Last Christmas recensione del film di Paul Feig con Emilia Clarke, Henry Golding, Michelle Yeoh e Emma Thompson sulle note di George Michael
Irriverente, disincantato, ma anche magico e romantico. Ecco un primo quadro generale di Last Christmas, l’ultimo film diretto da Paul Feig, che vede come protagonisti Emilia Clarke nel ruolo di Kate che sogna di fare la cantante mentre lavora come commessa-elfo in un negozio di addobbi natalizi a Covent Garden, che eccede con il consumo di alcol e cibo spazzatura e che combina un disastro dopo l’altro, e Henry Golding nei panni di Tom, un ragazzo fuori dall’ordinario e con il cuore d’oro, che aiuta i senzatetto, va in giro in bicicletta e che vive la sua vita lontano dal telefono.
I due ragazzi si conoscono durante il periodo natalizio e scatterà tra loro un legame speciale e indissolubile: sarà Tom ad aiutare Kate nel processo di guarigione, non fisico, ma spirituale, a seguito di un importante intervento chirurgico al cuore che sconvolgerà la sua vita e quella dei suoi familiari; lui sarà l’unico in grado di comprenderla e a farle capire di non sprecare il prezioso dono di un nuovo inizio.
La simpatia del personaggio di Emilia Clarke e gli altri personaggi che la circondano sono il mix perfetto per un piacevolissimo film di Natale: risate a profusione, situazioni surreali, comiche e non, e la giusta dose di romanticismo natalizio che non guasta mai.
Il ritmo del film è costante: Last Christmas non abbandona mai lo spettatore tra le grinfie della noia e prosegue con continui alti e bassi che vanno di pari passo con lo spirito combattuto e altalenante della protagonista, che lotta contro se stessa e contro il mondo perché, da figlia modello quale era, vive con la pressione delle grandi aspettative e dell’apprensione dei genitori, soprattutto della madre, che, dopo il trapianto di cuore di Kate, guarderanno la figlia con gli stessi occhi di prima, nonostante lei si senta profondamente cambiata, inquieta e turbata.
Last Christmas ci regala, però, un finale agrodolce perché, dopo un epilogo dal sapore amaro, lo spirito natalizio prorompe in un atto finale che scalda il cuore e che ci ricorda come fare qualcosa di buono per gli altri serva anche ad aiutare noi stessi.
Dopo la visione non si potrà fare a meno di “guardare in su”, come suggerisce sempre Tom a Kate per insegnarle che tutto ciò che c’è di sorprendente è più su delle nostre scarpe.