Il secondo decennio degli anni Duemila è stato molto prolifico per il cinema: riscopriamo insieme i migliori film degli anni ’10 del Duemila da vedere assolutamente
Quando parliamo dei film degli Anni ’10 del Duemila pensiamo spesso “vabbè, ma era un paio di anni fa”. Purtroppo, il tempo passa per tutti, anche per il cinema e ci ritroviamo a undici anni dall’inizio del secondo decennio degli anni Duemila.
Gli Anni ’10 dei Duemila sono stati un decennio ricco di pellicole di valore, che si sono contraddistinte per la loro bellezza, sia con la critica che col pubblico.
I migliori film degli anni ’10 del Duemila da vedere assolutamente
The Social Network (2010)
Partiamo da una delle pellicole che ha rappresentato nel migliore dei modi l’inizio del decennio e di una nuova epoca: The Social Network, film del 2010, diretto da David Fincher.
Il film ruota intorno alla storia di Mark Zuckerberg, uno dei fondatori di Facebook. La pellicola segue le varie fasi di Facebook: dall’idea fino al suo lancio, passando per tutte le difficoltà avute dai suoi fondatori, in special modo da Zuckerberg.
Ma il film di Fincher è molto più che un biopic: la nascita di Facebook rappresenta una delle novità che ha caratterizzato maggiormente gli anni ’10, regalandoci un ritratto fedele di quel periodo.
A colpire è innanzitutto la sceneggiatura di Aaron Sorkin, il quale decide di concentrarsi maggiormente sul lato privato di Facebook, con un particolare focus sul personaggio di Zuckerberg e non sul lato pubblico della popolare piattaforma.
Fincher, dal canto suo, ci regala una regia estremamente moderna, che si rispecchia in un montaggio veloce e contemporaneo, strutturando la storia su più piani temporali.
Nonostante il film si sposti su più fronti temporali, lo spettatore non si perde mai nella narrazione, che riesce a mantenere la sua fluidità e la sua direzione.
La pellicola presenta un particolare focus sulla figura di Zuckerberg (interpretato magistralmente da Jesse Eisenberg), ricca di contrasti, anche a livello morale. The Social Network ci mostra che la ragione e la verità non sono sempre così lampanti, raccontando una storia che rappresenta al meglio i tempi che stiamo vivendo.
Fincher racconta la storia di un’ossessione, mascherandola da biopic.
The Master (2012)
Tra i migliori film degli anni ’10 dei Duemila non possiamo che citare The Master, capolavoro di Paul Thomas Anderson, con protagonisti Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams.
Phoenix è un tormentato veterano di guerra, che diventa un discepolo di un’organizzazione religiosa, capitanata da un uomo carismatico. Il rapporto fra i due non è sempre facile, poiché l’ex soldato si ribella a diverse regole della setta, incapace di sottostare ad esse.
La pellicola s’ispira parzialmente al personaggio di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, ma anche a stralci di vita di John Steinback e ad alcune storie dell’attore Jason Robards, riguardo ai suoi giorni in marina.
Il film è ricco di tematiche importanti, come la religione, l’amore, la psicoanalisi e l’insanità mentale. Il tutto viene condito da un’estetica ben precisa, tipica del regista di Paul Thomas Anderson, con una particolare attenzione sulla fotografia, che spicca agli occhi dello spettatore fin dalle prime scene.
Più che sulla storia, il regista si concentra maggiormente sulla psicologia del singolo: un uomo martoriato a livello psicologico e fisico da una parte e un fanatico religioso dall’altra. La pellicola è densissima di significato, così tanto che probabilmente una visione non basterà allo spettatore per centrare tutti i temi raccontati.
Ma il vero punto focale di The Master sta nelle interpretazioni di Phoenix e Hoffman: le scene in cui ci sono entrambi (prima fra tutti “Don’t blink” o quella nella prigione) ci mostrano il talento puro dei due attori, che insieme riescono a catalizzare l’attenzione dello spettatore, nonostante la pellicola non sia delle più semplici.
The Wolf of Wall Street (2013)
Nella nostra lista non poteva mancare Martin Scorsese col suo The Wolf of Wall Street, film del 2013, con protagonista Leonardo DiCaprio.
Il film è l’adattamento dell’autobiografia Il lupo di Wall Street, che racconta l’ascesa e la caduta di Jordan Belfort, un broker di New York.
Nella pellicola vediamo come Jordan Belfort ha iniziato la sua carriera a Wall Street, con un particolare accento su tutti i suoi successi, fra alcol, droghe e sesso.
La chiave di lettura principale della pellicola è sicuramente l’eccesso, che si riflette sia sulla storia di Jordan Belfort che sulla regia, ricca di scene barocche, che riflettono alla perfezione la vita di Belfort. Nulla è lasciato al caso (ma parliamo di Scorsese infatti): il regista dirige alla perfezione questa discesa negli inferi della droga e del troppo potere del protagonista, alternando momenti drammatici a momenti ad alto tasso d’ilarità (tra tutte, la scena in cui DiCaprio è sotto effetto di sostanze e vuole salire in macchina).
