Era il 22 giugno 1949 quando nella Contea di Union, nel New Jersey, veniva al mondo Mary Louise Streep, meglio conosciuta come Meryl Streep. Hollywood in quegli anni stava facendo i conti con i postumi della seconda guerra mondiale e nessuno poteva immaginare che, proprio dalla parte opposta degli Stati Uniti, stava crescendo quella che qualche decennio dopo sarebbe diventata l’attrice più amata della storia del cinema.
Meryl Streep, talento innato e carisma senza età
Dotata di un grande talento canoro, la Streep non ha sin da subito compreso la propria predisposizione per la recitazione. Soltanto le recite teatrali risalenti agli anni del college l’han messa di fronte alla realtà dei fatti e, per quanto poi siano arrivati gli studi e la frequentazione della Yale Drama School, Meryl poteva già contare su un talento naturale. A confermarlo sono state anche le parole di uno dei suoi insegnanti, Clinton J. Atkinson, il quale ha dichiarato: “Non penso che nessuno abbia insegnato a Meryl come recitare. Se lo è insegnato da sola” (fonte Wikipedia).
Quando poi, sul finire degli anni ’70, è giunto l’esordio sul grande schermo, le capacità interpretative di Meryl Streep sono arrivate sotto gli occhi di tutti. Non tanto con il film Julia, primissimo titolo che appare nella sua chilometrica filmografia, che comunque la vedeva impegnata in un ruolo secondario, quanto piuttosto con le successive opere che l’han portata a lavorare per registi come Woody Allen (Manhattan), Michael Cimino (Il Cacciatore) e Robert Benton (Kramer vs Kramer): proprio questi ultimi due film le han permesso di portarsi a casa le sue prime candidature agli Academy Awards come miglior attrice non protagonista. Nomination che, nel caso di Kramer vs Kramer, si è trasformata nella prima statuetta alzata al cielo sotto i riflettori di Hollywood.
Ma se gli anni ’70 si sono chiusi in bellezza, gli ’80 non hanno certo voluto essere da meno: nel 1982, ad esempio, usciva al cinema La scelta di Sophie, opera drammatica diretta da Alan J. Pakula, in cui una straordinaria Meryl Streep portava sul grande schermo il personaggio di Sophie Zawistowska, donna polacca costretta a scegliere quale dei suoi due figli lasciar morire nel campo di concentramento di Auschwitz. Un’interpretazione impeccabile che non poteva che essere premiata con un Oscar, il secondo per la Streep, questa volta come miglior attrice protagonista. Sempre riguardo la medesima decade, ricordiamo le nominations ottenute per i film La donna del tenente francese, Silkwood, La mia Africa, Ironweed e Un grido nella notte. Niente male, vero?
Gli anni ’90 e ’00 vestono Prada
Dopo il meritatissimo trionfo con La scelta di Sophie, un intero ventennio è dovuto trascorrere prima che la Streep tornasse a vincere un Academy Award. In questo lasso di tempo, però, le nominations sono salite addirittura a diciassette: ricordiamo, ad esempio, quelle ottenute per le sue incredibili interpretazioni ne I ponti di Madison County al fianco di Clint Eastwood o ne Il dubbio al fianco di Amy Adams e del compianto Philip Seymour Hoffman. Non sono poi mancati film più “leggeri” ma ugualmente capaci di entrare nella storia del cinema e nel cuore delle persone, su tutti Il diavolo veste Prada che ha visto la Streep indossare i panni (e le impagabili espressioni) del carismatico personaggio di Miranda Priestly.
La “donna di ferro” conquista il terzo Oscar
Il terzo Oscar, come già accennato, è arrivato “soltanto” nel 2012 grazie al film The Iron Lady: l’opera in questione, diretta da Phyllida Lloyd, la ricordiamo tutti, così come ricordiamo la capacità della Streep di risultare credibilissima nei panni dell’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, supportata anche da un trucco che l’ha resa ancora più simile al leader politico.
Dopodiché, con una cadenza quasi annuale, Meryl Streep ha ottenuto altre quattro nominations per i film I segreti di Osage County, Into the Woods, Florence e The Post. Soprattutto nel caso del film diretto da Stephen Frears, l’attrice ha saputo regalare sorrisi e commozione attraverso la storia vera di Florence Foster Jenkins, mettendo in secondo piano il proprio talento canoro (dimostrato invece nel musical Mamma Mia!) e diventando invece impacciata e priva di talento proprio come era nella realtà il soprano statunitense.
Insomma, attraverso queste poche righe abbiamo ricordato i tanti gioielli che han costellato la carriera di Meryl Streep, arrivata in questi giorni a spegnere 70 candeline. Nonostante non sia, come in molti invece credono, l’attrice più premiata nella storia del cinema (Katharine Hepburn conquistò ben quattro statuette, tutte come miglior attrice protagonista) possiamo comunque dire che di sicuro rappresenta l’attrice più capace a farsi amare, allo stesso modo e con la stessa intensità, da più generazioni, compresa quella dei giovanissimi, che rivedono in lei un vero e proprio punto di riferimento cinematografico e umano.
Al suo talento camaleontico si aggiunge infatti anche la determinazione e la voglia di essere sempre in prima linea quando si tratta di veder riconosciuti i diritti delle donne e di tutte le minoranze (come dimenticarla con la faccia colorata di arancione, travestita da Donald Trump?), aspetto che la fa apparire ancora più come “una del popolo”. Proprio per questo, per il suo settantesimo compleanno, indipendentemente dalla propria età, dal paese di provenienza o dal proprio ceto sociale, milioni di persone nel mondo si uniranno nel mandare un pensiero d’affetto a Meryl Streep, augurandole ancora anni e anni di bel cinema, per la gioia di tutti gli amanti della Settima Arte.