Con l’avvicinarsi di Halloween, non possiamo che organizzare una maratona horror: vediamo i 5 migliori film horror da non perdere ad Halloween
Siamo nel pieno della settimana di Halloween e, complice la pandemia e i cinema chiusi, non c’è niente di meglio di una bella maratona horror per festeggiare il giorno più pauroso dell’anno in chiave cinefila. Fra grandi classici e nuove proposte, vediamo i cinque migliori film horror da non perdere per una maratona di Halloween.
I migliori film horror da vedere ad Halloween
L’esorcista (1972)
Partiamo da uno dei classici del genere horror e degli anni Settanta: L’esorcista è il cult di William Friedkin, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty, il quale scrisse anche la sceneggiatura.
Il film non ha bisogno di presentazioni: la dodicenne Regan, dopo aver giocato con una tavola ouija, evoca il demone Pazuzu, che possiede la ragazzina. Ad aiutarla, accorrerà padre Lankester Merrin, un sacerdote ed esorcista esperto, insieme a padre Karras.
Il film ebbe un successo straordinario in tutto il mondo e vinse anche l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, fatto molto raro per un horror. L’esorcista è uno dei capisaldi della cinematografia horror, anche per aver aperto un nuovo filone (che è stato decisamente consumato negli anni avvenire) dedicato all’horror a tema esorcismi e possessioni da parte del demonio.
Eccezionali gli interpreti di Regan e padre Merrin, rispettivamente interpretati da Linda Blair e Max von Sidow, che regalano allo spettatore momenti di altissima tensione nella loro lotta, che supera la vicenda personale e diventa una vera lotta tra il bene e il male.
Il fascino de L’esorcista è dato anche da una serie di eventi (molto probabilmente solo leggende metropolitane) che accaddero ai membri del cast e agli operatori. Durante la produzione del film ci furono diverse morti misteriose e incidenti, ma tra questi eventi è importante citare la caduta di una croce alta oltre due metri dal tetto di una chiesa a Roma, mentre il film era proiettato al cinema Metropolitan lì vicino.
Shining (1980)
Se parliamo di horror non possiamo non citare almeno un’opera del maestro dell’horror Stephen King. Questa volta parliamo di Shining, diretto da Stanley Kubrick e con protagonista assoluto Jack Nicholson.
Jack Nicholson è lo scrittore Jack Torrence, un uomo con problemi di alcolismo, che accetta un impiego come guardiano invernale all’Overlook Hotel, un albergo isolato tra le montagne. Con lui anche la moglie Wendy e il figlio Danny. Ma l’Overlook non è un semplice hotel e influisce sulla psiche di Jack, il quale impazzisce e vuole uccidere la sua famiglia.
Nonostante King non abbia apprezzato la versione cinematografica di uno dei suoi capolavori, Kubrick tratta con maestria un classico dell’horror come Shining, regalando un’opera piena di inquietudine e tensione, senza ricorrere a jump scare. La mano di Kubrick rende Shining un film horror perfetto, grazie alla dilazione dei tempi, alla fotografia che gioca con la simmetria e una gestione della tensione magistrale.
The Witch (2015)
Passiamo ad anni più recenti con The Witch, diretto da Robert Eggers al suo esordio cinematografico: Eggers, con soli due lungometraggi (questo e The Lighthouse), è stato già proclamato nuovo maestro dell’horror.
William (Ralph Ineson) è un uomo eccessivamente devoto al puritanesimo e viene allontanato dalla sua comunità a causa della severità dei suoi insegnamenti. Decide, quindi, di trasferirsi ai margini di un bosco disabitato, insieme alla moglie e ai suoi cinque figli. Ma quanto il figlio più piccolo viene strappato dalle braccia della sorella Thomasin (Anya Taylor-Joy) da un’entità misteriosa, inizierà l’incubo e i membri della famiglia si ritroveranno ad incolparsi l’uno con l’altro, in un crescendo di inquietudine, data anche dall’avvicinarsi di qualcosa di estremamente maligno.
Una pellicola raffinata che usa la componente horror per raccontare la disgregazione del nucleo famigliare a causa del bigottismo e della superstizione.
Il film ha vinto il premio per la migliore regia al Sundance Film Festival.
Noi – Us (2019)
Dopo Get Out, film acclamatissimo dalla critica e vincitore di un Oscar, Jordan Peele ci sorprende con un’altra pellicola di altissimo livello: Us, con protagonista Lupita Nyong’o.
Adelaide Wilson e la sua famiglia decidono di andare in vacanza nella sua casa d’infanzia. La donna ha un passato tormentato e quella casa la inquieta ancora, portandole alla memoria momenti traumatici. Dopo una giornata in spiaggia, si ritrovano assediati in casa da quattro figure misteriose, del tutto uguali a loro, dei doppelganger.
Quello che sembra solo un film horror ricco di tensione, è in realtà un’elaborata metafora sulla lotta di classe, sul populismo e sulle diverse opportunità che riceviamo nella vita. I doppelganger non sono altro che quella fetta di popolazione che non riceve aiuto, che non è privilegiata e che viene messa ai margini della società. Ma cosa succede quando gli emarginati decidono di alzare la testa e di lottare?
Jordan Peele si rivela nuovamente un regista intelligente, abile con la componente horror usata per raccontare la quotidianità e i problemi dell’America di oggi, dal razzismo (come in Get Out) alla lotta di classe e il collasso del sogno americano in Us.
Midsommar (2019)
Chiudiamo con un’altra pellicola horror del 2019 molto amata dai cinefili, diretta dal regista Ari Aster, il quale ha diretto anche Hereditary.
La giovane Dani (la straordinaria Florence Pugh), dopo una tragedia familiare, decide di unirsi al suo fidanzato e ai suoi amici in un viaggio verso la Svezia, per assistere al Midsommar, la tradizionale festa di mezza estate che si svolge nei giorni di solstizio. Quello che il gruppo di amici trova in Svezia è una comunità chiusa, coi propri riti, all’apparenza amichevoli. Ma dopo l’uccisione di due membri anziani, giustificata come un rito importante per la fine della loro vita, i protagonisti realizzano che la realtà è molto diversa da quella che appare.
Midsommar è un film che strizza l’occhio a The Wicker Man (altro film horror degli anni Settanta) per la tematica protagonista del culto del paganesimo. Forse gli spettatori potranno trovarsi disorientati di fronte ad un horror che non ha le connotazioni classiche del genere: non ci sono jump scare e tutto è ambientato alla luce del sole, con colori chiari e accesi. Ma Aster crea una continua crescita dello stato di tensione e dell’ansia, insieme ad un processo di crescita della protagonista, che da ragazza distrutta dalla morte della sua famiglia e dal fidanzato anaffettivo diventa una donna forte che ha la sua vendetta.
L’elaborazione del lutto, la crescita, il simbolismo pagano, la vendetta: tanti sono i temi ricorrenti in Midsommar che dimostra come il genere horror sia facilmente modellabile, per creare opere sempre nuove.
E voi quale film horror preferite? Quale vedrete ad Halloween?