Natale a tutti i costi recensione film Netflix di Giovanni Bognetti con Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Dharma Mangia Woods, Claudio Colica, Fioretta Mari e Iaia Forte
Disponibile dal 19 dicembre solo su Netflix, Natale a tutti i costi segna la quinta collaborazione (dopo La scuola più bella del mondo, Vacanze ai Caraibi, La mia banda suona il pop e Chi ha incastrato Babbo Natale?) per il duo formato da Christian De Sica e Angela Finocchiaro. Questa volta, in una nuova commedia natalizia, dovranno affrontare il trauma dell’abbandono del nido da parte dei due figli Emilio (Claudio Colica) e Alessandra (Dharma Mangia Woods).
Remake della pellicola francese Mes très chers enfants di Alexandra Leclère, il regista e sceneggiatore Giovanni Bognetti ha riletto in chiave del tutto italiana una storia che non solo è adatta alle famiglie, ma potrebbe vivere a lungo al di là del periodo festivo. Il fatto che sia Natale è solo un plus che colloca perfettamente questa storia all’interno di un palinsesto ben preciso per la piattaforma in streaming, ma – come ha anche sottolineato De Sica stesso – con le avventure di questi quattro protagonisti si potrebbe realizzare una serie.
Quando due genitori vedono i figli lasciar casa è quasi sempre un trauma. Loro devono spiccare il volo, ma i genitori – la maggior parte delle volte la madre – li vorrebbero sempre accanto a loro. È strano, da una parte, non sentirli più, ma fa quasi male l’idea di non passare insieme le festività natalizie. Che fare, allora, quando ci si rende conto di aver cresciuto “du’ str*nzi”? Beh… gli si dice che si è ereditata una cospicua fortuna da parte di una zia passata a miglior vita.
Una sequela di bugie innesca una deleteria reazione a catena. Si metterà, così, in luce quando menefreghisti e egoisti siano stati i figli, ma anche quanto l’amore di un genitore possa essere matto e disperato.
Il Natale, dunque, si deve fare a tutti i costi: una bugia bianca che costruisce un arco narrativo ben congegnato ed elegante. Le battute sono semplici, costruite sulle caratteristiche di ogni singolo componente famigliare. Una commedia figlia dei nostri giorni, delle nostre esigenze, del nostro egocentrismo. Non vi sono reali colpe, ma tutti in qualche modo sono colpevoli: i figli, alla ricerca della loro indipendenza, alle prese con le loro incertezze in un mondo sempre più ostile; i genitori, vittime del loro costante sacrificio, che non riescono a mollare le redini, al contrario sarebbero disposti ancora a spendersi per loro.
Carlo e Anna, i genitori, cascano all’interno di meccanismi quasi grotteschi: per impersonare la loro stessa bugia, sono costretti a cambiare il loro comportamento. Alessandra e Emilio, i figli, così finiscono col crederli due avidi egoisti non disposti a dar loro una mano. Paradossale come, ancora una volta, sia più facile vedere la pagliuzza negli occhi dell’altro e non la trave sulle proprie spalle. Gli elementi classici della commedia all’italiana ci sono tutti: raramente si è scorretti, se non per qualche battuta che comunque è ben contestualizzata all’interno dei dialoghi (chiedete agli abruzzesi). “Si ride col demonio, non con San Francesco” ha detto De Sica in merito al tono delle battute di oggi giorno.
Gli attimi più scorretti sono dedicati alla nonna che, donna di una certa età, non ha più problemi a parlare senza peli sulla lingua. L’interpretazione della fantastica Fioretta Mari è la ciliegina sulla torta all’interno di questo cast ben congegnato e oleato.
Nella valanga di bugie, quando tutto sembra essere sul punto di scoppiare, l’inserimento dell’ennesimo rischio inserisce un piccolo punto di svolta sentimentale. Non ci sono più solo i soldi in ballo, ma il reale affetto e i sentimenti che i figli nutrono per i loro genitori; avviene così una sorta di presa di coscienza, un piccolo momento di ravvedimento che permette ai due fratelli di rendersi conto di cosa avevano dato per scontato. Un piccolo monito anche per il pubblico, dunque, perché molto spesso si dà poca importanza ai propri genitori e si alzano gli occhi al cielo davanti alla loro ennesima chiamata. Quando ci si ravvede ci si rende conto di quanto importante possa essere il tempo speso con loro.
E in quella che è una storia in cui tutti sono carnefici, la nonna dà vita all’ultimo essenziale punto di svolta. La bolla scoppia, tutta la bugia viene svelata, ma i ragazzi saranno messi faccia a faccia con la verità: i genitori hanno mentito perché tanto disperati da essere disposti a comprare il loro affetto. Una riflessione che traina la narrazione e i pensieri del pubblico stesso, perché sì… i genitori possono essere giustificati e perdonati, un po’ meno i figli. Si arriva, dunque, al punto in cui ci si rende conto che è necessario stare insieme per festeggiare il Natale a tutti i costi.