La Storia recensione serie tv di Francesca Archibugi con Jasmine Trinca, Valerio Mastandrea, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo e Francesco Zenga
La prima edizione del romanzo di Elsa Morante, La Storia, riporta come sottotitolo uno scandalo che dura da diecimila anni.
Non c’è ovviamente un’interpretazione univoca ma è ragionevole pensare che la scrittrice si riferisse a quella struttura generale, identificata con una lettera maiuscola, che ha il potere di determinare i movimenti di minuscole e affannose vite con gli strumenti più disparati. Tra questi, il preferito degli esseri umani è la guerra, capace di modificare e stravolgere con estrema facilità la vita delle persone, mantenendo come minimo comun denominatore il dolore.
La scrittrice romana mette a punto un congegno narrativo che Francesca Archibugi intercetta creando una serie per Rai Fiction, che offre al dramma di Ida (Jasmine Trinca), Nino (Francesco Zenga) e Useppe un respiro più ampio tipico della serialità televisiva.
Le oltre 600 pagine pubblicate nel 1974 si trasformano in otto episodi che tentano di trasmettere nei personaggi e nelle scene lo stesso stupore, divertimento, orrore, disperazione che si prova leggendo La Storia da adolescenti.
Un compito spaventoso e al tempo stesso bellissimo, guidato dalla consapevolezza dell’impossibilità di uscirne emotivamente indenni e dalla necessità di fare i conti con passato forse mai guarito.
Il primo episodio, presentato al Festival del Cinema di Roma, si occupa principalmente della ricostruzione del clima della Roma degli anni Quaranta, sia attraverso la scenografia che la presentazione dei personaggi. La storia della famiglia Ramundo inizia per noi quando l’Italia sembra sull’orlo del baratro, giorni in cui la Storia si intreccia con le vicissitudini di Ida, oggetto di violenza sessuale da parte del soldato tedesco Gunther mentre ogni giorno a Roma risuonano le sirene antiaeree.
È il momento in cui tutta la Storia e le nazioni della terra s’erano concordate a questo fine: la strage del bambinello Useppe Ramundo.
La tensione monta, ma lo sforzo immaginifico non sembra reggere il passo con la portata di un racconto che Pasolini definiva uno e trino per la quantità di spunti contenuti al suo interno.
La Storia è infatti un affresco dettagliato e potente di anni cruciali delle vicende italiane.
L’appuntamento è fissato per il 2024 sulle reti Rai e su Raiplay, solo allora potremo valutare la completezza e la qualità del prodotto.