L’ultima volta che siamo stati bambini recensione film di Claudio Bisio con Federico Cesari, Alessio Di Domenicantonio, Marianna Fontana e Carlotta De Leonardis [Anteprima]
Claudio Bisio esordisce alla regia con L’ultima volta che siamo stati bambini.
Il titolo, a dir poco esplicativo, potrebbe lasciar pensare a un dramma o a quello che verrebbe definito da qualcuno un “mattone”. Invece Bisio confeziona una piccola sorpresa.
Il film è una commedia divertente ambientata nell’ultimo periodo di dominazione fascista in Italia. La storia si divide in due percorsi paralleli accomunati da obiettivi e, inaspettatamente, anche da tematiche simili.
Tre bambini sono alla ricerca del loro amico ebreo appena deportato. Il loro candore li porterà a seguire i binari del treno non essendo consapevoli di ciò che sta realmente accadendo. Dall’altra parte, invece, c’è un giovane ufficiale che intende riportare a casa il fratello scomparso, uno dei tre bambini. Il giovane verrà accompagnato da una suora caparbia che, come lui, metterà in dubbio i dogmi della Chiesa in questo Road Movie.
Allo spettatore viene da domandarsi durante la visione se, a volte, non sia meglio vedere il mondo come fanno i bambini protagonisti. Perché da piccoli è tutto molto più semplice, o bianco o nero. È interessante come il film non tratteggi nessuna “fazione” come totalmente cattiva o totalmente buona. Perché crescendo, ce ne dimentichiamo e tutto diventa grigio. Il regista tratteggia bene questo fattore e la storia è ben costruita.
Le sequenze tra adulti e i ragazzini sono raccordate da un ottimo montaggio e ogni sequenza è legata all’altra da un dialogo, da una tematica o da una situazione simile. Questi sono fattori da non dare per scontati. Una sceneggiatura classicamente costruita è meglio di tante situazioni a vuoto o fiumi di parole che non arricchiscono i personaggi e sprecano solo minutaggio.
Il film ha una durata giusta per ciò che deve raccontare, un ritmo ben cadenzato e un finale che potrebbe lasciare a bocca aperta. Un plauso va fatto anche per le interpretazioni.
I piccoli protagonisti – Alessio Di Domenicoantonio, Vincenzo Sebastiani e Carlotta De Leonardis – reggono la maggior parte del film. I tempi comici tra loro sono ottimi, diretti da un Claudio Bisio che sappiamo esperto nella commedia e qui la sua mano si sente.
Il giovane ufficiale è interpretato da Federico Cesari che, dopo Skam Italia, si spera mantenga sempre questo livello di recitazione e, anzi, che cresca ancor di più.
Marianna Fontana è la suora. Un personaggio saggio, comico che ha una buona alchimia con l’ufficiale fascista. Non bisogna negare neanche il lavoro di ottimi attori caratteristi che creano un’ambientazione a cui lo spettatore crede.
I volti sono tutti credibili, le ricostruzioni appaiono sporche e devastate dalla guerra, oppure austere, come dovevano essere all’epoca e la regia è efficace nel rappresentarla.
Nessun guizzo esagerato o voglia di strafare. Bisio si dimostra umile e saggio e punta tutto sulla recitazione, perché sì, un ottimo regista deve dirigere anche gli attori, non saper solo fare movimenti di macchina strabilianti.
L’ultima volta che siamo stati bambini, tratto dall’omonimo libro di Fabio Bartolomei, mantiene un eccellente equilibrio tra momenti comici e drammatici. Si susseguono emozioni, passando dalla commozione alle risate, grazie alla dolcezza e all’ingenuità dei tre bambini.
Potrebbe rappresentare un eccellente film educativo da proiettare nelle scuole per spiegare temi complessi come l’Olocausto o il fascismo. Da non sottovalutare. Offre la possibilità di trascorrere meno di due ore al cinema ed uscirne arricchiti.
Un ottimo esordio per Bisio e gli si augura di continuare così.