Night Sky (Notte stellata) recensione serie TV Amazon Prime Video di Holden Miller e Daniel C. Connolly con Sissy Spacek, J.K. Simmons, Kiah McKirnan, Chai Hansen, Julieta Zylberberg e Adam Bartley
Night Sky, nonostante l’anonimo nome, tradotto in un ancor più dimenticabile Notte stellata in italiano, si presenta inizialmente come una classica serie sci-fi che, però, nasconde al suo interno un valore realizzativo notevole e una trama affascinante portata avanti dalle ottime interpretazioni dei suoi protagonisti. Ma andiamo con ordine.
La serie, creata da Holden Miller e prodotta da Amazon Prime Video, si struttura in dieci episodi, della durata di circa un’ora ciascuno, nei quali vengono narrate le vicende di una anziana coppia di sposi, i settantenni Franklin York (J.K. Simmons) e Irene York (Sissy Spacek), che passano beatamente le loro giornate in un’accogliente casa in mezzo al verde dei boschi, la loro vita è apparentemente segnata da una monotona routine, caratterizzata da lunghe giornate passate in casa e ripetitivi passatempo, eccezion fatta per un segreto che custodiscono gelosamente nel loro giardino da più di vent’anni: il passaggio sotto al loro capanno degli attrezzi si districa in un sentiero che conduce direttamente ad un portale verso un mondo lontano dalla Terra. Le visite a questo mondo fantastico rappresentano per la coppia una fuga dalla monotonia, un modo per evadere dal grigio presente che vivono e nel quale sono intrappolati, l’ultima possibilità di guardare ad un qualcosa con stupore e meraviglia.
Irene è malata, quasi costretta alla sedia a rotelle, ma non perché una grave malattia la stia consumando quanto a causa della sua perdita di voglia di vivere. Nonostante le persone attorno a lei provino a spronarla, a darle un motivo per tirare avanti, Irene è affranta, sfiduciata, per questo, una notte, decide di dare una svolta ad una vita che per lei non ha più senso essere vissuta, uscire al di fuori della stanza – un qualcosa che ha detta di Franklin li aveva sempre spaventati – e provare ad esplorare questo pianeta estraneo. La sua personale avventura verrà interrotta dalla presenza di un giovane ragazzo che troverà privo di sensi e ricoperto di sangue.
La prima cosa che ci sentiamo di premiare in questa serie è la straordinaria prova attoriale dei due grandi interpreti protagonisti. Simmons e Spacek danno fondo a tutta la loro incredibile espressività per dipingere il ritratto di una coppia che vive di amore ma sente di avere perso la speranza nella vita, come se la magia della stessa fosse scomparsa, rimpiazzata da un senso di apatia e noia. La scelta di raccontare la terza età dell’amore, in una cornice sci-fi, è sicuramente coraggiosa e viene esaltata da una sceneggiatura che da il meglio quando sfrutta il pathos dettato dal trascorso dei due coniugi. La vita ha messo a dura prova Franklin e Irene, che sentono di avere perso quella fiamma interna che muove le gesta di noi tutti, l’amore che secondo Dante muove il sole e le altre stelle, un senso di vuoto lasciato dalla perdita prematura del loro primo ed unico genito, toltosi la vita proprio nella casa in cui trascorrono tutte le loro giornate.
La loro linea narrativa viene ad incrociarsi con la vita di Jude (Chai Hansen), un misterioso ragazzo dal passato nebuloso che Irene, con istinto materno, prende sotto la sua ala protettiva, come a voler emulare il rapporto prematuramente spezzato con suo figlio Michael. La dinamica tra i due permette di delineare una bella metafora sul senso di essere genitori e sul senso di colpa. Tutto questo sotto lo sguardo attento e diffidente di Franklin. Quest’ultimo svilupperà, anch’egli, una personale dinamica padre e figlio con il suo giovane, ed impiccione, vicino Byron (Adam Bartley), con il quale inizialmente intratteneva un rapporto burrascoso ma che permetterà di sviscerare i vari strati di protezione che il burbero Franklin ha interposto tra sé e il mondo esterno.
Night Sky dà il meglio di sé quando la narrazione si sofferma sul trascorso emotivo dei personaggi, la grande interpretazione dei due premi Oscar Simmons e Spacek riesce a coinvolgere ed emozionare lo spettatore. Meno riuscita la componente thriller sci-fi che inizia con un incipit molto interessante, nel quale si susseguono anche colpi di scena capaci di ancorare lo spettatore al divano, che però vengono inutilmente diluiti come a voler per forza districare gli eventi in otto ore di narrato audiovisivo.
I personaggi secondari non sono interessanti come i protagonisti e alcune linee di dialogo non riescono veramente ad approfondire il rapporto tra di loro e con i personaggi protagonisti, dando quindi l’idea di assistere ad un mero riempitivo che ci permetta di trascinare la puntata verso il cliffhanger finale.
La sensazione è che la serie avrebbe potuto esser ridotta nel suo minutaggio, focalizzandosi maggiormente sulle dinamiche principali che riguardano il mistero di fondo, che risulta comunque intrigante e motivo di interesse dello spettatore, portandolo ad un finale di stagione che purtroppo lascia più interrogativi che risposte.
Scevra della sua componente fantastica quello che rimane di Night Sky è una toccante serie che gioca su temi poco perlustrati nel panorama cinematografico contemporaneo, attraverso gli occhi di un’amorevole coppia.
La realizzazione è di ottima fattura, nonostante la regia non presenti particolari guizzi e la direzione sia molto “seriale” nel suo essere scolastica. Non restituisce mai l’idea di essere un “vorrei ma non posso” alla stregua di molti altri prodotti televisivi di stampo fantascientifico usciti negli ultimi anni, mettendo in campo una fotografia curata e scenografie ottime per il mezzo di riferimento.