Miss Americana recensione del documentario di Lana Wilson sulla cantautrice Taylor Swift presentato al Sundance Film Festival e disponibile su Netflix
Dopo essere stato presentato durante la serata inaugurale del Sundance Film Festival, Miss Americana con Taylor Swift è arrivato su Netflix. Il documentario racconta il percorso di crescita dell’artista, seguendola in modo particolare durante lavorazione del suo ultimo album, Lover, e durante alcuni momenti significativi del suo percorso: quando ha finalmente annunciato di essere una democratica e il racconto del processo per molestie sessuali di cui è stata vittima.
Da quando è stato reso disponibile sulla piattaforma, il documentario ha mantenuto un punteggio estremamente positivo su Rotten Tomatoes, con ben il 92% di recensioni positive da parte della critica. La percentuale si basa su 60 recensioni, tra cui quella di The Atlantic:
“Ecco la chiave della narrativa di Taylor Swift: il suo desiderio di farsi amare che si scontra con persone a cui lei non piace. È il problema definitivo delle celebrità, ma il documentario lo integra in maniera intelligente con quello che è il significato sociale, a partire dal genere.”
(The Atlantic)
Non solo un successo di critica, ma anche un successo sulle piattaforme digitali musicali. Il brano di accompagnamento del documentario, Only the Young è al primo posto fisso della classifica dei brani più venduti di iTunes USA dal giorno di release!
Inoltre, nel giorno di debutto del film, tutti gli album di studio dell’artista sono rientrati all’interno della classifica album di iTunes USA.
Only the Young di Taylor Swift
Miss Americana, che poi è il titolo di una canzone dell’ultimo album della Swift, è un buon esempio di come musica e cinema possano trarre estremo beneficio l’uno dall’altro.
Il documentario dà la possibilità al pubblico di sentirsi più vicino all’artista, mostrando una nuova sfaccettatura e mettendola quasi a nudo come mai prima d’ora. Il che è quasi sorprendente ai tempi dei social media.
Dalla scoperta del disturbo alimentare di cui ha sofferto all’essere testimoni di come la giustizia americana faccia sentire ancora più vittime coloro che hanno subito molestie sessuali, e di come sia stato importante il suo impatto nelle elezioni di metà mandato (nonostante poi il candidato sostenuto dalla Swift non abbia effettivamente vinto).
L’opera di Lana Wilson scorre piacevolmente, la narrazione è chiara e non frammentata dai flashback. La musica accompagna questo viaggio e, da protagonista del rapporto tra la Swift e i suoi fan, diventa in questa occasione compagna fedele e sempre presente dello spettatore cinematografico.
Così come ogni album di Taylor Swift, il documentario permette al pubblico di emozionarsi con lei, di sorprendersi. Siamo ancora più affascinati e ispirati da Taylor Swift di quando non lo fossimo prima, grazie Miss Americana.