Lontano Lontano recensione film di e con Gianni Di Gregorio con Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzka, Daphne Scoccia e Galatea Ranzi
Ci sono film che colpiscono per la regia particolare, per gli effetti speciali di ultima generazione o per la sceneggiatura originale. Poi ci sono film che grazie a dialoghi semplici e ad una recitazione magistrale riescono ad entrarti nel cuore subito, dal primo minuto. È quello che accade vedendo Lontano lontano, diretto da Gianni Di Gregorio che oltre a partecipare alla sceneggiatura e alla scrittura del soggetto ne è uno dei principali interpreti.
Il regista di Pranzo di Ferragosto (2008) stupisce ancora per la sua semplicità nel raccontare storie di tutti i giorni, storie che hanno un sapore di normale quotidianità, che emozionano, che fanno ridere ma anche pensare. Insieme ad un grandioso Ennio Fantastichini, il quale ci regala la sua ultima interpretazione così spensierata e serena che si fa fatica a pensare di non vederlo mai più sul grande schermo, e ad un temerario Giorgio Colangeli, così vero nel suo essere trasteverino che viene da ridere a pensare che recentemente ha vestito i panni del padre di Totti nella fortunata serie Sky Speravo de morì prima, il “Professore” Di Gregorio forma parte del trio di ultra sessantenni romani stufi di pagare tante tasse e di tirare a campare con i pochi soldi della pensione.
A tirare le redini è Giorgetto (Giorgio Colangeli), che perennemente senza un soldo, coinvolge il Professore (Gianni Di Gregorio) in un progetto ben preciso, espatriare per vivere più sereni e senza essere vessati dal fisco italiano. É proprio qui che entra in ballo Attilio (Ennio Fantastichini), che potrebbe aiutarli a realizzare questo sogno poiché suo fratello anni prima ha fatto la stessa scelta. I tre pensionati iniziano a studiare le mete miglior, facendosi aiutare da un esperto, il signor Feldmann (Roberto Herlitzka), che schiarisce le loro idee confuse e infine li indirizza sulle esotiche Azzorre.
Quando tutto sembra pronto per partire e iniziare una nuova vita però i tre si fanno prendere da dubbi, sia personali sia morali, e sarà proprio la conoscenza di Abu (Salih Saadin Khalid), un ragazzo del Mali che lavora a Trastevere con l’obiettivo di mettere da parte dei soldi per raggiungere il fratello in Canada, che farà cambiare loro idea.
Una storia semplice ma ricca di emozioni, che fa ridere e allo stesso tempo strappa più di una lacrima perché vera e sincera. L’indignazione dei tre personaggi stufi del loro contesto confligge non solo con la loro malinconia abitudinaria ma anche con il loro cuore grande e generoso che alla fine avrà la meglio sulle loro scelte.
La commedia premiata ai David di Donatello 2021 per la migliore sceneggiatura adattata è disponibile sulla piattaforma RaiPlay.