Siamo nel pieno di giugno, mese dedicato ai diritti LGBTQ+. Da Boys Don’t Cry a Matthias & Maxime, rivediamo cinque film per celebrare il Pride Month
Il mese di giugno è stato dichiarato Pride Month, ovvero quel periodo dell’anno dedicato all’orgoglio LGBTQ+ e nel quale la comunità rivendica i propri diritti.
La storia del Pride Month inizia nel 1969, quando un gruppo di poliziotti fa irruzione all’interno dello Stonewall Inn di New York, punto di ritrovo della comunità omossessuale della città. Dopo quella retata, la comunità LGBTQ+ decise di dare il via al primo corteo per manifestare i propri diritti.
E visto che siamo nel pieno di giugno, vediamo 5 film per celebrare il Pride Month.
Cinque film per celebrare il Pride Month dedicato ai diritti LGBTQ+
Boys Don’t Cry (1999)
Iniziamo la nostra lista per celebrare il Pride Month con Boys Don’t Cry, pellicola del 1999, diretta da Kimberly Pierce.
Il film segue le vicende del giovane Brandon Teena, transgender nato donna, che si sente uomo. Decide di scappare dalla sua città natale, a causa della chiusura mentale della gente e di andare in un’altra cittadina, senza rivelare la sua identità. Qui conosce la giovane Lana e tra i due nasce una storia d’amore. Ma Brandon ha alcuni precedenti penali e viene spedito in carcere.
Boys Don’t Cry è una pellicola che s’ispira ad un fatto di cronaca, che viene raccontato dalla regista in modo asciutto e senza fronzoli. La storia mostra la chiusura mentale di quel periodo e di come un ragazzo transgender possa turbare la quiete di una cittadina. La sua apparizione viene talmente respinta da innescare una spirale di violenza, di cui sarà protagonista.
Si tratta di una delle prime pellicole a trattare la tematica, introducendo il pubblico all’identità di genere. Proprio per questo, fu un film fortemente ostacolato alla sua uscita, soprattutto dai conservatori, ma rimane una pietra miliare per il cinema queer.
L’interpretazione cruda e intensa di Hilary Swank le fece guadagnare l’Oscar come Miglior attrice protagonista.
Milk (2008)
Tra i film per celebrare il Pride Month, non può mancare Milk, pellicola del 2008 diretta da Gus Van Sant. Racconta la vera storia di Harvey Milk (qui interpretato da Sean Penn), primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli Stati Uniti.
Ci troviamo negli anni Settanta, quando Harvey Milk si trasferisce a San Francisco col suo compagno. Qui decidono di aprire un negozio di fotografia, che diventa punto di riferimento per la comunità gay. Proprio per questo, Milk decide di scendere in politica, diventando un militante per i diritti degli omosessuali, chiedendo pari opportunità. La pellicola segue la sua ascesa politica, arrivando alla sua elezione come consigliere comunale di San Francisco.
Milk è un film che porta sul grande schermo la storia di un importante attivista per la comunità LGBTQ+. Gus Van Sant racconta la sua storia senza perdersi in sentimentalismi, ma scegliendo d’inserire anche reperti video di quel periodo, mostrando quale fosse la situazione in quegli anni, denunciando la violenza nei confronti della comunità gay.
Sean Penn ci regala una performance impeccabile e vinse l’Oscar come Miglior attore protagonista.
The Danish Girl (2015)
Un’altra pellicola importante per il cinema queer è sicuramente The Danish Girl, film del 2015, diretto da Tom Hopper, che vede Eddie Redmayne interpretare Lili Elbe, la seconda persona ad essere identificata come transessuale nella storia, dopo essersi sottoposta ad un intervento chirurgico.
Ci troviamo negli anni Venti a Copenaghen: qui vivono i due coniugi pittori, Gerda ed Einar, che stanno passando un periodo burrascoso, nonostante siano profondamente innamorati l’una dell’altro. Quando una ballerina non si presenta per posare per il ritratto di Gerda, il marito prende il suo posto, travestendosi da donna. Da questo momento, Einar inizia a manifestare il suo alter ego femminile: Lili Elbe.
The Danish Girl è la storia del coraggio di due donne: di Lili, che ha avuto la forza di essere se stessa in un periodo storico bigotto e fortemente chiuso e quello di Gerda, una donna che ha dovuto mettere in discussione la sua vita, dimostrando che l’amore per una persona va oltre a quello che essa è.
La storia è incentrata su due pittrici e Hopper decide di dare un tono artistico anche alla sua regia, riuscendo a conferire una particolare armonia a tutti gli elementi. La sua è una regia che decide di stare quasi in secondo piano, per esaltare la storia di Lili e l’interpretazione dei due protagonisti.
Chiamami col tuo nome (2017)
Tra le pellicole più recenti a tema LGBTQ+, c’è Chiamami col tuo nome, film del 2017, diretto da Luca Guadagnino, che vede come protagonisti Timothée Chalamet e Armie Hammer. Il film è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di André Aciman e rappresenta il terzo e ultimo capitolo della “trilogia del desiderio” di Guadagnino (dopo Io sono l’amore e A Bigger Splash).
Ci troviamo nell’Italia degli anni Ottanta: Elio è un diciassettenne francoamericano, che trascorre le vacanze estive in una villa immersa nelle campagne lombarde. Suo padre è un professore di archeologia ed è solito ospitare uno studente straniero: stavolta è il turno di Oliver, un ventiquattrenne americano, di bell’aspetto e spigliato, con una personalità all’opposto di quella di Elio. Tra i due scoppia la passione e per Elio questo rappresenta l’inizio del suo primo amore, con tutte le gioie e i dolori che porta.
Il romanzo di Aciman si compone di un quasi perenne flusso di coscienza di Elio, quindi non possiamo che iniziare con un plauso per James Ivory per la sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar).
Guadagnino porta sul grande schermo il tema del primo amore, con tutte le connotazioni legate ad esso: la passione dei primi momenti, la gioia degli inizi, ma anche il terribile dolore di quando finisce. Elio si trova in difficoltà perché deve accettare il suo amore per Oliver, in un periodo difficile come l’adolescenza.
Guadagnino riesce a trasmettere agli spettatori l’idea di estate, di adolescenza e di spensieratezza, grazie ad una fotografia attenta al dettaglio, che immortala un’Italia che sembra ormai perduta.
Chiamami col tuo nome non racconta una storia d’amore densa di grandi gesti, ma si compone di piccoli dettagli, movimenti, sguardi e sentimenti, che noi tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita.
Matthias & Maxime (2019)
Chiudiamo la nostra lista di film per celebrare il Pride Month con Xavier Dolan e il suo Matthias & Maxime, film del 2019.
Matthias e Maxime sono amici fin dall’infanzia. Ad una festa, dopo aver perso una scommessa, sono costretti a partecipare ad un cortometraggio sperimentale di una loro amica e una scena prevede un bacio appassionato fra i due. Dopo quel bacio, i due amici iniziano ad interrogarsi sulla loro sessualità e su quello che provano l’uno per l’altro.
Matthias & Maxime rappresenta il ritorno del regista alle pellicole più intime e meno “affollate”, dopo l’insuccesso di La mia vita con John F. Donovan, riportando le tematiche che contraddistinguono la sua cinematografia.
Più che sulla tematica della scoperta della propria sessualità, Dolan focalizza l’attenzione della sua pellicola sull’intimità dei due protagonisti, sulle tensioni e sul dolore provato quando ci si scontra la realtà.
Matthias & Maxime è una storia d’amore che pone l’accento sull’importanza di quella scintilla che fa scattare tutto il resto, anche nei suoi lati peggiori.
E voi quale film per celebrare il Pride Month preferite?