Ma te che cosa ti aspettavi?
Di poter essere l’uomo più ricco del Paese,
fare il Premier,
e che anche tutti ti amassero alla follia?
SI. Io mi aspettavo proprio questo.
Delude l’ultimo film di Paolo Sorrentino, l’attesissimo film artisticamente ispirato alla vita di Silvio Berlusconi che, partendo dalla storia dell’uomo, imprenditore e politico di successo, prometteva di dipingere un riprovevole affresco sull’entourage berlusconiano e sul malcostume dilagante che ha segnato e segna le questioni politiche e sociali della storia moderna del nostro Paese.
Loro, o meglio Loro 1 indugia per oltre metà della pellicola in modo ossessivo su sesso, squallide nudità, miseria esistenziale, sostanze stupefacenti e costumi riprovevoli, senza alcuna critica o riflessione sociale, lasciando spazio e libero sfogo alla violenza di immagini alla lunga davvero inutili e disturbanti, in un vuoto assordante di parole e significati.
La fiera della carne messa in scena da Sorrentino alla lunga si banalizza da sè a causa di una povertà di scrittura che affligge l’intera pellicola e mostra i suoi limiti più ampi proprio quando dovrebbe fotografare il contesto di depravazione dei costumi, la prostituzione fisica e mentale, gli atteggiamenti, i pensieri e le speranze di Loro, che sono o vorrebbero essere alla corte di Lui e che a Lui si sono asserviti o si asservirebbero.
Emblematica tra tanta banalità emerge l’immagine di una moltitudine di corpi giovani, belli, nudi e provocanti, intossicati dalle droghe, che resta affacciata ad una balconata in attesa di qualcosa che possa cambiare Loro le vite, l’illusione di un futuro migliore, di una vita in discesa, di una salvezza dall’oblio che solo attraverso un cenno di Lui può arrivare.
Perché tutti Loro hanno un prezzo in un Paese che ha dimenticato etica e morale, dove prevale l’interesse particolare, dove onestà e dignità sono ormai dimenticate in nome di un posto al sole.
Loro 1 mostra tutto ma riesce a raccontare poco, rimane più impresso lo smascellamento e la depravata frenesia del personaggio interpretato dall’ottimo Riccardo Scamarcio, evidentemente ispirato a Gianpaolo Tarantini, che non i pezzi di carne femminile che la pellicola dà in pasto alla platea, corpi ammiccanti privi di pensiero e parola, ritratti muti e misogini offensivi per qualsiasi donna.
L’entrata in scena di un come di consueto straordinario Toni Servillo ridesta l’attenzione sulla narrazione, che vira verso il farsesco nel mostrare un ritratto caricaturale del Berlusconi intimo, uomo e marito infedele che cerca di recuperare un rapporto sentimentale ormai perduto con la moglie Veronica, interpretata da una bravissima Elena Sofia Ricci.
Pochi gli spunti anche sul Berlusconi imprenditore e politico, tra i quali spicca il tesissimo confronto con l’ex ministro infedele Santino Recchia (un’altra grande performance, quella di Fabrizio Bentivoglio), dove il Caimano mette in mostra i suoi connotati, il carattere, il potere e la spietata determinazione dell’uomo che si è fatto da solo e ha segnato su più fronti la storia italiana.
Per ciò che Sorrentino ci ha mostrato in Loro 1, dividere la pellicola in due parti appare più una mossa commerciale che artistica.
Sperando che Loro 2 sia, se non una grande, quantomeno una bellezza.