Nella storia del cinema ci sono stati molti film che hanno ricevuto diverse candidature all’Oscar, senza però vincerne nemmeno uno. Analizziamo alcune opere che hanno avuto questa triste e sfortunata sorte.
Taxi Driver
Il primo film è Taxi Driver (di Martin Scorsese, 1976) con Robert De Niro.
Taxi Driver è considerato da tutti i cinefili un cult e, anche senza Oscar, rimane uno dei migliori film mai prodotti nella storia del cinema. La pellicola è stata candidata come: miglior film, miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista e miglior colonna sonora. Il premio come miglior film è andato a Rocky, un capolavoro che non ha bisogno senza alcun dubbio di presentazioni. Robert De Niro venne candidato come miglior attore protagonista – il suo famoso “stai parlando con me?” lo ha reso celebre in tutto il mondo – ma venne premiata come interpretazione quella di Peter Finch in Quinto Potere. Come miglior attrice non protagonista venne candidata Jodie Foster che vinse l’Oscar nel 1989 per Sotto Accusa e nel 1992 per Il silenzio degli innocenti (entrambi i premi come miglior attrice protagonista) ma Beatrice Straight si aggiudicò il premio per Quinto Potere. L’ultima nomination fu per la colonna sonora affidata a Bernard Herrmann, ma Jerry Goldsmith ottenne il premio per il film Il presagio di Richard Donner.
Gangs of New York
Martin Scorsese non ha ricevuto nessun premio Oscar neanche per un altro dei suoi film, Gangs of New York (2003). Fortunatamente e giustamente si è rifatto nel 2007 con il grandioso The Departed – Il bene e il male, ma con Gangs of New York la batosta non è stata leggera visto che le candidature erano davvero numerose (ben dieci). Il miglior film andò al musical di Rob Marshall Chicago, la miglior regia invece al regista polacco (nato però a Parigi) Roman Polanski per aver diretto Il pianista. Sempre Il pianista soffiò un altro premio a Gangs of New York, ovvero quello del miglior attore protagonista nel quale, ad essere candidato, fu l’attore pluripremiato Daniel Day-Lewis ma, questa volta, il vincitore è stato Adrien Brody.
La miglior sceneggiatura originale è andato al regista spagnolo Pedro Almodovar per il suo Parla con lei. Ci rimane dunque il comparto tecnico ma, anche qui, Gangs of New York si ritrova completamente a secco: infatti la miglior fotografia è passata nelle mani di Conrad L. Hall per Era mio padre. Il miglior montaggio, sonoro, scenografia e costumi andarono ancora a Chicago. Paradossalmente però, quel musical non vinse il premio Oscar come miglior canzone (dove anche la pellicola di Scorsese venne candidata), ma il premio andò ad Eminem per il celebre brano Lose yourself presente nella pellicola 8 mile.
Il Grinta
Nel 2011 c’è stato il caso del film dei fratelli Coen Il Grinta, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Charles Portis pubblicato sulla rivista The Saturday Evening Post. Anche John Wayne nel 1969 realizzò Il Grinta, ma quello dei fratelli Coen è stato reso più fedele. Questo film ha ricevuto dieci nomination senza trionfare in nessuna categoria, proprio come è stato per Gangs of New York. Come miglior film vinse Il discorso del re, di Tom Hooper, regista che si aggiudicò anche la statuetta per la miglior regia proprio a discapito de Il Grinta. Per lo stesso film, Colin Firth, soffiò il premio come miglior attore protagonista a Jeff Bridges. Hailee Steinfeld perse il premio contro Melissa Leo per il film acclamato da critica e pubblico The Fighter (David O. Russell).
La miglior sceneggiatura non originale Il Grinta la perse contro Aaron Sorkin per aver scritto The Social Network (David Fincher), niente meno che il film che narra la storia di Facebook. Inception (Christopher Nolan) si aggiudicò il premio come miglior fotografia, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro. Anche come migliori costumi Il Grinta è stato sconfitto, questa volta da Alice in Wonderland (Tim Burton).
American Hustle
Ben più recente invece, è stato il caso di American Hustle (David O. Russell, 2014). Questa pellicola presenta un cast eccezionale: Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Jack Huston e Michael Peña. Il film è stato accolto anche positivamente dalla critica e aveva le carte in regola per aggiudicarsi almeno un premio, ma la serata è andata diversamente. Il miglior film se lo aggiudicò 12 anni schiavo (Steve McQueen). Il premio alla miglior regia è andato ad Alfonso Cuaron per il suo acclamato Gravity. Christian Bale se l’è dovuta vedere con Matthew McConaughey e Leonardo Di Caprio ed è stato proprio Matthew McConaughey ad ottenere il prestigioso riconoscimento per il suo Dallas Buyers Club (di Jean-Marc Vallée). Amy Adams aveva già qualche possibilità in più dato che vinse il Golden Globe come migliore attrice in un film commedia o musicale, ma spesso gli Oscar non seguono i premi del Golden Globe e anche in quella serata accadde che Cate Blanchett vinse l’Oscar per Blue Jasmine (di Woody Allen).
Bradley Cooper si è fatto soffiare il premio tra le mani da Jared Leto per Dallas Buyers Club; l’Oscar si sta rivelando sempre di più una maledizione per Cooper: la speranza è che, proprio come Leonardo Di Caprio, una sera potrà tenere in mano quella statuetta d’oro sul palco. Jennifer Lawrence, già vincitrice un anno prima con Il lato positivo, ha perso contro Lupita Nyong’o per 12 anni schiavo. La miglior sceneggiatura originale andò invece a Spike Jonze per Lei. Gli altri premi che avevano come candidato American Hustle, furono: miglior scenografia e migliori costumi ma entrambi andarono al riadattamento del romanzo di F. Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby (firmato da Baz Luhrmann).
Molti cult non hanno vinto nemmeno un Oscar e, se da un lato la sconfitta o addirittura le mancate nomination fanno male, dall’altro ciò dimostra come non sia sempre l’Oscar a rendere un film un capolavoro.