La regina degli scacchi recensione serie TV Netflix creata da Scott Frank e Allan Scott, basata sul romanzo di Walter Tevis con Anya Taylor-Joy, Marielle Heller, Harry Melling, Thomas Brodie-Sangster, Jacob Fortune-Lloyd, Bill Camp e Moses Ingram
Fu la scacchiera a colpirmi.
Esiste tutto un mondo in quelle 64 case.
Mi sento sicura lì, posso controllarlo, posso dominarlo ed è prevedibile.
So che se mi faccio male è solo colpa mia.
(Anya Taylor-Joy ne La regina degli scacchi)
Portare sullo schermo un’opera letteraria così complessa – The Queen’s Gambit di Walter Tevis pubblicata nel 1983 – che spazia dallo sport degli scacchi al thriller e al romanzo di formazione, attraverso una narrazione deliziosa ed avvincente, intrisa di emancipazione, femminismo, dipendenza dalle droghe e dall’alcool ed autolesionismo che ruota attorno al prodigio degli scacchi Beth Harmon, La regina degli scacchi superbamente interpretata da Anya Taylor-Joy, era un’impresa tanto audace quanto ardua.
– Dovevi essere molto sola.
– Io sto bene da sola.
(La regina degli scacchi)
Il delicato equilibrio che mantiene la storia dell’orfana Beth Harmon, personaggio di finzione liberamente ispirato ai prodigi del campione di scacchi statunitense Bobby Fischer, bambina sola al mondo e sopravvissuta “per sbaglio” che si appassiona al mondo degli scacchi grazie al custode dell’orfanotrofio Mr. Shaibel (Bill Camp), in un mondo sportivo di soli uomini microcosmo di una società dove “solo le donne di colore lavorano”, tra intrattenimento e formazione, tensione e commozione, dolore e rivincita, permette la messa in scena di un’opera di raro spessore, tanto difficilmente confinabile ad un genere piuttosto che ad un altro quanto profonda e memorabile.
Entrare nella testa di Beth, costretta dalla sorte avversa ad imparare sin da bambina a controllare le sue emozioni per necessità e per non sprofondare nel dolore, a dominare un mondo prevedibile nel quale bisogna essere una donna forte per stare sola e trovare la propria strada, in una società dove le persone, le donne soprattutto, si accontentano di tutto per poter dire di avere qualcosa, è un’esperienza di rara condivisione emotiva.
É il tuo destino, afferralo!
(La regina degli scacchi)
Il fascino enigmatico degli scacchi alimenta una storia di formazione ed emancipazione emozionante e singolare, che fa leva sull’importanza delle nostre radici e sull’immane forza necessaria, se non si è tanto fortunati da nascere dalla parte “giusta” della barricata, per afferrare il proprio destino.
Perdonabile il finale in calando e un po’ melenso, che ci ricorda che guardarsi a volte alle spalle serve a trovare il coraggio di non mollare, rivedendo tutti i sacrifici compiuti e gli ostacoli superati, memori del fatto che nel momento del bisogno le persone che ci hanno davvero a cuore non ci faranno mancare il loro sostegno.
Le frasi de La regina degli scacchi
La scacchiera è il mondo.
I pezzi sono i fenomeni dell’universo.
Le regole del gioco sono le leggi della natura e
l’altro giocatore è nascosto a noi.
Una volta sprofondata nel dolore,
la preghiera e la fede ti solleveranno e ti aiuteranno a trovare la tua strada.
Sebbene io non sia più una moglie, se non per una pantomima legale,
credo di poter imparare ad essere una madre.
[Pranzo di Natale durante un volo aereo]
– Com’è? Buono?
– É il miglior Natale di tutta la mia vita!
(Marielle Heller e Anya Taylor-Joy)