Nonostante Belfort abbia portato sul lastrico centinaia di americani, il film di Scorsese si concentra maggiormente sulla sua immoralità e sulla sua parabola di autodistruzione, che ci dimostra il senso di onnipotenza fatto a persona.
Leonardo DiCaprio è il protagonista assoluto della pellicola e riesce a dare un’interpretazione a 360° di Jordan Belfort, in tutta la sua immoralità, assurdo pensare come abbia potuto perdere la statuetta quell’anno.
The Wolf of Wall Street è un film frenetico e politicamente scorretto, realizzato ad arte da uno dei registi più importanti della storia del cinema.
Birdman – o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza) (2014)
Tra i migliori film degli anni ’10 dei Duemila c’è anche Birdman, film del 2014, diretto da Alejandro González Iñárritu, con protagonisti Michael Keaton, Emma Stone ed Edward Norton. La pellicola ha vinto 4 premi Oscar, tra cui quella per Miglior film e Migliore regia.
Il protagonista è Riggan Thomson (Michael Keaton), un attore diventato famoso negli anni Novanta per il ruolo del supereroe Birdman. L’uomo cerca disperatamente di staccarsi da quel ruolo, un’ossessione che lo porta a a sentire la voce del supereroe da lui interpretato. Per potersi distaccare da quel ruolo, decide di dirigere ed interpretare l’adattamento teatrale di un racconto di Raymond Carver. Al progetto lavorano anche la figlia ex-tossicodipendente Sam (Emma Stone) e Mike Shiner (Edward Norton), un attore brillante, ma estremamente problematico.
Birdman è una pellicola eccezionale, girata con un finto piano sequenza unico, che dà allo spettatore l’idea di trovarsi veramente coinvolto nella scena.
Il film ruota tutto intorno a quella fame d’amore che molti di noi ricercano nella vita, senza mai trovarla, una ricerca che coinvolge tutti tre i protagonisti, in modi e per scopi diversi.
Birdman alterna continuamente una narrazione reale a quella surreale, facendo entrare lo spettatore direttamente nella mente del protagonista, continuamente funestato dal suo bisogno di celebrità e di amore.
Uno dei punti più interessanti del film è sicuramente la scelta di Michael Keaton nei panni del protagonista: così come Riggan, anche Keaton è rimasto per anni incagliato nel ruolo di un supereroe, Batman e, nonostante altre prove attoriali, non è riuscito mai a scollarsi quel ruolo così “pesante”.
Keaton, Norton e Stone riescono a dare tre prove attoriali magistrali, in questo vortice frenetico che è Birdman, film che ha fatto guadagnare a Iñárritu il riconoscimento definitivo dal grande pubblico, nonostante avesse già diretto grandi film come 21 grammi e Biutiful.
L’Empire ha definito Birdman come il miglior film del 2014.
La La Land (2016)
Finiamo la nostra lista con La La Land, film del 2016, diretto da Damien Chazelle, con protagonisti Ryan Gosling ed Emma Stone.
Sicuramente ricordiamo La La Land per la celebre figuraccia di cui è stato vittima agli Oscar, quando era stato annunciato come Miglior film per un errore (premio andato poi a Moonlight). Ma il film di Chazelle è molto altro.
La storia è incentrata su Sebastian, pianista disoccupato col sogno di aprire un locale jazz e Mia, attrice frustrata che non riesce a fare il grande salto. Tra i due scoppierà un amore contrastato dai sogni di entrambi.
Se la trama potrebbe sembrare banale, è l’impostazione di Chazelle a determinare la grandezza del film. La La Land è un musical contemporaneo che omaggia i classici film musicali degli anni Cinquanta e Sessanta, il tutto ambientato in una Los Angeles, che fa scrigno per i sogni naufragati.
Ma La La Land è molto più di musical: le musiche, le canzoni e le coreografie (elementi tipici del genere) si differenziano molto dalle solite esibizioni e riescono ad esprimere appieno i sentimenti e i pensieri dei protagonisti. L’epilogo del film è accompagnato da sola musica, senza parole e mostra come sarebbe potuta andare tra i due protagonisti se uno di loro avesse rinunciato ai propri sogni: si tratta di un finale amaro, che si allontana anni luce dal solito happy ending a cui siamo abituati.
La pellicola è anche uno spaccato di vita per molti di quei giovani che inseguono per anni i loro sogni ed è qui la sua forza: in molti ci siamo rivisti in Mia e Sebastian, giovani e folli, continuamente in corsa per raggiungere i propri sogni.
La La Land è un ottimo film anche tecnicamente parlando: nella prima scena, Another day of sun, vediamo un piano sequenza di oltre 4 minuti e, per tutto il resto del film, la fotografia riesce a regalarci una particolare gioia per gli occhi, grazie ai colori brillanti e all’abile uso della luce.
La La Land, quindi, non rimarrà negli annali solo per la figuraccia degli Oscar, ma soprattutto per la sua capacità di rappresentare i tempi correnti e per quell’amarezza che ci lascia ogni volta che finiamo la visione del film.
E voi quale film degli anni ’10 dei Duemila preferite?