Malcolm & Marie

Malcolm & Marie recensione film con John David Washington e Zendaya [Netflix Anteprima]

Malcolm & Marie recensione film scritto e diretto da Sam Levinson con John David Washington e Zendaya distribuito in esclusiva su Netflix

Perché ogni volta che succede qualcosa di bello nella nostra vita trovi un dettaglio, uno qualsiasi, microscopico, a cui attaccarti per rovinare tutto assicurandoti che sparisca ogni caxxo di ragione per festeggiare?
(John David Washington in Malcolm & Marie)

Girato in quarantena al chiuso di una bellissima villetta sul mare di Malibù con protagonisti due tra gli attori più talentuosi di questa generazione, John David Washington e Zendaya, Malcolm & Marie sfrutta lo spunto del violento e distruttivo litigio di una coppia disfunzionale al rientro dalla prima cinematografica dell’ultima opera del regista Malcolm per affrontare il tema dell’autenticità del cinema, sferrando inoltre un non poco velato attacco alla critica, accademica, ottusa e razzista in un mondo, quello del cinema, ancor più bianco della razza bianca che detiene il potere nei vari aspetti della società americana.

L’anteprima di Imani e l’attesa delle prime recensioni della crema della critica di razza bianca presente alla proiezione, da Variety ad IndieWire e Los Angeles Times, scuotono l’animo egocentrico di Malcolm, regista ancora poco affermato ed apprezzato negli ambienti che contano che sogna di incidere nella storia del cinema come Spike Lee, Barry Jenkins e William Wyler e di dirigere il biopic sull’attivista afroamericana Angela Davis, le cui radicate e ottuse credenze lo rendono tuttavia incapace di ascoltare qualsiasi critica, sia essa positiva o negativa, chiuso tra preconcetti e razzismo all’opposto avverso i bianchi al cui giudizio non si vuole sottomettere appellandosi all’autenticità dell’arte che non può essere ricondotta ad un messaggio, politico o meno, o decifrata come se si osservassero fenomeni oggettivi, come quelli atmosferici, da coloro che egli definisce con disprezzo né più né meno che “meteorologi” di professione.

John David Washington e Zendaya
John David Washington e Zendaya (Credits: Dominic Miller/Netflix)
Zendaya e John David Washington
Zendaya e John David Washington in Malcolm & Marie (Credits: Dominic Miller/Netflix)

Hai visto il pubblico? Gli ho tirato un caxxo di pugno da KO!
(John David Washington in Malcolm & Marie)

Malcolm si ribella alla tendenza dei mezzi di comunicazione di associare la cinematografia dei registi di colore alla politica – i film politici sono estenuanti, afferma lo stesso Malcolm – tirando in ballo l’etnia a loro pura convenienza, per ergersi a paladini della denuncia degli orrori del razzismo sistemico per lucidarsi la reputazione.

Dall’altra parte abbiamo Marie, ex drogata disintossicata con istinti autolesionisti e la tendenza all’autosabotaggio, brillante ed arguta nei suoi ragionamenti ma apparentemente fragile come uno stuzzicadenti, vittima del terrorismo emotivo di Malcolm, facile all’autocommiserazione e ad addossare ogni suo fallimento all’altro, a svalutarsi e degradarsi in preda all’autodistruzione, a disprezzarsi per senso di colpa e vergogna a tal punto da non saper accogliere il bene e l’amore altrui.

Malcolm & Marie recensione film con John David Washington e Zendaya
Malcolm & Marie film Netflix scritto e diretto da Sam Levinson (Credits: Dominic Miller/Netflix)
John David Washington e Zendaya
John David Washington e Zendaya (Credits: Dominic Miller/Netflix)

Non darmi mai per scontata.
(Zendaya in Malcolm & Marie)

Il regista e sceneggiatore Sam Levinson, figlio del premio Oscar Barry Levinson, parte dal peccato capitale del mancato ringraziamento a Marie da parte di Malcolm durante il discorso inaugurale all’anteprima – capace di ringraziare centododici persone ma non la fidanzata, afferma il personaggio di Zendaya – per mettere in scena un rapporto di amore e odio e la crudeltà della verità gridata nel momento di rabbia tra un filmmaker alla disperata ricerca del successo, che passa la vita a soddisfare i sentimenti e i capricci di tutti pronto a prostituirsi come una puxxana pur di emergere, e l’ex attrice Marie, instabile, insicura e fratturata dentro, che vedeva nell’interpretare la protagonista Imani, ispirata alla sua stessa vita, la possibilità di riscatto che le è stata negata dal fidanzato Malcolm, troppo egoista e preso di sé per potersi accorgere degli stati d’animo della sua fidanzata.

Non perdendo mai di vista gli affascinanti e sensuali volti e corpi dei suoi due meravigliosi protagonisti, valorizzati dalla fotografia di Marcell Rév, Sam Levinson costruisce tuttavia un film pretestuoso che non riesce a brillare della luce riflessa delle sue stelle, che si aggroviglia forzatamente su snodi del duello verbale tra i due litiganti inverosimili e poco palpabili, e che si aggrappa su uno spunto simpatico come l’intellettualizzazione dei film commerciali sui LEGO dilatandolo tuttavia fino allo sfinimento, per cercare di celebrare il mistero dell’arte del cinema che deve provenire dal cuore e dalla volontà di raccontare una storia, scevra da qualsiasi etichetta e classificazione.

Nel lanciare le sue accuse allo status quo, l’opera di Sam Levinson sembra mancare di quell’autenticità che Malcolm & Marie invocano a gran voce, e se come afferma la Marie interpretata da Zendaya oggi è il disprezzo a vendere e portare clic, sono proprio le grida e le accuse che i protagonisti si rivolgono vicendevolmente ad occupare la scena, e tutto il resto scompare.

Il poster di Malcolm & Marie
Il poster di Malcolm & Marie

Sintesi

Nel non perdere mai di vista gli affascinanti e sensuali volti e corpi dei suoi due meravigliosi protagonisti, Sam Levinson costruisce tuttavia un film pretestuoso che non riesce a brillare della luce riflessa delle sue stelle, che si aggroviglia forzatamente su snodi inverosimili e poco palpabili e che, nel cercare di celebrare il mistero dell'arte del cinema scevra da qualsiasi etichetta e classificazione, sembra mancare di quell'autenticità che Malcolm & Marie invocano a gran voce.

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