Molly's Game

Molly’s Game – la recensione

Molly’s Game è il primo film da regista dello sceneggiatore premio Oscar Aaron Sorkin.

Il gioco di Molly ha a che fare con il poker, però Molly non si siede al tavolo con una mano di carte: Molly si siede un po’ in disparte, organizza le serate, trova potenziali giocatori, filtra gli inviti, si accerta che ognuno si senta benvenuto e disposto a perdere cifre a sei zeri, e vigila sulla regolarità del gioco. Molly, in questo mondo, si è fatta da sé, con una determinazione maturata grazie alla costanza ed ai sacrifici del suo passato da sciatrice-quasi-olimpica. Molly si guarda bene dal fare nulla di illegale, ma un brutto giorno viene arrestata dall’FBI per legami con la Mafia Russa. ‘Molly Bloom’ è un nome da James Joyce, e Molly’s Game è, tecnicamente, un libro, ma questa Molly Bloom è una persona reale, e così anche la storia della sua vita.

Aaron Sorkin, creatore di The West Wing e autore di The Social Network e Moneyball (ma anche di Codice d’Onore), con una mossa degna di Charlie Kaufman, adatta il libro rendendolo parte integrante della storia, e lo incastona negli eventi accaduti dopo la sua pubblicazione.

Sorkin è un autore stimatissimo per i suoi dialoghi vivaci e ricchi di riferimenti colti, ma non rinomato per la sua versatilità di stile o per la molteplicità di voci dei suoi personaggi; si potrebbe quasi definire uno sceneggiatore di genere, sebbene si tratti del suo personalissimo genere.

Ecco quindi che, nonostante l’indiscutibile qualità della scrittura, lo stile può risultare talmente familiare da rendere questa vivacità, paradossalmente, monotona. In questa situazione, occorre che il regista si prenda la responsabilità di esaltare la sceneggiatura trovando una messinscena adeguata: fallire in questo compito può fare la differenza tra un The Social Network e (per quanto amiamo Danny Boyle) uno Steve Jobs.

Aaron Sorkin dimostra di avere imparato dagli artisti che hanno tradotto in immagini le sue storie (Fincher, soprattutto), e ce la mette tutta per dare dinamicità ad uno script che, come sempre, avrebbe il suo punto di forza più nelle parole che nell’ azione: ecco quindi un inizio vivacissimo, un alternarsi tra diversi piani temporali, l’introduzione di grafica per sottolineare alcuni passaggi cruciali (ad esempio, sui tecnicismi del tappeto verde) e anche qualche accenno di walk & talk per titillare i fans.

Non si può dire che Sorkin regista faccia un vero passo falso, se non, comprensibilmente, quello di dare troppa corda a Sorkin sceneggiatore: alcuni passaggi, decisamente sorkiniani, avrebbero potuto essere filtrati e smorzati da un regista con una diversa sensibilità; venendo a mancare questa pluralità di voci, queste scene sembrano forzate e rischiano di risvegliare lo scetticismo dello spettatore.

Jessica Chastain e Idris Elba, nel ruolo della protagonista e quello del suo integerrimo possibile avvocato sono impeccabili, Kevin Costner fa il suo mestiere nelle vesti del padre di Molly, e Chris O’ Dowd è eccellente nel ruolo di un giocatore un po’ patetico. Nella vita reale, i tavoli di Molly Bloom erano frequentati da personaggi del calibro di Leonardo DiCaprio e Ben Affleck, perciò è un po’ amaro il fatto che la vera nota stonata del film sia proprio un attore, Michael Cera, il ‘giocatore X’. Sulla carta, sarebbe perfetto per interpretare un attore dalla presenza rassicurante (il ‘giocatore X’ era in effetti Tobey Maguire), ma Cera semplicemente non sembra avere nelle sue corde la sottigliezza necessaria per coprire tutte le sfaccettature di questo ruolo (ma Edgar Wright non è d’accordo con me).

In un momento storico perfetto per accogliere la storia di una donna che – da sola – sa imporsi in un mondo prevalentemente maschile, Molly’s Game è un buon debutto, imperdibile per i sorkini e consigliato a tutti, indipendentemente dall’interesse nel Poker.

Molly’s Game uscirà in Italia nel mese di Aprile 2018.

Sintesi

Convincente debutto da regista per Aaron Sorkin, avrebbe tuttavia potuto guadagnarci sotto la direzione di un film-maker con una diversa sensibilità.

Perché MadMass.it

Consapevoli del nostro ruolo, da sei anni in MadMass.it portiamo avanti una linea editoriale responsabile, preferendo la copertura dei festival al content farming, le recensioni al clickbait, le rubriche e le interviste al sensazionalismo. Stiamo cercando di fare la nostra parte: sostienici con una donazione, acquistando i prodotti consigliati sul nostro magazine o semplicemente passa a visitarci, sfoglia le nostre pagine e condividi i nostri articoli sui social: ci permetterai di continuare a crescere e fare sentire la nostra voce.

Articoli Correlati

Commenti

Ultimi Articoli

Convincente debutto da regista per Aaron Sorkin, avrebbe tuttavia potuto guadagnarci sotto la direzione di un film-maker con una diversa sensibilità.Molly's Game - la recensione