Moonfall recensione film di Roland Emmerich con Halle Berry, Patrick Wilson, John Bradley, Michael Peña, Charlie Plummer, Kelly Yu e Donald Sutherland
Per alcuni i suoi film sono del tutto da bocciare, per altri sono dei puri guilty pleasure; nel bene o nel male, Roland Emmerich è un regista che tra gli anni ’90 e i Duemila è riuscito a rendersi riconoscibile soprattutto grazie ai suoi disaster movie. Con il suo Moonfall il regista tedesco torna alle atmosfere catastrofiche che lo hanno reso celebre.
L’incipit riesce a creare un minimo di interesse: la Luna cambia improvvisamente traiettoria e secondo alcuni calcoli è destinata a scontrarsi contro il nostro pianeta dando vita ad una catastrofe che distruggerebbe l’intera Terra. È un peccato che la curiosità venga velocemente sostituita dal senso di già visto che Moonfall porta purtroppo con sé, difatti il film propone una serie di personaggi, situazioni e cliché ormai del tutto abusati da un certo tipo di cinema statunitense.
Il film dà l’idea di arrivare fuori tempo massimo, non bastano dei volti più o meno noti come quelli di Halle Berry, Patrick Wilson o John Bradley (celebre per il ruolo di Samwell Tarly in Game of Thrones), all’opera manca un elemento che la renda differente da altre pellicole legate al genere. Solo poche settimane fa è stato distribuito Don’t Look Up, un film che anch’esso tocca il tema della catastrofe ma che si dimostra capace di differenziarsi all’interno del genere sfruttando in modo molto interessante l’ironia: Emmerich invece si prende decisamente e tragicamente sul serio.
Se la reale minaccia che si nasconde dietro il mistero del cambio di orbita della Luna – che naturalmente non verrà rivelato per evitare spoiler – funziona dal punto di vista estetico, da quello della scrittura risulta inevitabilmente vecchio e molto superficiale. L’esempio della mal gestione del “cattivo” del film è riassuntivo dell’intera pellicola: la sceneggiatura (scritta dallo stesso Emmerich, Harald Closer e Spencer Cohen) si perde in continue sciatterie che finiscono inevitabilmente per annoiare lo spettatore che tra scene action ai limiti della credibilità (ma in un film di questo tipo si possono accettare), background familiari non approfonditi a dovere e battute non particolarmente brillanti arriva sonnecchiando alla fine del film.
Moonfall riesce in parte ad intrattenere, ma purtroppo alcune scelte narrative, l’eccessiva durata (130 minuti) rispetto a ciò che ha da dire e la prevedibilità della storia spengono le speranze di assistere ad un blockbuster di qualità.