Memory recension film di Michel Franco con Jessica Chastain, Peter Sarsgaard, Brooke Timber,Merritt Wever,Elsie Fisher,Jessica Harper e Josh Charles
Michel Franco ha presentato in concorso all’80esima Mostra del Cinema di Venezia Memory con protagonisti Jessica Chastain e un magnetico Peter Sarsgaard, vincitore della Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile.
Già vincitore del Leone d’Argento Gran Premio della Giuria con il suo Nuevo Orden nel 2020, il regista messicano porta sul grande schermo la drammatica storia di due personaggi che lui stesso ha definito “incapaci di vivere, se non nelle crepe della società”.
Sylvia (Jessica Chastain) è un’ex alcolista dal passato traumatico che lavora come assistente sociale in un centro di cura per adulti e vive con la figlia Anna (Brooke Timber), una tredicenne dall’animo dolce e maturo. Durante una reunion con i vecchi compagni del liceo, viene avvicinata da un uomo che non fa altro che sorriderle e che, quando lei si allontana, la segue fin sotto casa sua. Il giorno dopo Sylvia lo trova ancora lì, seduto sul marciapiede, incurante della pioggia battente: l’uomo, scoprirà dal fratello di lui (Josh Charles), si chiama Saul (Peter Sarsgaard) ed è affetto da demenza. Saul non riesce a ricordare perché l’ha seguita, ma di lei si fida e, complici le lunghe passeggiate e i momenti che trascorrono insieme, i due comprendono di essere simili e di provare un sentimento nuovo l’uno per l’altra.
Un racconto doloroso e sincero nelle vite di due outsider della società
La deriva romantica della storia è immediatamente chiara nel film di Franco, eppure sorprende la tenerezza e la dolcezza con cui il regista messicano mette in scena lo sbocciare di un amore tra un uomo il cui passato gli sfugge continuamente tra i meandri della mente e una donna che dal suo passato non riesce a scappare. La loro storia è una meravigliosa testimonianza di come, anche negli angoli più bui, nelle condizioni che la società giudica abiette, l’amore arriva a gettare luce e a infondere colore in vite altrimenti destinate al grigiore e alla solitudine.
Servendosi di una regia statica, impersonale, che guarda da lontano i suoi protagonisti, tenendosi a rispettosa distanza dai loro drammi, Michel Franco riesce, tuttavia, a trasmettere con struggente chiarezza le difficoltà quotidiane di un individuo affetto da demenza – merito anche di una eccellente interpretazione di Sarsgaard – e di una donna vittima di abusi, con una famiglia disfunzionale alle spalle.
Jessica Chastain è sempre più una conferma nel panorama attoriale internazionale e questo ruolo sembra cucito su di lei, sebbene a rubare la scena sia il personaggio di Saul.
Se nei suoi film precedenti, Franco aveva costruito il suo climax attraverso plot twist e scene crude e violente, in Memory la violenza è celata, narrata solo attraverso voci soffocate dal pianto, ma non meno cruenta.
Intenso ed emotivamente lacerante, Memory tiene incollati allo schermo fino all’ultimo struggente momento.