La Sirenetta: incontro ed intervista con Halle Bailey (Ariel), il regista Rob Marshall e il cast del nuovo live action Disney, remake del classico d’animazione del 1989 con Javier Bardem e Melissa McCarthy
Abbiamo avuto il piacere di incontrare il cast de La Sirenetta e di vedere in anteprima il film di Rob Marshall, remake del classico d’animazione Disney del 1989. Di per sé può suonare abbastanza strano, per chi è cresciuto con le figure bidimensionali di uno dei classici per bambini degli anni Novanta. Ma ritrovare Ariel (Halle Bailey), Sebastian (Daveed Diggs), Re Tritone (Javier Bardem), Ursula (Melissa McCarhty), Scuttle (Awkwafina) vuol dire conferire tridimensionalità a un ricordo sfumato del passato, rendendolo improvvisamente vivido.
La stella splendente, quasi protetta dai suoi colleghi, è ovviamente Halle Bailey, che battezza il suo ingresso nell’immaginario disneyano con un ruolo pieno di insidie e inviso a tutte le giovanissime attrici. Si pensa che normalmente si trovi la persona giusta dopo infiniti provini ma, secondo il regista Rob Marshall, qui è avvenuto l’esatto contrario: Il fatto è questo. Il primo attore che abbiamo visto per questo ruolo era Halle. La prima cosa che ha fatto è stata venire e cantare per noi e ha cantato quella canzone (Part of Your World, uno dei brani originali del 1989). Ha chiuso gli occhi e ha iniziato a cantare la canzone. E io ho pensato che non potevo credere a quello che stavo sentendo. Ho pensato: “È così profondamente connessa a ciò che sta cantando.“
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Lavoro a questo progetto da quando avevo 18 anni, ha affermato l’attrice statunitense Halle Bailey. Interpretare Ariel mi ha aiutato a trovare me stessa, con lei sono cresciuta come interprete e come giovane donna e ora mi ritrovo nel suo percorso di passioni e nella capacità di affrontare anche cose che la spaventano. Ariel mi ha insegnato tanto.
Su questo percorso si innesta il tentativo del regista di dare profondità ad una storia che mostrava segni di universalità già nel materiale di Hans Christian Andersen, indicato come nume tutelare con una citazione posta ad inizio film: La prima cosa che io e John (DeLuca, produttore del film) abbiamo fatto quando abbiamo effettivamente iniziato questo viaggio è stato guardare al racconto di Hans Christian Andersen per capire da dove tutto ha avuto origine. Ci siamo subito resi conto di quanto questo fosse un storia estremamente contemporanea già nel 1830 su questa giovane ragazza che si sente spaesata e vuole intraprendere un viaggio alla scoperta di sé in un altro mondo. La citazione è quella più famosa del racconto. Devo dire che, poiché stavamo portando, credo, più profondità ed emozione, cosa che puoi fare in un film in live-action, le parole della fiaba rendono tutto più autentico. L’idea che una sirena soffra di più dal momento che non versa lacrime, ci è sembrato che apparecchiasse la tavola per un racconto più emozionante della storia che tutti conoscono.
Un’emozione che conosce benissimo Alan Menken, vincitore del premio Oscar proprio per la celeberrima In fondo al mar, trovatosi ad ampliare e contaminare il prezioso materiale composto anni addietro: Quando si lavora a un musical bisogna mettere in piedi una struttura elaboratissima che deve sopportare un mucchio di spostamenti e di cambiamenti. Scrivi per i personaggi, per il concept, per il ritmo della storia. Si imposta il DNA della storia. Io poi ho una tavolozza di colori musicali che modifico mentre do le mie pennellate a seconda delle esigenze della storia e dei personaggi.