La vita in un attimo

La vita in un attimo recensione

La vita in un attimo recensione del film di Dan Fogelman con Oscar Isaac, Olivia Wilde, Annette Bening, Antonio Banderas, Mandy Patinkin e Olivia Cooke

La vita è talmente imprevedibile che nessuno può immaginare ciò che gli riserverà: questo è il filo conduttore de La vita in un attimo, il nuovo film di Dan Fogelman, già produttore e sceneggiatore della celebre serie TV This Is Us.

Ambientato tra la caotica New York e le verdeggianti campagne spagnole, la pellicola segue le vicende di due famiglie e racconta le gioie e i dolori che i protagonisti si trovano ad affrontare quotidianamente. La trama si sviluppa ordinatamente in capitoli, ognuno dei quali è dedicato ad un personaggio ma, storia dopo storia, questi aggiungono un tassello al quadro generale e ciò che lega i protagonisti diventa sempre più evidente: non c’era modo migliore per mostrare come ogni uomo sia solo una pedina in un gioco molto più grande di lui, e come la vita stessa sia l’unica che può tirare i dadi e decidere la prossima mossa.

La vita in un attimo
Olivia Wilde e Oscar Isaac in La vita in un attimo di Dan Fogelman
La vita in un attimo
Sergio Peris-Mencheta e Laia Costa

Lutto e malattia vengono così affiancati a momenti di felicità per la nascita di un figlio o per lo sbocciare di un amore; alcuni cercano un modo per reagire al dolore, altri si lasciano sopraffare da esso, come è naturale che sia, perché ognuno affronta con atteggiamento diverso le difficoltà della vita, e lo spettatore non può che immedesimarsi negli avvenimenti narrati.

Il regista, inoltre, decidendo di lavorare con due cast diversi fa una scelta coraggiosa ma necessaria alla buona riuscita finale. Una buona metà del film è ambientata in Spagna e il fatto che gli attori parlino in spagnolo favorisce la rappresentazione di un mondo molto distante rispetto alla realtà che la famiglia newyorchese vive.

La vita in un attimo
La vita in un attimo di Dan Fogelman
La vita in un attimo
Olivia Wilde e Oscar Isaac

Fogelman fornisce un doppio sguardo alla vita, perché i problemi che attanagliano i protagonisti dipendono inevitabilmente dall’ambiente in cui vivono: se la giovane Dylan dovrebbe preoccuparsi del college, Javier ha una piantagione da curare e una famiglia di cui occuparsi.

Interessante l’espediente di accompagnare tutto il film con una voce narrante, che alla fine si rivela avere un ruolo fondamentale nella storia e ne permette una conclusione soddisfacente ed emozionante.

Fogelman con questa piacevole pellicola gioca con i sentimenti dello spettatore, creando attimi di spensieratezza, affiancandoli a momenti estremamente toccanti e accompagnando il tutto con una colonna sonora spesso malinconica e dominata, nei passaggi più importanti, dall’album Time out of mind di Bob Dylan, riuscendo a far riflettere sulla potenza che hanno la Vita e il Destino sui singoli uomini.

Marta

Sintesi

Fogelman gioca con i sentimenti dello spettatore, creando attimi di spensieratezza affiancati a momenti estremamente toccanti, riuscendo a far riflettere sulla potenza che hanno la Vita e il Destino sui singoli uomini.

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