I cinque migliori mockumentary horror, da The Blair Witch Project a Paranormal Activity, L’ultimo esorcismo, ESP – Fenomeni paranormali e Necropolis – La città dei morti chiudono la nostra Horror Week
Il fenomeno dei mockumentary horror, ossia dei falsi documentari horror, è alquanto recente e si è accaparrato con il tempo una buona fetta di pubblico, seppur spaccando in due la critica. I mockumentary hanno fatto, da sempre, arricciare il naso di cinefili ed esperti di horror e non vengono considerati dei veri e proprio capolavori di genere. Le riprese quasi amatoriali applicate ad un budget molto ridotto non li rendono di certo degli esempi di struttura tecnica cinematografica.
A fronte di ciò, allora, perché attirano così tanto la curiosità del pubblico? Perché mettono in scena tutto quello che di più ci incuriosisce, una visione pseudo-realistica di fantasmi, demoni e/o streghe. Gli ingredienti per il successo di questi mockumentary horror è molto semplice; costi bassi di produzione, effetti speciali minimi e/o inesistenti, illusioni visive, attori capaci di trasmettere angoscia e terrore, creare altissimi livelli di ansia e suspense ed essere lanciati attraverso un’ottima campagna pubblicitaria. Una volta soddisfatti questi requisiti, il mockumentary è confezionato e pronto per essere proiettato nelle sale.
Tutto ha inizio nel lontano 1999 quando un certo The Blair Witch Project, prodotto autoriale a bassissimo costo (sessantamila dollari) vinse il Premio Giovani per il miglior film straniero al Festival di Cannes dello stesso anno. Il lungometraggio riscontrò così tanto successo che ne seguirono altri di genere: ricordiamo infatti Paranormal Activity, altro mockumentary horror a bassissimo costo (quindicimila dollari). La paura si genera grazie alla suspense, ai piccoli segnali che indicano oscure presenze, allo stato di ansia crescente vissuto in prima persona dagli spettatori e attraverso il terrore di credere, anche solo per un attimo, che il paranormale esista.
Un fenomeno tutto statunitense che ha coinvolto diverse produzione cinematografiche mondiali ma senza riscuotere il medesimo successo. Questi falsi documentari spaventano senza dover ricorrere a mostri in carne e ossa da glorificare sull’altare dei villain dell’orrore. Con il passare del tempo, e dato il successo riscontrato negli ultimi venti anni, sono stati investiti più soldi nella realizzazione di queste pellicole, tuttavia i budget restano comunque bassi considerando il genere. Abbiamo per voi alcuni mockumentary dell’orrore tra i più interessanti da guardare.
I migliori mockumentary horror
The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair (1999)
Diretto e scritto da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, The Blair Witch Project è un lungometraggio realizzato con la tecnica del found footage. La storia è ambientata nel 1994, quando un gruppo di ragazzi, inoltratisi nei boschi, scompaiono a Burkittsville (un tempo chiamato Blair), nel Maryland. Nella zona dove Heather, Mike e Josh sono scomparsi vengono rinvenuti dei nastri. Il materiale mostra che i tre studenti universitari stavano realizzando un documentario scolastico sulla leggenda locale, cioè la strega di Blair. Dopo che i tre ragazzi hanno raccolto testimonianze storiche e moderne sul mistero della strega, decidono di verificare di persona inoltrandosi nei boschi dove la strega compie i suoi misfatti. Seguendo un percorso ben delineato per investigare su questa leggenda Heather, Mike e Josh si imbattono in diversi manufatti ritualistici e cumuli di pietre sul terreno. La ricerca a scopo documentaristico si tramuterà in un vero e proprio incubo a occhi aperti.
