Mothers’ Instinct recensione film di Benoît Delhomme con Anne Hathaway, Jessica Chastain, Josh Charles, Anders Danielsen Lie, Caroline Lagerfelt, Keeley Miller e Eamon Patrick O’Connell.
I figli… so’ pezzi ‘e core e di mamma ce n’è solo una, ma a volte possono esserne due. Cosa faremmo se ci ritrovassimo nei panni del giovane della famiglia, per certi versi ancora “integra”? Accettare l’allargamento del nucleo familiare poiché l’altra madre si trova ora tristemente da sola? O protestare e mettere in discussione questa incresciosa situazione, anche se durante l’infanzia non si ha mai realmente un forte potere decisionale? Solo il tempo forse può cambiare lo stato delle cose.
Questo è un po’ quello che accade ad un bambino di nome Theo, protagonista suo malgrado di una serie di eventi davvero spiacevoli, che stravolgeranno due famiglie altolocate all’apparenza cordiali tra di loro.
Il destino ha in serbo però per i personaggi del film Mothers’ Instinct un proseguo di vita costellato da infelicità e inquietudini.
Il regista Benoît Delhomme, al suo esordio alla regia dopo una lunga carriera come direttore della fotografia (ad esempio Il mercante di Venezia, La proposta e Il bambino con il pigiama a righe), riprende il romanzo di Barbara Abel (Oltre la siepe) e il film originale francese del 2018 di Olivier Masset-Depasse e ne firma una personale versione.
Tra Mothers’ Instinct e Duelles (distribuito nelle sale italiane nel 2020 con il titolo italiano di Doppio sospetto) non vi sia alcuna differenza a livello di soggetto e sceneggiatura e in alcuni aspetti anche sotto l’aspetto registico. Si potrebbe dire che il lungometraggio statunitense sia quasi una sorta di rifacimento pedissequo come era stato lo Psycho di Gus Van Sant.
Difatti qui risiede il difetto principale di un film che, sebbene presenti alcune frecce al suo arco – come due attrici fantastiche e in splendida forma come Anne Hathaway e Jessica Chastain interpreti delle madri prima amiche poi rivali – non si distanzia mai dal capostipite. Risulta essere una copia carbone senza guizzi o cambi di rotta, con cali di ritmo alla lunga estenuanti e con scarso coinvolgimento emotivo, nonostante le due attrici sopracitate ce la mettano tutta per portare a casa il salvabile (tale da sembrare un rifacimento simile, ma allo stesso tempo diverso sotto ogni aspetto).
È così sfrangiato e sconnesso nell’andamento narrativo che elimina tutti i punti di forza posseduti dall’originale: un costante senso di inquietudine, una borghesia messa a nudo anche in maniera feroce, personaggi all’altezza delle varie vicissitudini e un finale agghiacciante e d’impatto. Quasi a voler screditare il buonissimo operato di partenza precedentemente elencato.
Un’operazione pigra e figlia di logiche di mercato oramai fin troppo note e decisamente dannose per l’industria cinematografica e da qualche parte sembra ancora un mistero poter solo pensare di andare contro una tendenza ripetitiva e senza costrutto. C’è stato un tempo, ormai lontano, in cui ci si rifletteva prima di mettere mani su soggetti altrui affinché si riuscisse ad offrire un contenuto quantomeno di una vita propria.
Mothers’ Instinct, al cinema dal 9 maggio e distribuito da Vertice 360 poteva essere una piacevole variazione sul tema, invece purtroppo è semplicemente un bieco tentativo di bissare il buon successo ottenuto dalla controparte francofona, senza preoccuparsi di offrire allo spettatore nuovi punti di vista o suggestioni rispetto alla storia narrata nel film di Masset-Depasse (il quale però figura non solo tra gli autori, ma anche in veste di produttore insieme alla scrittrice del romanzo e alle due famosissime attrici).
Da vedere unicamente se si è visto l’originale, altrimenti si rischia l’effetto indesiderato: tenersi alla lontana da quest’ultimo. E sarebbe un peccato commettere tale errore.
A Delhomme comunque auguriamo un continuamento di carriera da regista proficuo e soddisfacente.
Il trailer del film: