Notte fantasma recensione film di Fulvio Risuleo con Edoardo Pesce e Yothin Clavenzani presentato a Venezia 79 ad Orizzonti Extra
Provate a confutare il luogo comune che identifica Roma con un immenso set cinematografico. Ogni storia può trovare la giusta dimensione in uno dei suoi infiniti angoli e trovare la sua realtà. Notte fantasma approfitta della sua accoglienza per dare corpo ad una rocambolesca avventura tutto-in-una-notte che altrove sarebbe stata considerata piuttosto surreale.
Fulvio Risuleo nella capitale ci è nato e cresciuto, affidandole i suoi sogni e subendone l’influenza a livello immaginativo. Lo si capiva già da suo esordio Guarda in alto, un road movie fatto di misteriose suore, comunità di bambini sperduti, gemelli nudi e aviatori in mongolfiera e dedicato ai tetti della sua città. Con Edoardo Pesce (il supervisore Proietti) e Yothin Clavenzani (Tarek) torna invece in strada ad immaginare un abuso di potere che sconfina in una strana sindrome di Stoccolma.
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Un poliziotto arresta un giovane sorpreso a comprare della droga e lo sequestra per una notte intera trascorsa a fare i conti con il peso della vita. Si tratta di una storia che non è mai esistita e potrebbe tranquillamente accadere in qualunque momento del prossimo futuro. I protagonisti dialogano con le architetture romane e, mentre la notte offusca le luci della ragione, si abbandonano ad una spirale di violenta vitalità che rovescerà i rapporti di partenza.
Hemingway direbbe che è “facilissimo reagire con freddezza alle cose durante il giorno, ma di notte è tutto un altro discorso“. E’ un pezzo di Fiesta, il suo primo romanzo, che ha come sottotitolo il sole sorgerà ancora. La Notte fantasma di Fulvio Risuleo esplora gli esiti imprevisti di una storia che può esistere soltanto in un intervallo di tempo così limitato. Come Tarek, si è restii ad accettare che sia davvero possibile ma le reazioni notturne di una città come Roma sono tanto imprevedibili quanto fugaci.
Bisogna inseguirle insieme agli attori, prima di sparire nella luce dell’alba e realizzare che in fondo era tutto falsamente vero. Come Roma.