Mirage recensione serie TV Sky diretta da Louis Choquette con Marie-Josée Croze, Clive Standen, Hannes Jaenicke, Maxim Roy, Jeanette Hain, Thomas Chomel, Shawn Doyle e Philippine Leroy-Beaulieu
Nell’overload costante di contenuti seriali audiovisivi è sempre più difficile risaltare e farsi riconoscere: Mirage, la nuova miniserie in onda su Sky e NOW diretta da Louis Choquette, non ci è riuscita.
La protagonista è Claire (Marie-Josée Croze), ingegnere esperta in cybersecurity che si trasferisce ad Abu Dhabi con il compagno Lukas (Hannes Jaenicke) e il figlio Zack (Thomas Chomel). Zack è figlio di Gabriel (Clive Standen), apparentemente morto durante uno tsunami nel 2004 rendendo vedova Claire.
I due ex coniugi si ritrovano al centro di una delicata operazione dove è in pericolo la sicurezza di una centrale nucleare e si troveranno a fare i conti anche con le loro questioni personali. Claire, seppur abbia cominciato una nuova vita dall’altra parte del mondo, riesce immediatamente a farsi valere dal punto di vista lavorativo quanto umano, trovando in Jeanne (Philippine Leroy-Beaulieu) una grande amica e complice.
Nonostante su carta la trama effettivamente risulti anche interessante, nella realizzazione l’intento di coniugare una spy story con gli intrighi inevitabili di un triangolo amoroso fallisce miseramente facendo di Mirage una serie poco riuscita, lontana dall’essere accattivante e che, come scritto, non riesce ad affermarsi nell’attuale panorama seriale.
Quello che probabilmente impedisce alla serie di decollare è la scrittura carente dei personaggi, non valorizzati inoltre dalle interpretazioni del cast. Diventa così impossibile empatizzare con figure che appaiono vuote e prevedibili.
Immersi in uno scenario suggestivo come quello di Abu Dhabi, e circondati da centrali nucleari, disastri imminenti e minacce di cybersecurity, Mirage sceglie di scavare a fondo nella tematica più blasonata, quella amorosa, lasciando dietro le quinte altri risvolti che avrebbero potuto avere molto più appeal narrativo e visivo. Scritta da Benedicte Charles, Franck Philippon e Olivier Pouponneau, Mirage non osa giocare le proprie carte rimanendo in bilico tra thriller e dramma e non soddisfacendo tuttavia nessuno dei due generi, sprecando le potenzialità a propria disposizione.
A cogliere di sorpresa la colonna sonora degli Alt-J, band inglese indie rock che per quanto interessante risulta poco consona con lo stile della serie.