Il quinto giorno della Festa è stato dedicato ad un ospite speciale, un maestro della settima arte che con i suoi film ha influenzato intere generazioni: di chi potremmo parlare, se non di Martin Scorsese? Giunto a Roma per ricevere il premio alla carriera e tenere un incontro ravvicinato con il pubblico, il regista è stato accolto sul red carpet e in sala Sinopoli da centinaia di fan.
In questa occasione, Scorsese ha deciso di raccontare i nove film italiani che più lo hanno influenzato artisticamente, tutti risalenti agli anni ’50 e’ 60, quelli della sua giovinezza. Ogni intervento è stato intervallato da un breve spezzone della pellicola scelta, ritenuto particolarmente significativo; il regista ha così ripercorso alcuni momenti della sua infanzia, ha svelato ciò che lo ha colpito e come ha trovato l’ispirazione per alcuni suoi film.
Il film con cui ha aperto la conferenza è stato Accattone di Pasolini, di cui ha un vivido ricordo perché fu il primo in cui si identificò con il protagonista: cresciuto in un quartiere difficile di New York, riuscì a capire fino in fondo il disagio dell’accattone; rimase inoltre sorpreso dal potere che la musica di Bach aveva nelle scene del film, e ne prese spunto per i suoi lavori successivi, in particolar modo per Casinò.
Scorsese, inoltre, rivide le tradizioni della sua famiglia nella scena di Salvatore Giuliano in cui avviene il riconoscimento del corpo del bandito da parte della madre: la disperazione della donna e il suo pianto inarrestabile erano per il regista molto lontani dalla manifestazione del dolore tipici della cultura americana.
Rosi e Pasolini non sono stati gli unici due registi che lo hanno fatto crescere con il loro modo di fare cinema: da Presa al potere di Luigi XIV di Rossellini Scorsese osservò come ogni elemento potesse essere ricondotto all’essenziale, mentre prese molti spunti tecnici da L’Eclisse di Antonioni, di cui lo colpì la composizione curata e l’utilizzo della luce, e da Divorzio all’italiana, dove rimase stupito dal potere che il movimento della macchina da presa ha durante l’arringa, il quale contribuisce a rendere la scena ancora più satirica.
La stessa attenzione per l’inquadratura è presente ne Il Gattopardo; il regista rimase impressionato per il modo in cui Visconti riuscì a raccontare i personaggi tramite la scena di un ballo e per come la musica accompagnasse i movimenti degli attori.
Il pubblico in sala non ha dunque partecipato ad una semplice conferenza, ma ha avuto la fortuna di assistere ad una vera e propria lezione di cinema durante la quale il maestro Scorsese, partendo dall’analisi stilistica e tecnica delle scene proiettate in sala, ha poi ampliato il discorso raccontando l’ispirazione ricevuta dal grande cinema italiano.
Marta