La Ruota del Tempo recensione serie TV Amazon Original di Rafe Judkins con Rosamund Pike, Daniel Henney, Zoë Robins, Madeleine Madden, Josha Stradowski, Priyanka Bose e Álvaro Morte
Prima di affrontare La Ruota del Tempo, bisogna dare un’occhiata al contesto in cui è stata prodotta e distribuita. Per chi era piccolo negli anni ’90 non sarà difficile ricordare la parabola disneyana che vedeva ingenui e ghiotti cartoni animati ingozzarsi di buonissime mele rosse fino a rimanere doloranti e inermi al suolo. Ogni generazione in realtà ha il suo riferimento metaforico che prova a mettere in chiaro che purtroppo il troppo storpia, ma sugli effetti che questi possano aver realmente avuto sui discenti non c’è alcuna certezza. É un problema connaturato alle nostre origini animali, quel senso del limite a cui non siamo capaci spesso di attenerci e che puntualmente cerchiamo di superare. Che sia una mela o una serie tv, poco importa. Resta il fatto che finita una ne vorremmo immediatamente un’altra altrettanto gustosa e succulenta, anche a costo di fare indigestione.
Ora, se la domanda è così famelica, perché non inondare l’offerta di contenuti che possano saziarla o bloccarne la digestione? Fino a qualche tempo fa si parlava di peak tv, identificando un momento in cui risultavano disponibili prodotti di qualità con un tangibile successo di critica e di pubblico, ora invece bisogna correggere il tiro e parlare di peak redundancy. Grazie alla moltiplicazione esponenziale di player sul mercato, con cataloghi originali e IP dallo spiccato appeal, è diventata impellente la corsa al prossimo instant cult, capace di frantumare record e occupare il trono lasciato vacante dal precedente. Non è solo un discorso di genere, ma di occupazione massiva dell’audience digitale per garantirsi un posto al sole e consolidare una platea di abbonati paganti.
È una scienza esatta? Assolutamente no, ma spesso non se ne può fare a meno. La Ruota del Tempo è la sintesi perfetta di questo lungo excursus. Una saga letteraria fantasy lunga quattordici libri con quasi cento milioni di copie vendute nel mondo si trasforma nella mossa di Amazon Prime Video per dare una spallata agli equilibri dello streaming con un budget più cinematografico che televisivo (si parla di 10 milioni di dollari a puntata per la prima stagione). Un cast composto prevalentemente da sconosciuti in cui spicca la presenza di Rosamund Pike anima la ricerca del Drago Rinato, un essere capace con il suo potere magico di riequilibrare le forze del bene e del male in un mondo fantastico.
Rafe Judkins ha scelto di catapultare tutti in medias res, ascrivendo al ritmo della narrazione il compito di trasportarci nel mondo fantastico creato da Robert Jordan. Consapevole di avere una storia dalle mille ramificazioni da raccontare, comincia a correre in maniera forsennata verso il centro narrativo, prelevando scampoli di informazioni e personaggi lungo il tragitto. La Ruota del Tempo si presenta così come uno studente ansioso in procinto di affrontare l’esame più importante della sua carriera universitaria, stretto tra l’importanza capitale dell’appuntamento e la necessità di presentarsi pronto a 360°. In effetti, del fantasy, c’è tutto l’immaginario necessario, ma assemblato visivamente in maniera posticcia e quasi precipitosa. La magia promessa non combacia con l’armonia del racconto e non batte, almeno all’inizio, una strada originale all’interno dei mondi fantastici che abbiamo avuto l’occasione di conoscere.
Qualcuno infatti argomenterà che è una scopiazzatura a metà tra Il Trono di Spade e Il Signore degli Anelli come se fossero gli unici paradigmi di riferimento, qualcun altro obietterà che una serie di ampio respiro ha bisogno di decantare prima di rivelare il suo vero sapore, ma allo stato attuale stiamo correndo i cento metri dell’atletica leggera: le false partenze comportano la squalifica dalla competizione. Suona più familiare ora il concetto di peak redundancy?
La Ruota del Tempo corre contro se stessa e contro un sistema che fagocita chi non riesce ad emergere dalla media, pena la riduzione a fiore di un bouquet. E, per ora, si sente un leggerissimo crampo allo stomaco.