Last of the Wolves

Last of the Wolves recensione film di Shiraishi Kazuya con Matsuzaka Tori e Suzuki Ryohei [FEFF 23]

Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II) recensione film di Shiraishi Kazuya con Matsuzaka Tori, Suzuki Ryohei, Katase Rina, Murakami NijiroNishino Nanase

Cosa genera un uomo come quello?
(Last of the Wolves)

Shiraishi Kazuya dirige il sequel del suo The Blood of Wolves del 2018, ambientato tre anni dopo rispetto al primo capitolo, in Giappone prima delle leggi del 1992 contro il crimine organizzato: dopo l’assassinio del boss della yakuza Shōhei Irako avvenuto nel primo film con la complicità della polizia, i clan Odani-gumi di Kurihara e Jinsei-kai di Hiroshima hanno firmato una fragile ma perdurante tregua, le cui fila sono rette dalle trame dell’infedele detective di Kurihara Shuichi Hioka (Matsuzaka Tori), che con le sue azioni mirate aveva quasi sradicato la Irako-kai di Hiroshima, fedele al defunto Shōhei Irako, e ristabilito la “pace sociale”.

Yakuza movie spietato, drammatico, ricco di sfaccettature e privo di quei toni esagerati e sgargianti tipici di certo cinema asiatico, molto vicino al cinema di Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, con Last of the Wolves il regista Shiraishi Kazuya crea immagini potentissime di rara efferatezza, contrapponendo in un’elettrizzante sfida all’ultimo sangue due incredibili antieroi, il poliziotto corrotto – e riconosciuto come tale anche dai suoi colleghi – Shuichi Hioka e il gangster Shigehiro Uebayashi (Suzuki Ryohei), villain strepitoso quest’ultimo, uno dei più grandi psicopatici di sempre in questo genere, impersonato da un attore sontuoso autore di un’interpretazione da brividi, in un confronto che rimanda inevitabilmente al punto d’incontro tra Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese e Heat di Michael Mann.

Matsuzaka Tori è il detective di Shuichi Hioka
Matsuzaka Tori è il detective di Shuichi Hioka in Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2 – Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II)
Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2 - Korou no Chi Level 2 - The Blood of Wolves II) recensione film di Shiraishi Kazuya
Last of The Wolves (孤狼の血 LEVEL2 – Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II)

Sapevo di doverlo uccidere prima che lui uccidesse me.
(Suzuki Ryohei in Last of the Wolves)

Ispirato al romanzo di Yuko Yuzuki, Last of the Wolves riesce ad andare ben oltre la strepitosa interpretazione di Suzuki Ryohei, disegnando in un unico film di mafia una disamina spietata della politica, della corruzione, della libertà di stampa e del compromesso sociale dalla ferocia drammatica.

Shiraishi Kazuya gioca tra campo e controcampo sui volti dei protagonisti – altro riferimento a Heat di Michael Mann – costruendo una rara tensione narrativa e un’atmosfera affilata come un rasoio nel mettere in atto la trasfigurazione di Uebayashi in una bestia violenta ed efferata, solo apparentemente sottomessa in galera dalle forze carcerarie, vittima di un passato di soprusi, picchiato dal padre alcolizzato e nullafacente mentre la madre volgeva lo sguardo altrove issando un doloroso velo di omertà.

Ed è proprio lo sguardo omertoso, cieco e colpevole della madre a diventare la firma delle mostruosità di Uebayashi, che cava gli occhi ai traditori e alle sue vittime, iniziando proprio dai genitori brutalmente uccisi.

Suzuki Ryohei è il gangster Shigehiro Uebayashi
Suzuki Ryohei è il gangster Shigehiro Uebayashi in Last of The Wolves (孤狼の血 LEVEL2 – Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II)
Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2 - Korou no Chi Level 2 - The Blood of Wolves II) recensione film di Shiraishi Kazuya
Last of The Wolves (孤狼の血 LEVEL2 – Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II)

Gli yakuza dicono di essere cattivi e che fanno cose cattive.
Quelli che fanno cose brutte ma credono che siano buone sono molto più tosti.
Sono convinti d’avere ragione: è molto più difficile sbarazzarsene.
(Baijaku Nakamura in Last of the Wolves)

L’ironia caustica del personaggio interpretato brillantemente da Baijaku Nakamura, alle prese con la figura del polizotto “umile e servizievole” Takayuki Seshima, ormai a suo dire ai margini dell’organizzazione e a fine carriera e protagonista di un imprevedibile e stupefacente sviluppo narrativo, sparsa attraverso dialoghi sprezzanti e durissimi nella loro spontaneità, sottolinea un’amara critica sociale ai criminali politici, che sono convinti di essere sempre nel giusto e si considerano irremovibili, e alla libertà di stampa, laddove l’omertà, l’accomodamento ed il quieto vivere nei confronti della criminalità organizzata, non più protagonista di faide di sangue sul territorio bensì di manovre politiche, affari finanziari, speculazioni immobiliari ed appalti, sono da considerarsi preferibili ed il male minore rispetto all’affermare a costo del sangue i principi della giustizia e della moralità.

Principi che il detective corrotto Hioka accantona in quanto la sua moralità non risiede più nella fedeltà alla giustizia e agli imperativi della sua professione di poliziotto, bensì nella fedeltà a se stesso e al proprio tornaconto, aprendo così una profonda riflessione su chi sia più deprecabile tra lo yakuza che cerca di riappropriarsi della sua famiglia e della tradizione della sua organizzazione o il poliziotto corrotto e senza vergogna. Uno sbirro al di sopra della legge e della mafia che, quando la situazione precipita, sente il suo potere sbriciolarsi tra le mani, considerato un traditore da entrambe le fazioni in guerra, fino ad allora temuto ma mai realmente rispettato.

