My Prince Edward recensione film di Norris Wong con Stephy Tang, Chu Pak-hong, Nina Paw, Jin Kaijie, Eman Lam e Cecilia Wang
– Perché il matrimonio è così importante?
– Devi avere qualcuno con cui litigare.
(My Prince Edward)
Il nostro Edward non appare poi così principesco: è zozzo e noioso, possessivo e mammone, pigro e smemorato, russa e si brontola come un orso, si taglia le unghia dei piedi per poi scalciarle via a casaccio sporcando il pavimento e lascia la porta aperta del bagno quando non dovrebbe. Ma è anche molto romantico nel dichiarare il suo amore a Fong e chiederle di sposarla dopo sette anni di fidanzamento. Del resto Edward è un vero e proprio esperto di matrimoni: gestisce un’agenzia fotografica nel quartiere Prince Edward all’interno del noto centro commerciale di Golden Plaza che si occupa di tutti i servizi e le esigenze connesse al “giorno più bello”.
Dalla sua Fong cela un preoccupante scheletro nell’armadio, che diventa presto un drammatico problema: è una ex gold digger, su consiglio dei genitori si è sposata da giovanissima per convenienza con Yang, misterioso cinese “continentale” che necessitava di un permesso di soggiorno ad Hong Kong e, quel che è peggio, scopre che il suo divorzio non è mai stato registrato, mettendola seriamente nei guai.
Ci si sposa solo per far tacere la gente.
(My Prince Edward)
Norris Wong dirige un dramma relazionale che, se da un lato accenna alle differenze caratteriali che possono emergere tra due persone che non si conoscono poi così in fondo e si rivelano quando iniziano a convivere, sullo sfondo della diffidenza culturale tra Hong Kong e Cina, dall’altro affronta delicatamente temi sociali quali il desiderio di realizzazione personale, l’emancipazione femminile, le necessità economiche connesse al raggiungimento dell’indipendenza, financo l’aborto ed il censimento dei figli in Cina.
Non c’è libertà nel matrimonio.
(My Prince Edward)
Un’opera cinica che fa e disfa i suoi personaggi – il principe innamorato che diventa un fannullone egoista ed asfissiante, la dolce protagonista che si rivela un’opportunista insensibile e vuota – mettendoli in discussione e screditando le convenzioni sociali e le “favole” a cui siamo abituati o a cui vogliamo credere semplicemente perché da troppo tempo fanno parte della nostra storia e del nostro vivere comune.
Storia di un matrimonio mai avvenuto, My Prince Edward è lucido ed incisivo nei contenuti, meno nella messa in scena che, nel ribaltarsi bruscamente proprio come la tartarughina della protagonista, ci porta a disaffezionarci ai personaggi e a perdere empatia nei loro confronti, così come le loro ragioni perdono forza e realismo sullo schermo.