Paranormal Activity (2007)
Diretto e scritto da Oren Peli, Paranormal Activity vede la luce nelle sale due anni dopo la sua realizzazione, cioè nel 2009. L’intero lungometraggio è stato realizzato nell’abitazione di Peli e girato in dieci giorni esatti. Nella città di San Diego due giovani ragazzi, Micah e Katie (interpretati da Micah Sloat e Katie Featherston), decidono di andare a convivere in una villetta. Durante questa convivenza i due ragazzi cominciano a sentire rumori strani e oggetti che spariscono e riappaiono in altri luoghi senza che essi li abbiano spostati. Katie, così, rivela a Micah di essere perseguitata, sin da bambina, da una presenza paranormale e che ciò che stanno vivendo all’interno della villa non gli è insolito. Micah decide dunque d’investigare al meglio utilizzando una o più telecamere per poter confermare il racconto di Katie. L’idea del ragazzo conferma la storia di Katie, ma il suo voler scavare più a fondo sulla presenza e su ciò che essa vuole dalla ragazza li espone ad attacchi violenti.
L’ultimo esorcismo (2010)
Diretto da Daniel Stamm e prodotto da Eli Roth, l’ultimo esorcismo è una pellicola che si rifà ai mockumentary horror e vede la luce nelle sale nel 2010. Il reverendo protestante Cotton Marcus (interpretato da Patrick Fabian), dopo aver praticato quarantasette esorcismi, decide di smascherare la farsa da lui stesso inscenata girando un documentario. Cotton, stanco di praticare falsi esorcismi per denaro, si reca con una troupe a Ivanwood per un ultimo esorcismo e documentare il tutto, al fine di raccontare al mondo come si può guadagnare facendo leva sulla fede dei credenti. Una volta giunti a Ivanwood, il gruppo si dirige nella casa di campagna dove li attende Nell Sweetzer (interpretata da Ashley Bell), figlia di un contadino e colei che dovrebbe essere esorcizzata. L’ultimo esorcismo del reverendo Cotton non andrà di certo come aveva programmato.
ESP – Fenomeni paranormali (2011)
Diretto e scritto da The Vicious Brothers, ESP – Fenomeni paranormali prende ispirazione dalle serie televisive documentaristiche che vanno a caccia di fantasmi.
Siamo nel 2003 e la troupe lavora ad un reality basato sui falsi documentari chiamato ESP – Fenomeni Paranormali, e decide di registrare un episodio nel Collingwood Psychiatric Hospital, un istituto psichiatrico fatiscente e abbandonato dove pare accadano fenomeni paranormali. Ad alimentare la leggenda su questo ospedale c’è la storia del neurologo Friedkin che lavorava nell’istituto, il dottore che faceva esperimenti sui pazienti usando delle vere e proprie lobotomie, fino a che non è stato pugnalato dalle sue vittime. Lance Preston (interpretato da Sean Rogerson), presentatore del programma, decide di restare una notte intera (fino alle sei del mattino) all’interno dell’ospedale con tutta la troupe per rendere l’episodio più avvincente. La scelta di Lance si rivelerà fatale per tutti quanti.
Necropolis – La città dei morti (2014)
Diretto e scritto da John Erick Dowdle, Necropolis – La città dei morti è di sicuro il mockumentary horror più claustrofobico e fantasioso di genere. Scarlett Marlowe (interpretata da Perdita Weeks) segue le orme di suo padre continuando la sua ricerca della pietra filosofale inventata da Nicolas Flamel. L’archeologa compie diversi viaggi, soprattutto in Medio Oriente, che la conducono fino a Parigi dove nelle catacombe potrà trovare quello che cerca. Durante questa bramosa ricerca della pietra filosofale, Scarlett riprende ogni istante per dimostrare con prove tangibili che il padre non era un visionario. La discesa nelle catacombe parigine non sarà una passeggiata per l’archeologa e i suoi amici: scopriranno ben presto che per giungere alla fantomatica pietra dovranno attraversare un inferno di angoscia e paura.
E voi, li avete visti tutti? Quale mockumentary preferite? Fatecelo sapere nei commenti e sui nostri canali social!