L’inverno è una delle stagioni preferite dal cinema, soprattutto le giornate più nevose: rivediamo insieme i migliori film invernali da non perdere
L’inverno è la stagione perfetta per una bella serata cinema: una coperta, un po’ di pop-corn e il freddo fuori.
La stagione invernale è sicuramente tra le preferite dal cinema per la sua ambientazione fredda e la neve funge da ottimo contrasto per le pellicole più violente, dove il sangue scende a fiotti. Infatti, l’inverno ha questa duplice natura: se da una parte può regalarci un’ambientazione idilliaca, dall’altra ci ricorda il suo carattere crudele, che non lascia scampo a niente e nessuno.
I migliori cinque film invernali da vedere assolutamente
Shining (1980)
Non potevamo che iniziare con Shining, film del 1980 diretto da quel genio di Stanley Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King (nonostante le varie riserve che lo scrittore ha avuto per la trasposizione cinematografica della sua opera).
Il protagonista è Jack Torrence (interpretato da un sempre eccellente Jack Nicholson), un ex insegnante dedito all’alcol, in cerca d’ispirazione per il suo romanzo. L’uomo trova lavoro come guardiano invernale all’Overlook Hotel, un albergo immerso nel nulla e ci si trasferisce con la sua famiglia. Si scoprirà che suo figlio Danny ha il dono della “luccicanza”, ovvero una spiccata capacità di chiaroveggenza e telepatia e inizia ad avere macabre visioni su ciò è che è successo in quell’hotel, mentre Jack inizia a perdere il senno.
Kubrick confeziona un film al limite della perfezione, che gioca con le atmosfere horror, ma in maniera anticonvenzionale: la paura e l’angoscia si trovano nella claustrofobia che lo spettatore prova durante la visione, aiutato dalle inquadrature perfettamente simmetriche.
L’Overlook Hotel diventa simbolo di orrore, violenza e paura, situato in un posto isolato e coperto da una neve fitta, che copre ogni rumore e grida.
Fargo (1996)
Un altro dei film invernali da non perdere è sicuramente Fargo, film del 1996, scritto dai fratelli Coen, vincitore di due Oscar.
Jerry è un direttore commerciale di una concessionaria di automobili e ha un disperato bisogno di soldi, a causa di una serie di malriusciti imbrogli finanziari. Per trovare il denaro che gli occorre, decide di recarsi a Fargo, dove assume due piccoli criminali, incaricati di inscenare il rapimento di sua moglie, così da estorcere i soldi a suo suocero, capo della concessionaria. Il finto rapimento, però, finisce male e lasciano una scia di sangue sul loro cammino, sulla quale indagherà il capo della polizia Marge, in piena gravidanza.
Fargo rappresenta appieno il cinema dei fratelli Coen: nonostante la grande mole di violenza raccontata, la narrazione appare piena di umorismo, un fattore che incontreremo continuamente nella loro cinematografia e che diventerà il loro segno distintivo. I fratelli Coen giocano con quel “vero, non vero” tipico del loro cinema, a cominciare dall’inizio del film in cui viene detto che Fargo sia “un film basato su una storia vera”, anche se è falso, i fatti non sono mai accaduti.
L’ambientazione del film si contraddistingue per il bianco della neve che copre tutta la cittadina e che fa da contrasto col sangue versato dalla sequela di omicidi di cui si macchiano i due criminali.
The Hateful Eight (2015)
The Hateful Eight è un film diretto da Quentin Tarantino, nel 2015, con un cast stellare, nel quale spiccano Samuel L. Jackson, Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh.
Ci troviamo a pochi anni dalla Guerra di secessione americana, nel paesaggio gelido del Wyoming. Una diligenza, con a bordo un cacciatore di taglie e la famosa latitante Daisy Domergue, si dirige verso la città di Red Rocks. Nel corso del viaggio incontrano diversi personaggi originali, come un ex soldato diventato cacciatore di taglie e un rinnegato. A causa di una bufera di neve, sono costretti a fermarsi all’emporio di Minnie, dove trovano altri quattro uomini. L’emporio diventerà il luogo principale della storia, dove questo gruppo improbabile di persone intreccerà le loro vite.
Si tratta del secondo film di Tarantino a tema western, dopo Django Unchained, ma è riduttivo trovare una collocazione di genere a questa pellicola. I protagonisti della vicenda sono consumati dall’odio e dediti alla violenza, una sorta di personificazione dello spirito americano dell’Ottocento, secondo Tarantino.
Mentre la bufera aleggia fuori dall’emporio, i protagonisti si muovono in una fitta rete di odio verso l’altro e violenza, sia fisica che verbale, che li intrappolerà per l’intera notte.
I segreti di Wind River (2017)
Passiamo ad un altro dei film invernali da non perdere con I segreti di Wind River, pellicola del 2017, diretta da Taylor Sheridan. Il film conclude la trilogia, scritta da Sheridan, che affronta il tema della moderna frontiera americana, insieme a Sicario e Hell or High Water.
Il protagonista è un cacciatore solitario che, durante un’escursione tra le nevi, s’imbatte nel cadavere della figlia di un suo caro amico. Decide, quindi, di unirsi alla giovane agente FBI Jane, nella caccia all’assassino. Quella che sembrava solamente una tragica vicenda, diventa l’inizio della ricerca di una verità sconvolgente.
Il gelido inverno del Wyoming fa da sfondo a questo thriller con finale a sorpresa, nel quale la violenza e la brutalità la fanno da padrone.
Quello che ci troviamo di fronte è un thriller senza fronzoli, asciutto e senza orpelli, che racconta la storia di una parte dell’America spesso dimenticata.
Sto pensando di finirla qui (2020)
Terminiamo la nostra carrellata di film invernali con un titolo molto apprezzato, quanto discusso, dello scorso anno: Sto pensando di finirla qui, diretto da Charlie Kaufman.
La trama sembrerebbe molto lineare: una giovane donna (identificata sempre con nomi diversi) si dirige, insieme al suo fidanzato, a conoscere i genitori di lui, che vivono in una fattoria isolata. Durante il viaggio in macchina, pensa continuamente di “finirla qui” con la sua relazione ed è protagonista di una visita, che prenderà risvolti sempre più folli e allucinati, mentre una bufera di neve imperversa fuori.
Il film presenta una narrazione intricata, che gioca col tempo e con lo spazio, nel quale ogni sequenza destabilizza le certezze dello spettatore. Kaufman, infatti, gioca con la mente degli spettatori, costruendo una trama dall’aspetto semplice, ma che nasconde più di un significato.
La pellicola riesce a cavalcare diversi generi cinematografici, senza mai impossessarsi di uno in particolare, passando dal dramma esistenziale all’horror, in un battito. Il fil rouge è sicuramente la malinconia e il tempo che passa, ma lo fa avvicinandosi ad una narrazione disgregata, che ricorda il Teatro dell’assurdo.
E voi quale fra questi film invernali preferite?