di questa questa stagione sembrano promettenti nel restituire un racconto più ampio, ricominciando ad intrecciarsi con la società americana del passato, i suoi mille mutamenti e le tradizioni che cerca disperatamente di non perdere. Un mondo passato che Palladino aveva ricostruito splendidamente nella prima stagione, dove la sua scrittura forniva numerosi appigli per una riflessione sul nostro stesso presente e la realtà contemporanea. Finalmente la sagacia che abbiamo amato sembra essere tornata e non possiamo fare altro che prepararci per questo nuovo viaggio insieme che si spera essere costellato di tante risate e qualche lacrima.