Matsuzaka Tori e Baijaku Nakamura
Matsuzaka Tori e Baijaku Nakamura
Matsuzaka Tori
Matsuzaka Tori

Non ci sono più lupi in questo paese. I lupi sono diventati troppo feroci e fuori controllo, così gli umani li hanno sterminati fino all’ultimo.
(Last of the Wolves)

L’atroce passato di abusi rappresentato da una potentissima scena evocativa tra primissimi piani carichi di odio, rivalsa, supplica e disperazione, il brutale presente segnato da indicibili violenze, patti di sangue, prove d’onore, abiti bianchi alla Scarface e atteggiamenti dissacranti: Last of the Wolves ci regala un nuovo boss di mafia, lo Uebayashi di Suzuki Ryohei, che entra prepotentemente nell’immaginario collettivo dopo il Tony Montana di Al Pacino in Scarface e l’Al Capone di Robert De Niro in The Untouchables – Gli intoccabili.
Un lupo che vuole solo seminare fiamme e morte, mentre il suo vecchio clan cerca di mantenere gli equilibri di potere trattando con le istituzioni.

C’è anche il sogno infranto di una nuova vita simboleggiato dall’ottenimento del passaporto, quella che il giovane Chikada “Chinta” Kota (Murakami Nijiro), fratello della fidanzata di HiokaChikada Mao interpretata da Nishino Nanase -, che finisce spesso in giochi sporchi per compiacere la bramosia di potere di quest’ultimo, immagina lontano dal Giappone, in Corea, pronto a rifarsi un nome e ad abbandonare quella terra che lo ha ormai etichettato come un buono a nulla, vittima indifesa di giochi di potere immensamente più grandi, usato dalla polizia e trucidato dalla yakuza.

Giochi di potere che vedono il sovrintendente del distretto di Hiroshima Daisuke Saga (Ken’ichi Takitô) rivelare una corruzione dilagante che arriva fino ai piani più alti, in “lotta” per mantenere la pace tra i clan ripristinando al contempo la forza ed il tornaconto delle istituzioni sul territorio, anche a costo di liberare a piede libero una furia cieca portatrice di caos e morte come il lupo Uebayashi.

Suzuki Ryohei e Murakami Nijiro
Suzuki Ryohei e Murakami Nijiro
Nishino Nanase e Matsuzaka Tori
Nishino Nanase e Matsuzaka Tori

L’unico motivo per cui siamo ancora vivi è che la polizia ci ha usati.
(Suzuki Ryohei in Last of the Wolves)

In un impetuoso ribaltamento dei ruoli, tra colpi di scena clamorosi e di rara potenza, l’ascesa di alcuni personaggi secondari dimostra la grandezza di un’opera – scritta da Ikegami Junya – carica di profondità narrativa e drammaturgica: il giornalista infedele diventa paladino della giustizia, il corrotto diventa un giustiziere redento, le forze dell’ordine si rivelano i principali colpevoli del caos che divampa tra le strade, tra cambi di fronte sorprendenti e una disamina lucida e spietata dei lati oscuri della società.

Un finale esasperatamente gore e gridato mancante di misura, che si materializza nello scontro tra i due antieroi protagonisti Hioka e Uebayashi, al culmine di una pellicola sempre estremamente drammaturgica e ponderata, ci impedisce di mettere il massimo dei voti ad un gangster movie comunque memorabile e che rimane scolpito nella storia della cinematografia asiatica e non solo per lo spessore narrativo, lo sviluppo originale e per il ritratto del crudele e magnetico villain interpretato dallo strepitoso Suzuki Ryohei.

Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2 - Korou no Chi Level 2 - The Blood of Wolves II) recensione film di Shiraishi Kazuya
Last of The Wolves (孤狼の血 LEVEL2 – Korou no Chi Level 2 – The Blood of Wolves II)
Ken'ichi Takitô e Matsuzaka Tori
Ken’ichi Takitô e Matsuzaka Tori

Last of the Wolves (孤狼の血 LEVEL2Korou no Chi Level 2The Blood of Wolves II): le frasi del film

Uno yakuza che implora pietà merita solo di morire.
(Suzuki Ryohei in Last of the Wolves)

Libertà d’espressione? Se la gente morisse a causa di essa, il tuo capo se ne prenderebbe la colpa?
(Matsuzaka Tori in Last of the Wolves)

Distruggo tutto ciò su cui metto le mani.
(Suzuki Ryohei in Last of the Wolves)

La voglia di vivere è una cosa straordinaria.
(Suzuki Ryohei in Last of the Wolves)

Mi faccio il cxxo per mantenere la pace.
(Matsuzaka Tori)

Se nessuno ti dà gli avanzi, non puoi vivere.
(Suzuki Ryohei)

Diventare il più forte non è sempre un bene.
(Last of the Wolves)

Sintesi

Yakuza movie spietato, drammatico, ricco di sfaccettature e privo di quei toni esagerati e sgargianti tipici di certo cinema asiatico, molto vicino al cinema di Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, con Last of the Wolves il regista Shiraishi Kazuya crea immagini potentissime di rara efferatezza, disegnando in un unico film di mafia una disamina spietata della politica, della corruzione, della libertà di stampa e del compromesso sociale dalla ferocia drammatica. Strepitoso il villain Uebayashi impersonato dal sontuoso Suzuki Ryohei, in un'interpretazione da brividi che entra prepotentemente nell'immaginario collettivo dopo il Tony Montana di Al Pacino in Scarface e l'Al Capone di Robert De Niro in The Untouchables - Gli intoccabili.

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