Nevermind recensione del film di Eros Puglielli con Paolo Sassanelli, Giulia Michelini, Andrea Sartoretti, Massimo Poggio e Lucia Glavan
Nevermind, il film a episodi di Eros Puglielli, inizia ascoltando le parole dello Psicologo, personaggio molto stimato a livello internazionale per le sue competenze, nonché il cardine di questa folle vicenda suddivisa in 5 capitoli.
Spiegando agli ascoltatori di Radio Rock, dispensa consigli su come risolvere i loro problemi personali, in primis citando una locuzione di Aristotele: “Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?”
Finita la trasmissione radiofonica, il Professore viene investito da un carroattrezzi (onnipresente in tutto il film) subendo un trauma cranico che lo porterà a raccontare alcuni casi clinici molto particolari ai suoi pazienti, infrangendo tra l’altro il segreto professionale ed il rapporto di fiducia tra medico e paziente.
Nel prosieguo dell’opera conosciamo: un freddo avvocato dallo sguardo truce (al pari di Clint Eastwood) ed il suo repellente feticismo; una babysitter senza lavoro che inizia a dubitare dell’esistenza del bambino a cui deve badare; un imprenditore con un’azienda in fallimento ma disposto a tutto pur di evitare la bancarotta; un cuoco in cerca di gloria tormentato dal suo zotico rivale.
Gli episodi proseguono colpendoci allo stomaco, lasciandoci riflettere sul significato della pazzia e della psicologia freudiana, che verrano apprezzati sopratutto dagli appassionati alla materia.
Il capitolo finale è decisamente il più incisivo ed il migliore della proiezione, interpretato magistralmente da Andrea Sartoretti che ci accompagnerà in una delirante spirale discendente, al pari di Giochi pericolosi (Playtest) della serie Netflix Black Mirror.
Nevermind ci lascia riflettere su quanto siamo alla mercé della nostra mente e su quanto questa forza influenzi la nostra vita e i rapporti con le altre persone.
Marco R.