Nine Perfect Strangers recensione serie TV Amazon di David E. Kelley con Nicole Kidman, Melissa McCarthy, Tiffany Boone, Bobby Cannavale, Luke Evans, Michael Shannon, Regina Hall e Samara Weaving
Se i film horror e i reality show ci hanno insegnato qualcosa, è che quando delle persone sconosciute si ritrovano a condividere a stretto contatto uno stesso spazio, è quasi certo che prima o poi la situazione si farà drammatica.
Non fa eccezione Nine Perfect Strangers, la storia di nove sconosciuti che si ritrovano a condividere un soggiorno a Tranquillum House, un resort paradisiaco immerso nella natura australiana. Questa serie però non è un horror e i nove ospiti non dovranno assistere a omicidi sanguinosi, bensì dovranno confrontarsi qualcosa di forse ancora più temuto: fare i conti con se stessi.
Tranquillum House, fondata da Masha, una guru russa dall’inquietante sorriso sprigionato dal volto di Nicole Kidman, promette di cambiare la vita degli ospiti in dieci giorni. Ognuno dei nove sconosciuti infatti si è recato nell’esclusivo centro benessere con la speranza di poter risolvere i propri problemi, che la serie svela pian piano un episodio dopo l’altro.
I protagonisti del ritiro spirituale sono un ex giocatore di football che va avanti ad antidolorifici e vodka (Bobby Cannavale), una scrittrice delusa dall’amore (Melissa McCarthy), due influencer in crisi di coppia (Samara Weaving e Melvin Gregg), un giornalista in incognito (Luke Evans), una donna distrutta dal tradimento del marito (Regina Hall) e la famiglia Marconi (Asher Keddie, Michael Shannon e Grace Van Patten) apparentemente perfetta ma colpita da un tragico evento anni prima.
Col passare dei giorni, tramite il regime discutibile imposto da Masha, che ricorda a tratti gli estremi metodi di Marina Abramović e che comprenderà digiuni, momenti di meditazione ed esperienze psichedeliche, i nove ospiti dovranno affrontare i propri demoni interiori e confrontarsi anche con quelli degli altri.
Una house tutt’altro che tranquilla
Sin dalla prima puntata, il tono della serie, tratta dal romanzo omonimo di Liane Moriarty, aleggia tra il drammatico e misterioso. Drammatico nel momento in cui i protagonisti affrontano i fantasmi del passato e misterioso poiché ci viene presto suggerito che Masha in realtà potrebbe avere un secondo fine oltre a quello i far guarire i propri ospiti, i quali sembrano stati scelti appositamente per delle loro particolari caratteristiche. Emblematica la frase in cui alla padrona di casa viene chiesto quale sia il processo di selezione per accedere a Tranquillum House:
– What do you look for? Damage?
– No, Potential.
(Nine Perfect Strangers)
Cosa cerca Masha e cosa si nasconderà dietro Tranquillum House? È questo il tema che porta avanti la serie, nella quale permea un’atmosfera enigmatica, una tensione costante, che sicuramente faranno mantenere alta l’attenzione del pubblico. La tensione però purtroppo sembra non esplodere mai in qualcosa di realmente concreto o in grandi colpi di scena. Anche la trama, per quanto moderna nell’affrontare la sempre più frequente ricerca della felicità affidata a sedicenti e costosi life coach, dopo i primi episodi si perde in risoluzioni poco convincenti.
Per quanto riguarda lo stile, chi ha apprezzato i precedenti lavori di Nicole Kidman come The Undoing e Big Little Lies, seguirà sicuramente con piacere quest’ultima produzione, che porta con sé la firma inconfondibile di tutto il team che ha prodotto le tre serie, a partire da Moriarty, autrice anche di Big little Lies, per poi passare alla produttrice Bruna Papandrea e l’immancabile ideatore David E. Kelley.
Pur non soddisfacendo appieno le alte aspettative a cui i suoi autori ci hanno abituato, Nine Perfect Strangers, in uscita su Amazon Prime Video il 20 agosto con i suoi otto episodi, è comunque una serie che farà venire voglia di guardare le puntate tutte d’un fiato e che intriga affrontando i problemi del mondo contemporaneo in un setting decisamente insolito.