Lungi dal tornare sulla querelle Scorsese – Marvel, già ampiamente trattata e da noi ascoltata dal vivo a Londra – Scorsese, Marvel e i cinecomic theme park tra Netflix, Coppola e l’isteria nerd – giacché le posizioni rimangono pressoché invariate nonostante Scorsese abbia esplicitato più e più volte il suo pensiero obiettivamente inconfutabile, che così sintetizziamo:
I cinecomics per Scorsese
I franchise cinematografici moderni (e soprattutto i cinecomics) come prodotti di intrattenimento audiovisivo derivativi di popolari brand che soddisfano una serie specifica di esigenze di consumo, progettati come variazioni di un numero finito di temi e frutto di attente ricerche e sinergie di mercato, cosa altra rispetto all’arte del cinema.
Vorrei puntare l’attenzione su alcune bellissime parole di Scorsese rilasciate a Paolo Mereghetti de Il Corriere della Sera, nelle quali Scorsese ci ricorda il senso del cinema, stupire e tramandare l’arte cinematografica attraverso la bellezza e la narrazione delle sue opere, più o meno celebri, si tratti di Paul Thomas Anderson, Wes Anderson, David Fincher, i fratelli Coen piuttosto che del regista polacco Wojciech Has, che nel 1973 ha vinto il Festival di Cannes con il suo capolavoro La clessidra.
Martin Scorsese: cosa ho lasciato di buono con le mie opere
Potete leggere l’intervista integrale di Paolo Mereghetti a Martin Scorsese sulle pagine de Il Corriere della Sera.