Modern Love 2 recensione serie TV Amazon di John Carney con Gbenga Akinnagbe, Anna Paquin, Kit Harington, Lucy Boynton, Zoe Chao, Minnie Driver, Dominique Fishback e Garrett Hedlund
Se avete familiarità con la serie britannica Black Mirror, saprete probabilmente il significato di serie antologica: ogni episodio ha una storia nuova, un cast diverso, ma un fil rouge tematico che unisce il tutto. In Modern Love 2 il filo è non a caso di colore rosso: si parla d’amore in tutte le sue forme e sfumature.
La serie Modern Love 2, anche in questo caso di firma britannica, si ispira all’omonima rubrica del New York Times. Essa raccoglie da più di diciotto anni le più intriganti confessioni d’amore da parte di comuni lettori del popolare quotidiano americano. Alcune storie accuratamente selezionate si sono trasformate recentemente in episodi televisivi grazie ad un’idea di John Carney, che debutta nel 2019 con l’adattamento in 24 fotogrammi al secondo di Modern Love su Amazon Prime Video. Ricordiamo solo che la prima stagione di ebbe un buon successo anche grazie al cast che vantava nomi come quelli di Dev Patel, Andrew Scott, Tina Fey, Andy García e Anne Hathaway solo per citarne alcuni, oltre ad essere entrata nei nostri cuori per l’intimità che caratterizza un’antologia di storie semplici ma memorabili.
Superato l’ostacolo del lockdown, il 13 agosto 2021 verrà rilasciata sempre su Amazon Prime Video la seconda stagione di Modern Love. L’abbiamo vista in anteprima e siamo pronti a raccontarvela episodio per episodio: essendo ogni puntata una storia a sé preferiamo esaltare la personalità di ogni racconto anziché giudicare la stagione nel suo complesso.
Modern Love 2 si apre con il racconto di una donna che soffre di sindrome della fase del sonno ritardata, ovvero la costrizione mentale che porta a vivere di notte e dormire di giorno. Un esordio un po’ debole, a nostro avviso, soprattutto se lo paragoniamo a quello della prima stagione. Infatti, l’episodio di punta della prima stagione vedeva protagonista una straordinaria Anne Hathaway (non a caso nominata ai Critics Choice Awards per la sua performance) che fatica a mantenere una vita sentimentale a causa della sua malattia, in questo caso il bipolarismo. Una situazione simile a quella che incontriamo in questa prima puntata e che però non si avvicina in intensità e qualità a quello che è stato – a nostro parere – il migliore episodio della prima stagione. La poca chimica tra gli attori e dialoghi piuttosto deboli contribuiscono a non reggere il confronto tra i due episodi, lasciandoci con una favola eccessivamente didascalica e anonima.
Sperando in un proseguo che ci risollevi dalla delusione iniziale, il secondo capitolo della serie ci racconta l’incontro tra due ex amanti, seguendo per tutta la durata dell’episodio la convergenza casuale lungo un viale tra i due personaggi. Tra flashback e sguardi malinconici, l’episodio si conclude richiamando alla memoria La La Land, con un apprezzamento nei confronti del viaggio sentimentale, ma anche con la consapevolezza che per i due amanti non ci sarà alcun futuro. Nonostante la tenerezza, non c’è nulla che susciti emozione o che ci ricordi ancora quella prima stagione che abbiamo tanto amato.
Il terzo episodio segue una giovane adolescente che affronta le insicurezze riguardo al proprio orientamento sessuale. Questo splendido racconto è la rappresentazione perfetta di quella mancanza di certezze che caratterizza il percorso adolescenziale, quando ancora ci si sente disorientati all’interno di un mondo che sembra essersi dimenticato di fornire il libretto d’istruzioni. Tra le due protagoniste c’è chimica e nei dialoghi c’è autenticità, lasciando con un finale aperto come metafora di una vita ancora tutta da districare. Questo tenerissimo episodio ci ricorda finalmente la preziosità di una serie come Modern Love.
Il quarto episodio, purtroppo, ci riporta alla delusione iniziale. La storia di un’amicizia persa e poi ritrovata a causa dell’amore non corrisposto da parte di una delle due metà è facilmente dimenticabile. Tuttavia, riponiamo ancora speranza nella seconda metà della stagione.
Il quinto episodio vede un ex militare affetto da stress post-traumatico che cerca di superare il tradimento di sua moglie. L’incertezza della vita fa spazio ad incontri inaspettati che, per quanto sbagliati possano sembrare, donano speranza nel poter ricominciare da zero, anche quando la vita non va secondo i piani. Una storia bizzarra e tenera che forse ci sta riportando sulla strada giusta.
Nell’episodio 6 incontriamo due volti parecchio conosciuti: Lucy Boynton (Bohemian Rhapsody) e soprattutto Kit Harington (Game of Thrones). L’incontro casuale tra i due sconosciuti su un treno e un appuntamento alla stazione in perfetto stile Before Sunset è diviso poi da un nemico contemporaneo a noi familiare: il lockdown. Tra un breve momento musicale e un riferimento simpatico a Game of Thrones, l’approccio a questo racconto è decisamente creativo e ironico. C’è molta cura nella scrittura di un episodio che non ha paura di trattare la pandemia come un ostacolo da superare e allo stesso tempo senza darle eccessiva importanza. Un capitolo in cui la conclusione è lasciata all’immaginazione dello spettatore, come del resto lo è il periodo che stiamo vivendo proprio adesso.
Se l’episodio 6 è forse il più rappresentativo della stagione per via del contesto sociale, l’episodio 7 è sicuramente quello più toccante. Una vedova (straordinaria l’interpretazione di Minnie Driver) affronta l’indecisione sulla vendita della sua macchina d’epoca, che scopriremo non essere solamente un pezzo di metallo. Attraverso un lungo e commovente viaggio lungo il viale dei ricordi questo episodio ci trascina nel dolore della protagonista che vedremo trasformato in amore per la figlia. Il nostro episodio preferito di tutta la stagione semplicemente perché ne usciamo, finalmente, con gli occhi lucidi.
A concludere Modern Love 2 è il ritorno di fiamma tra due divorziati. Se nell’episodio precedente si affrontava il lutto, qui invece è la notizia di un’imminente tramonto della vita a essere protagonista. Due incredibili performance da parte di Sophie Okonedo (Ratched) e Tobias Menzies (The Crown) non bastano, però, a risollevare l’episodio da un racconto poco originale. È anche qui inevitabile il paragone con la stagione precedente, con un episodio finale corale che vedeva riuniti i diversi personaggi delle diverse storie affrontate precedentemente. Una scelta narrativa creativa e perfetta che se riutilizzata avrebbe almeno salvato quest’ultimo episodio purtroppo anticlimatico e inadatto a chiudere un’intera stagione.
In conclusione, da Modern Love 2 ci aspettavamo sicuramente di più. La premessa di un cast meno stellare (ma decisamente più inclusivo, bisogna riconoscerglielo) di quello scelto per la stagione di apertura non ci ha impedito di tuffarci nella visione fiduciosi di ritrovare la stessa qualità di scrittura della prima. C’è invece qui mancanza di personalità, colore ed emozione, ovvero tutto ciò che ha reso la prima stagione tanto preziosa. Non è la scelta delle storie d’amore a non averci convinto, ma piuttosto essere arrivati ai titoli di coda senza aver versato una lacrima, senza esserci affezionati, senza voler consigliare al mondo intero quell’episodio particolare di Modern Love 2. Infine, una regia più creativa e meno anonima avrebbe certamente giovato.